Il rito della notte

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Un evento che la comunità di Sauris prepara durante tutto l’anno. Maschere intagliate nel legno dalla manualità di artigiani-artisti. Utilizzando solo il materiale che c’è in casa senza mai comprare

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Il corteo mascherato verso la chiesa di Sauris

SAURIS – Sabato 1 marzo le strade, le piazze, le terrazze e le corti delle case carniche di Sauris/Zahre di Sopra e di Sotto, con la frazione di Lateis, saranno invase dalle maschere belle e brutte (così sono chiamate) con tratti da uomo e da donna intagliate nel legno, su corpi abbigliati con indumenti di ogni sorta.

È il Carnevale Saurano, der Voschankh nell’antica lingua di Sauris – de zahrar sproche –, dialetto tedesco del Duecento parlato accanto all’italiano e al friulano.

Il corteo si radunerà in piazza a Sauris di Sopra al richiamo di Kheirar e Rölar, protagonisti della tradizionale e antica festa, per le 17.30.

Le maschere si presenteranno agli astanti turisti e paesani, si intratterranno e scherzeranno, ben guardinghe per non rivelare né l’identità, né se si tratti di un uomo piuttosto che una donna sotto il travestimento. Tutti debitamente celati i volti e travestiti, possono partecipare, anche forestieri prenotandosi all’Ufficio turismo (0433 86076).

Poi verso le 18.30 guidati dal Rölar e dal Kheirar, in marcia per una suggestiva e indimenticabile camminata notturna nel bosco, alla luce delle lanterne.

Da Sauris di Sopra a quello di Sotto, dove la festa continuerà per tutta la notte con musica, balli e tanta allegria.

Una camminata non difficile ma abbastanza impegnativa di 2,5 chilometri per 250 metri di dislivello, lungo carrarecce e sentieri su di un terreno con possibili tratti innevati e ghiacciati.

Per questo sarà bene tenere il meteo sotto controllo e senza dubbio dotarsi di scarponi da montagna, indumenti caldi e lampade sicure. E per chi non possiede maschere e lampade vi è la possibilità di noleggiarle.

Alle 20.30 al Nuovo Kursaal di Sauris di Sotto musica e balli con degustazioni di prodotti tipici e bevande calde. L’intaglio delle maschere saurane ha il sapore delle antiche tradizioni forte mente simboliche, scolpite e plasmate della manualità di artigiani-artisti.

Molti mesi prima, nelle case del paese inizia il lavoro di preparazione della festa, la preparazione dei costumi, spesso realizzati con stoffe e vestiti di casa, la scelta e l’allestimento delle storie raccontate in quadri di più persone che ogni gruppo metterà in scena, mimando e interpretando!

Nella notte saurana dell’inverno, ombre si muovono da una casa all’altra in gran segreto, nessuno deve sapere cosa bolle in pentola.

Il Circolo Saurano “Fulgenzio Schneider”, fondato nel 1976 per conservare e promuovere il patrimonio culturale di Sauris/Zahre, organizza laboratori di intaglio e pitturazione delle maschere in legno.

«Le tradizioni evolvono nel tempo – racconta Lucia Protto, amabile studiosa della lingua e della storia saurana –: è giusto lasciare spazio alle innovazioni senza rigidità. Oggi le maschere non sono solo più come in passato volti umani, a volte grotteschi. Ci sono anche animali e personaggi dei cartoni animati, di favole e leggende».

Molti sono i giovani che partecipano alla manifestazione. Lo scorso anno erano 70 a sfilare, molti di più rispetto agli anni precedenti. Il pomeriggio di venerdì 28 febbraio, invece, si svolgerà la mascherata con e per i bambini, partendo dalla scuola primaria di Sauris di Sotto in un percorso fra le strade del paese. Al termine merenda, musica e allegria per tutti.

Il Kheirar (ph. IAT Sauris)

Il significato dei simboli di questa festa è forte nella ritualità del passaggio di stagione dall’inverno alla primavera. Emblematico il personaggio del Kheirar che entra nelle case e spazza fuori con potenti ramazze gli spiriti maligni, per far così spazio al bene.

Allontanano il freddo e il gelo per far posto alla luce e alla mite temperatura della rinascita della stagione, al rigoglio della terra e della natura.

Mentre il Rölar, vestito con indumenti vecchi e laceri, il volto coperto da uno spesso strato di rues (fuliggine), avvisa che è tempo: “Haint geaman schembl!” (stasera si va in maschera!).

Il Rölar (ph. IAT Sauris)

Porta in vita una cintura alla quale sono appese le röln, grossi sonagli di bronzo, molto rumorosi, che servono per chiamare a raccolta le maschere, ma anche per terrorizzare i bambini, ai quali un tempo era severamente vietata la partecipazione alla mascherata serale e al successivo ballo notturno.

Un richiamo e un rito apotropaico di protezione della comunità e delle persone.

Ieri le maschere, seppur concave, erano semplici, meno plastiche rispetto a oggi. Ma da quando lo scultore Ermanno Plozzer, Herman per tutti, è diventato il “maestro” dell’intaglio, se ne vedono di più comiche e grottesche, con tratti somatici più espressivi, con nasoni, grandi labbra e sopracciglia marcate.

In passato inoltre il volto era coperto da stoffe bianche con fessure per gli occhi o velette di pizzo. Dunque da sempre una festa mascherata all’insegna di grande libertà espressiva e di travestimento, in accordo con il personaggio che si vuole interpretare.

La parola d’ordine è usare quello che c’è in casa e mai comprare. I temi possono essere leggende, storie e personaggi del paese, fatti di cronaca, mestieri come contadini e boscaioli o eventi di rilevanza nazionale o internazionale.

«Tempo fa con il mio gruppo – prosegue Lucia Protto – abbiamo messo in scena il lavoro dei vecchi fotografi che un secolo fa viaggiavano fra i paesi, ma anche le Olimpiadi sulla neve di Torino del 2006. Le maschere parlano poco, si esprimono a versi, hanno guanti; tutto per non farsi riconoscere. Il travestimento può essere fuorviante: sotto gonne e scialli possono esserci uomini e dietro a un volto tenebroso baffuto può esserci una graziosa donzella».

Lucia Protto

Ma le maschere saurane sono anche strumenti di una ritualità per creare un legame fra le generazioni, il ricordo degli antenati nella vita contemporanea.

«Un collegamento molto attuale fra vite passate e presenti nel segno della libertà, senza figure fisse e costumi precostituiti: la fantasia di ognuno va a briglia sciolta e questo certamente è uno degli ingredienti del successo di partecipazione che cresce di anno in anno», conclude Protto.

Delizia del palato per il periodo le frittelle di salvia e menta in pastella fritta, spolverate di zucchero; squisite.

«Noi mettiamo la maschera per toglierci la maschera», ha sintetizzato splendidamente monsignor Pietro Piller sul bollettino parrocchiale che anticipa der Voschankh 2025.

 

SABATO 1 MARZO

I turisti e le maschere partecipanti possono raggiungere il luogo della sfilata utilizzando il servizio di bus navetta gratuito.

Da Sauris di Sotto a Sauris di Sopra sono previste corse continuate a partire dalle 15.30; l’ultima alle 19.

Da Lateis a Sauris di Sopra servizio con pulmino 8 posti a partire dalle 16, con precedenza alle maschere. Partenza dal piazzale Albergo Riglarhaus.

Per rientrare a Sauris di Sopra e Lateis corse a partire dalle 20, ultima alle 23.30.

Per informazioni e aggiornamenti: www.sauris.org, tel. 0433 86076

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