Coronavirus, il dramma dei lavoratori delle categorie svantaggiate

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redazione

28 Aprile 2020
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L’allarme di Federsolidarietà FVG

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Il 54% dei lavoratori svantaggiati di cooperative sociali, che vi erano stabilmente inseriti, è sospeso dal lavoro e, attualmente, si trova in cassa integrazione o strumenti analoghi.

«Nella maggior parte dei casi parliamo di lavoratori con disabilità cognitiva, problematiche di salute mentale: per loro il lavoro è uno strumento di inserimento che li sostiene anche sul piano terapeutico. Siamo molto preoccupati per l’attuale situazione: alla fragilità di queste condizioni si è venuto a sommare il fattore Covid-19 e, nonostante l’impegno ammirevole delle cooperative sociali, è venuto il momento di ripensare a un welfare più solidale», afferma Luca Fontana, presidente di Federsolidarietà Fvg, che riunisce le cooperative sociali aderenti a Confcooperative nella nostra regione.

Si arriva all’80% di lavoratori svantaggiati se si considera quelli, molto numerosi, che erano impiegati attraverso borse lavoro e tirocini, diverse centinaia in una regione pioniera nel mondo nell’inserimento lavorativo delle persone con svantaggio.

«Più di metà delle cooperative – sottolinea Fontana – si è attivata autonomamente per assistere in remoto i lavoratori svantaggiati e continuare così a essere vicina a loro. Gli interventi più comuni vanno dalle telefonate e videochiamate di supporto, al sostegno psicologico gratuito, all’assistenza domiciliare. Ovviamente il disagio è decisamente più forte nei problemi di salute mentale, in tutti questi casi la vicinanza, la socialità, è un fattore importante e la cooperazione sociale si sta impegnando per essere vicina a questi lavoratori».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per Federsolidarietà è urgente un ripensamento complessivo del modello di welfare: «Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha sbloccato i contributi alle cooperative sociali previsti dalla L.R. 20/2006. Quasi un milione di euro per 88 progetti che hanno coinvolto 502 lavoratori svantaggiati: è una notizia che accogliamo con soddisfazione perché rappresenta il riconoscimento dell’importanza di un welfare innovativo. «Per il futuro – evidenzia Fontana – servirà un tavolo permanente regionale che definisca le linee guida di un nuovo welfare per tutelare la fragilità delle condizioni di maggiore svantaggio in un costante confronto con il Terzo settore».

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