Gorizia, maxi-sequestro di spugne da cucina contraffatte

imagazine_icona

redazione

10 Marzo 2017
Reading Time: 2 minutes

Operazione della Guardia di Finanza e dell’Ufficio delle Dogane

Condividi

La Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia e l’Ufficio delle Dogane del capoluogo isontino, nell’ambito delle attività di controllo delle merci che vengono importate dai Paesi extra U.E. attraverso il varco doganale di Gorizia – Sant’Andrea, hanno sottoposto a sequestro 41.600 spugne sintetiche da cucina, integralmente realizzate e confezionate in Serbia, in una fabbrica vicino Belgrado, ma riportanti la falsa attestazione di origine “MADE IN ITALY”.

La merce, scoperta a bordo di un autoarticolato di nazionalità serba sottoposto a ispezione doganale, era occultata dietro un carico della stessa tipologia di prodotti, riportanti tuttavia l’esatta indicazione di origine extracomunitaria, segno dunque che l’azienda importatrice, con sede legale e amministrativa in Lombardia, aveva tentato di eludere i controlli in modo consapevole.

Il legale rappresentante dell’impresa lombarda, pertanto, è stato denunciato alla locale Autorità Giudiziaria per il reato di falsa indicazione di origine, previsto dall’articolo 4 comma 49 della Legge 350 del 2003 e punito dall’articolo 517 (vendita di prodotti industriali con segni mendaci) del codice penale, il quale prevede la pena della reclusione fino a due anni e la multa fino a 20.000 euro.

Le successive attività d’indagine, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, Ilaria Iozzi, consistite nella perquisizione dell’azienda lombarda, hanno consentito di sequestrare documentazione attestante la commercializzazione, su tutto il territorio nazionale, nel periodo antecedente il sequestro, di ulteriori 65.390 spugne, della medesima tipologia di quelle sequestrate a Gorizia. La società coinvolta nel traffico internazionale di prodotti riportanti la falsa indicazione di origine è stata inoltre segnalata per responsabilità amministrativa ai sensi dell’art. 25 bis 1 (Delitti contro l’industria e il commercio) del Decreto Legislativo 231/2001, essendo il suo amministratore autore di una violazione penale che configura la responsabilità dell’ente per gli illeciti dipendenti da reato. 

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Condividi