L’essenza delle donne

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Lucrezia Armano presiede da 6 anni il Comitato friulano DARS, una realtà che promuove soggettività femminile in un dialogo intergenerazionale tra arte, letteratura, poesia e storia

Lucrezia Armano
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Lucrezia Armano

Il Comitato friulano DARS – Donna Arte Ricerca Sperimentazione con sede a Udine ha una lunga e importante storia alle spalle, motore di attività culturali e artistiche, di ricerca e formazione ma anche editore di cataloghi e libri d’arte.

Con la presidente Lucrezia Armano lavorano otto artiste e scrittrici artefici di un pensiero “di parte” delle donne, lontano da un astratto femminile, frutto di esperienza di vita e menti sensibili. Si muovono sul terreno accidentato della storia, delle relazioni interpersonali, delle dinamiche sociali.

Presidente Armano, un’associazione di donne nata quando il femminismo era battaglie per diritti da conquistare?

«Non un’associazione, ma un gruppo di donne friulane che si ritrovano alla fine degli anni ‘70, diventato “comitato” nel 1984, rifondato nel 1987 con l’acronimo attuale. In una regione ai margini rispetto ai fermenti delle grandi città d’Italia, la differenza la fece l’impegno iniziale e di sempre di Dora Bassi, pittrice, scultrice, scrittrice, docente di scultura all’Accademia di Brera, voluta da Dino Basaldella. Ora sarebbe “normalità” ma ai tempi la cattedra di scultura era solo prerogativa maschile. Un’attività che sul territorio regionale e nazionale incontrò altri cammini di ricerca di un linguaggio delle donne nell’ambito della letteratura e delle arti visive non necessariamente legate al femminismo. Un laboratorio interdisciplinare sul linguaggio di genere che ancora oggi ci rappresenta».

Quante presidenti si sono avvicendate e che cosa ha caratterizzato la loro guida?

«Io sono la quarta presidente. La prima, fino al 1990, fu Dora, seguita da Isabella Deganis fino al 2011, quindi la parentesi di Giuditta Dessy, mia madre. La indico come “parentesi” perché fu eletta in quanto fondatrice ma, per la sua natura schiva e timida, era lontanissima da ruoli pubblici. Fino al 2018 le furono accanto Marina Giovannelli e Gina Morandini. Sono quattro periodi ben diversi con un obiettivo condiviso: tenere viva la memoria storica delle conquiste di genere, sentendo da un lato la responsabilità culturale nel proseguire l’attività, dando spazio al confronto di genere su temi e attualità. Le giovani generazioni percepiscono molti aspetti della “parità” come assodati e scontati. Quello che temono di più è la violenza di genere, ma poco conoscono del passato e delle donne che hanno permesso di iniziare le agitazioni sociali».

Dora Bassi e Giuditta Dessy, prime presidenti del DARS, in una conferenza del 1980
Dora Bassi e Giuditta Dessy, prime presidenti del DARS, in una conferenza del 1980

Come riassumere i mandati delle singole presidenti?

«Dora ha gettato le basi. Trovo queste sue parole significative: “In realtà noi (DARS) tentiamo di capire se è, se sarà possibile calare esperienze di vita, di cultura e di sensibilità che portano il segno del femminile nei linguaggi d’arte corrente, visto che sono stati inventati dal segno opposto e ad esso destinati”. Questo periodo è servito per capire che non era possibile “codificare” una voce comune tante erano le visioni nella differenza di genere. Isabella Deganis fu un ponte tra gli anni ’70 e oggi, attenta alle giovani generazioni e per questo a lei abbiamo dedicato la Rassegna del Libro d’Artista».

Quale rapporto con le istituzioni politiche?

«Nei 45 anni di attività c’è stata un’evoluzione legata ai tempi e alle generazioni diverse, con la coerente caratteristica di essere un gruppo legato alla cultura e non alla politica».

Con gli uomini un rapporto possibile?

