Da Volcic a Prodi: i 20 anni della Slovenia nell’UE

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L’ex presidente della Commissione europea intervenuto alla presentazione del libro postumo del compianto giornalista ed europarlamentare

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GORIZIA – Intensa due giorni goriziana per Romano Prodi che ha partecipato a borgo San Rocco – ospite della parrocchia, dell’associazione I Visionari e dell’Unione economica culturale slovena – alla presentazione del libro postumo di Demetrio Volcic, e a Nova Gorica alle celebrazioni per il ventennale dell’ingresso della Repubblica di Slovenia nella UE.

Evento quest’ultimo che vide il ruolo determinante di Prodi, allora presidente della Commissione europea, e Volcic europarlamentare.

A San Rocco, in una chiesa gremita di pubblico e autorità, la figura di Volcic, che alla fine della sua carriera aveva scelto di vivere a Gorizia, per anni inviato e corrispondente di punta della Rai, è stata sviscerata grazie al libro “A cavallo del muro. I miei anni nell’Europa dell’Est” (Sellerio Editore).

Libro autobiografico e saggio storico è stato curato dal direttore editoriale del gruppo Nem, Paolo Possamai, e da Livio Semolič, entrambi suoi carissimi amici.

L'intervento del sindaco Ziberna
L’intervento del sindaco Ziberna

I due curatori hanno dialogato con la giornalista Margherita Reguitti. All’arrivo del professor Prodi, Reguitti, Possamai e Semolič hanno con lui dialogato su temi caldi europei, soprattutto con riferimento agli scenari più attuali e drammatici del momento e a quali passi non siano più procrastinabili per un effettivo peso dell’Unione nel contesto mondiale.

Accanto alla moglie di Volcic, Edoarda, erano presenti all’incontro, fra gli altri, il sindaco Rodolfo Ziberna, l’ex presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor, l’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Radaelli, il prefetto Raffaele Ricciardi e Roberto Antonione, sottosegretario agli Esteri nel 2004.

Roberto Antonione tra il pubblico
Roberto Antonione tra il pubblico

I lavori sono stati aperti dall’indirizzo di saluto del parroco, monsignor Ruggero Dipiazza, e dal presidente dell’Associazione I Visionari, Roberto Furlanut.

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