A Udine uno dei Data Center più sicuri al mondo

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redazione

23 Aprile 2018
Reading Time: 3 minutes

Certificazione dell’Uptime Institute

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È di queste ore l'annuncio dell'entrata in vigore in Europa, dal prossimo 25 maggio, del nuovo Regolamento UE 2016/679 conosciuto anche come General Data Protection Regulation o GDPR. Si tratta di un regolamento voluto dall’Unione Europea che riguarda il trattamento e la libera circolazione dei dati personali. Un regolamento che manderà in pensione, una volta per tutte, le vecchie direttive sulla protezione dei dati che risalgono addirittura al 1995.

Il GDPR abbraccia una quantità enorme di ambiti, dai big data passando per i social network sino ai diritti dei cittadini europei come utenti di Internet. Un regolamento che nasce per avere una certezza giuridica e maggiore semplicità delle norme che riguardano il trasferimento dei dati dall’Unione Europea verso il resto del mondo. Previste importanti novità in materia di trattamento dei dati. Innanzitutto sono introdotte regole più chiare su informativa e consenso. Inoltre, l’Unione Europea ha stabilito limiti ben precisi al trattamento automatizzato dei dati personali. Il GDPR stabilisce anche nuovi e rigidi criteri per il trasferimento dei dati delle persone al di fuori dell’Unione Europea. Infine, il nuovo regolamento specifica nuove e rigorose norme per quanto riguarda la violazione dei dati.

Un regolamento che va a braccetto con la sicurezza dei server, all’interno dei data center. Uno dei data center fra i più sicuri al mondo si trova ad Udine, ed è stato certificato dall'Uptime Institute. Ad essere, l'unica in Italia a poter contare su questo risultato è InAsset, operatore di telecomunicazioni a livello nazionale. Il suo data center, certificato ospitato nel quartier generale di Pasian di Prato, rappresenta uno dei più maggiori nodi su scala nazionale di interconnessione verso le reti in fibra ottica in Italia e nel mondo.

La certificazione giunge, per InAsset, dalla più importante organizzazione mondiale che certifica la sicurezza e la vulnerabilità di un data center: Uptime Institute, a tale scopo, ha introdotto il Management & Operations Stamp Of Approval (MOSA), attestazione che considera anche le azioni e i comportamenti umani che, se non corretti, possono comportare problemi anche gravi. Oltre ad utilizzare criteri comunemente riconosciuti come standard (dalla progettazione ingegneristica alle tecnologie di sistema, fino all'infrastruttura e alla robustezza elettromeccanica), questa scala valutativa prende in esame anche l'aspetto umano. Un aspetto tutt'altro che secondario, visto che il 70% degli incidenti che accadono nei data center è causato errori umani, in grado di determinare un grave blocco dei servizi.

Il programma MOSA, in oltre 20 anni di attività, ha analizzato strutture di tutto il mondo per aiutare gli operatori a introdurre best practice, nei loro processi di gestione ed efficientamento dei data center. Con un punteggio sopra la media, InAsset ha conseguito a marzo 2018, il prestigioso titolo (unico data center in Italia): «Con la soddisfazione – sottolinea Roberto Cella, fondatore e amministratore delegato dell'azienda – di ricevere il plauso dallo stesso ente certificatore per aver ottenuto una valutazione così alta». Nel mondo esistono soltanto 140 aziende ad avere ottenuto il “sigillo” M&O di Uptime Institute, a garanzia di assoluta eccellenza.

InAsset è un’azienda di Udine, parte del Gruppo PA. Conta un data center principale a Udine, cuore pulsante dell’azienda: rappresenta una delle strutture più avanzate a livello di sistemi di sicurezza e di efficienza degli impianti. È certificato non solo col MOSA ma anche con le ISO 27001, ISO 20000 e ISO 9001 e due siti per Disaster Recovery, uno a Bergamo e l’altro a Bologna. InAsset, conclude Cella: «È un’eccellenza tutta italiana che fa da riferimento assoluto nel panorama del cloud a livello internazionale».

Il Gruppo Partners Associates (comprendendo la neo acquisita Inasset), ha chiuso il 2017 con un fatturato di circa 60 milioni di euro e un Ebitda di circa 7,5 milioni, dichiara la propria volontà di diventare un polo aggregante di riferimento per il settore dei provider di servizi IT, crescendo anche attraverso l’aggregazione di altri operatori presenti sul territorio.

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