“Consolidare la memoria collettiva per non dimenticare”

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Collocate a Cervignano due nuove pietre d’inciampo in onore di altrettanti concittadini vittime della deportazione nei campi di sterminio nazisti

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(ph. Claudio Pizzin)

CERVIGNANO DEL FRIULI – Posizionate due nuove pietre d’inciampo a Cervignano, in occasione della Giornata della Memoria.

In piazza Indipendenza, davanti all’ingresso del municipio, è stata posta la pietra in memoria di Ettore Zanutel; a Scodovacca, invece, di fronte alla chiesa, quella in memoria di Ivo Spanghero.

Alla cerimonia sono intervenuti autorità civili e religiose, studenti dell’Isis Bassa friulana e della Scuola media “Randaccio”, nonché associazioni d’arma, forze dell’ordine e associazioni culturali.

“Queste pietre – ha affermato il sindaco Andrea Balducci – serviranno a consolidare la nostra memoria collettiva, tramandando alle generazione future quanto non deve essere mai dimenticato”.

Dopo la posa della prima pietra in piazza Indipendenza, con la benedizione da parte del parroco don Sinuhe Marotta, sono intervenuti il presidente del Gruppo Alpini di Cervignano, Carlo Tomasin, e i rappresentanti degli studenti.

In mattinata, il sindaco Balducci aveva anche presenziato in prefettura a Udine alla consegna di una Medaglia d’Onore al cervignanese Ermenegildo Donda.

  • Le pietre d'inciampo benedette da don Marotta (ph. Claudio Pizzin)

Il ricordo

Ettore Zanutel, nato il 12 agosto 1898 a Cervignano, celibe e di professione artigiano tappezziere, fu prelevato dai tedeschi nel corso di un rastrellamento.

Era un partigiano della brigata Fontanot di Pianura. Trasferito in un primo tempo a Udine, risulta disperso in Germania il 19 marzo 1945.

La pietra è stata posata dal pronipote Maurizio Zanutel.

Ivo Spanghero nacque a Scodovacca il 25 settembre 1913. Sposato con Maria Bertogna, avevano una figlia, Edeina. Di professione panettiere, abitava nell’allora via del Muro Gemini.

Partigiano brigata Gap Garibaldi Friuli, nome di battaglia Moschito, fu arrestato durante un rastrellamento a Fiumicello, trasferito in carcere a Trieste e poi deportato dove arrivò il 21 agosto 1944 e gli fu attribuito il n° 7637 come “italiano politico”. T

rasferito a Camp Dora, morì il 19 febbraio 1945 nella baracca 38. Il cadavere fu bruciato nel crematorio del campo e le ceneri furono sepolte in una fossa comune. Il 27 gennaio 2010, alla figlia Edeina Spanghero, è stata consegnata la medaglia d’onore per il sacrificio subito dal padre Ivo a seguito della deportazione.

La pietra in sua memoria è stata posata dai nipoti Maurizio e Patrizia Balducci.

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