Continuano a Trieste le riprese di “Libera”

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redazione

21 Novembre 2023
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Più di 4.000 notti nelle strutture locali, 36 maestranze della regione e 700 comparse: questi i numeri del nuovo progetto per Rai 1 che vedrà la luce nel 2024

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TRIESTE – Sono iniziate lo scorso 18 settembre e si protrarranno per oltre tre mesi le riprese di “Libera”, la nuova serie per Rai 1 diretta da Gianluca Mazzella che tra i protagonisti vede impegnata Lunetta Savino.

Si tratta di un arco narrativo composto da otto episodi, prodotti da 11 Marzo Film in collaborazione con Rai Fiction, realizzati anche con il contributo di Friuli Venezia Giulia Film Commission – PromoTurismoFVG, e che nelle sue immagini celebra

Trieste come location principale dell’opera.

È proprio la città di Trieste a fare da sfondo alle vicende di una giudice (Libera, interpretata da Lunetta Savino), considerata, nel suo ambiente, una professionista integerrima. La protagonista della storia poi si unisce a un criminale per compiere un’indagine segreta e rocambolesca, portando avanti una doppia vita per non insospettire colleghi, parenti e l’adorata nipote.

“Quello che interpreto in Libera è un personaggio diverso rispetto al solito, che però permette di esprimere diversi colori dell’animo umano, un personaggio ricco di sfumature – sono state le parole di Lunetta Savino –. La storia porta con sè elementi di commedia, tensione, dramma, nella cornice meravigliosa di questa città che amo molto. Nei ruoli di donna che ho interpretato a Trieste, il nome della protagonista è il titolo dell’opera (“Rosa” e “Libera”) e non credo sia un caso: in entrambi ci sono pezzetti di me, seppur diametralmente opposti. In Rosa e Libera esistono zone d’ombra, dolore e malinconia. Questa città aiuta a esprimere sia la grande vitalità sia una profonda malinconia, e questo appartiene sia al mio modo di essere che a quello dei personaggi”. 

La storia, scritta e sceneggiata da Mauro Casiraghi ed Eleonora Fiorini, è interpretata da un cast d’eccezione che coinvolge anche Matteo Martari (già nel cast del film “Il mio Godard” di Michel Hazanavicius, e recentemente protagonista della serie crime trasmessa da Rai 2 “L’Alligatore” diretta da Daniele Vicari ed Emanuele Scaringi) e Gioele Dix (celebre per le sue performance teatrali, comico sul palco di Zelig e per la recitazione in diverse serie tv).

L’ultimo ciak è previsto per il prossimo 22 dicembre. Nelle quattordici settimane di permanenza a Trieste, sono impiegati quotidianamente oltre 36 professionisti locali nella troupe, in aggiunta a più di 700 comparse in 25 location sparse sul territorio giuliano tra Trieste, Monfalcone, Duino e Opicina, senza contare le più di 4mila notti spese in cinque strutture del capoluogo.

“Trieste è la città ideale per questa storia: la conoscevo da turista, ma l’immersione di questi tre mesi è tutta un’altra cosa – ha dichiarato il regista Gianluca Mazzella –. Una delle location principali è il tribunale, un edificio meraviglioso, molto affascinante, con un’architettura molto cinegenica e ne approfitto per ringraziare le istituzioni che ci hanno permesso di lavorarci disturbando il lavoro quotidiano, ma siamo felicissimi del risultato ottenuto. Oltre al tribunale ci sono molti altri luoghi bellissimi, da piazza Unità e le Rive fino a palazzo Carciotti: posso senza dubbio dire che non solo la città è compatibile con la storia che stiamo raccontando, ma che ci ha anche accolto nel migliore dei modi; il mare poi ha un ruolo centrale nella vicenda, di città di mare che siano così belle non ce ne sono molte e inquadrare Trieste è un piacere”.

La forza di questo progetto, ha aggiunto il regista, “è il mix tra generi, un dramma con pennellate di commedia su tutti i personaggi. In queste due ultime settimane di set gireremo allo Yacht Club Adriaco, concluderemo le scene al Carciotti e chiuderemo nuovamente al tribunale”. 

Anche per il produttore Antonio Alessi “girare a Trieste è un piacere, la logistica degli spostamenti e dell’organizzazione è eccezionale. Non è scontato avere la possibilità di arrivare sui set a piedi o raggiungerli al massimo in mezz’ora – sono state le sue affermazioni nel corso della conferenza stampa –, e disporre di un palazzo come il Carciotti ha permesso di ricreare diversi ambienti senza doverci trasferire. I professionisti del luogo poi sono molto preparati, ci hanno aiutato moltissimo nel rendere semplice il progetto e su una troupe di circa 70 persone ben 36 maestranze sono del territorio, più della metà, altro aspetto da non sottovalutare”.

 

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