«Il maschile ha avuto millenni e ancora ha tutto il mondo per esprimersi. Noi siamo impegnate sul rispetto della diversità per arrivare alla parità, coinvolgendo le giovani generazioni senza distinzione di genere. Importantissima nel nostro percorso è la parte didattica nelle scuole e accademie perché la memoria non vada perduta. Le conquiste sono costate lunghe lotte e si sta molto poco a fare veloci e pericolosi passi indietro. Basta guardare cosa succede intorno a noi, in Europa e nel mondo».

Quale cammino l’ha portata al DARS?

«Ufficialmente sono sei anni che ricopro il ruolo di presidente, ma in realtà ho affiancato la mamma dal 2011 tenendo tutti i contatti istituzionali e occupandomi della parte organizzativa. Il mio cammino con il DARS inizia nel 1984, da adolescente, partecipando a riunioni e mostre. Poi è arrivato il mio turno in un momento molto difficile, a causa della scomparsa delle amiche fondatrici e quindi del necessario rinnovamento con l’ingresso di nuove forze. Anno di svolta fu il 2019 con la mostra “Metamorfosi”, allestita nelle Gallerie di Palazzo Morpurgo. Da lì abbiamo dato nuova linfa alla sezione arti visive, oggi sono decine le artiste regionali, nazionali e internazionali che partecipano alla nostra attività e stiamo lavorando per implementare la sezione ricerca. Per me l’importanza dei rapporti e la creazione di una rete di conoscenze sempre più estesa sono la base del successo del proprio fare, in ogni ambito».

Isabella Deganis
Isabella Deganis

Quali le priorità del DARS oggi?

«La promozione della soggettività femminile in un dialogo intergenerazionale, la conoscenza delle voci nuove e lo sviluppo della rete di scambi culturali, anche internazionali, attraverso le nostre iniziative e i progetti Erasmus+ di cui siamo partner».

Oltre 40 anni di attività: quale il segreto della longevità che smentisce la litigiosità delle donne che non saprebbero far squadra?

«A quanti litigi ho assistito! Il segreto sono lo spessore culturale e artistico basato sulla stima di fondo, vero collante nei rapporti, assieme all’amicizia e responsabilità del percorso assieme. Non è facile, ma le ultime mostre ci hanno dato molte soddisfazioni in termini di commenti e profondità di vedute».

Quali i settori culturali di attività?

«Arte – letteratura – poesia – storia, mancano il teatro e la musica ma mai dire mai. La mia conoscenza e percorso sono più spostati sulle arti visive ma c’è spazio per la poesia e la letteratura. Siamo sempre alla ricerca di voci nuove. Non siamo un’associazione generica, poggiamo su un’affinità culturale e un sentire incentrato sul femminile».

Progetti per la seconda parte del 2024?

«Tanti. Il 18 maggio si aprirà una grande mostra a Cividale del Friuli, dal titolo “I confini della seduzione”, che concluderà il percorso artistico del progetto “Etica ed estetica del femminile”. La mostra offrirà le riflessioni di 15 artiste invitate a partecipare con un’opera e di 40 artiste che saranno protagoniste dell’esplosione di un “confine” in un’opera collettiva. A settembre uscirà il terzo volume della collana Archivio, “Madri insieme” di Barbara Vuano, un percorso nell’evoluzione del nascere in regione, intervistando levatrici e ostetriche carniche prima dell’apertura del reparto dedicato all’ospedale di Tolmezzo. A luglio avremo la Rassegna internazionale biennale del Libro d’Artista “Come un racconto”, unica in Italia, rivolta alle giovani generazioni 14-35 anni. Saremo anche presenti sul territorio con manifestazioni a Prato Carnico, a Maniago e a Udine. Tanto lavoro anche in divenire».

Che colore e che fiore sono ideali simboli del DARS?

«Nel logo compare la rosa, personalmente amo la zagara dal profumo forte e dai frutti potenti. Gli agrumi hanno scorze spesse che li proteggono, i colori del sole, della gioia e del calore, giallo, arancione e rosso, l’interno nutriente e gusto sia dolce che aspro».

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