Lavoro, in FVG assunzioni calate del 46% a marzo

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redazione

16 Aprile 2020
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Rispetto all’anno precedente

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Assunzioni quasi dimezzate (- 46%) tra marzo 2019 e marzo 2020. Settori strategici falcidiati, con cali del 44,6% per le costruzioni, 45,6% per manifattura e terziario e 42,5% per il commercio. Letteralmente devastati alberghi e ristoranti (- 56,6%). Crollo verticale per istruzione e formazione professionale (- 80,9%).

“Questa è la fotografia – spiega l'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen – che ci consegna l'Osservatorio regionale del mercato del lavoro. Sono numeri parziali, con rilevazioni che comprendono il periodo tra il 23 febbraio e fine marzo. Con ogni probabilità, il quadro peggiorerà ancora, quando saranno disponibili i numeri di aprile. Dopo l'emergenza sanitaria, si prospetta una nuova stagione molto critica e delicata, sia per le ripercussioni sociali che per le implicazioni economiche. La fase 2 necessita di progetti chiari e risorse, tante risorse da iniettare nel corpo sociale per restituire vigore al sistema ed esorcizzare il rischio del collasso”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A esclusione del lavoro domestico, che segna + 18,9% nel valore delle assunzioni, le variazioni percentuali sono negative per tutte le tipologie contrattuali. Soffre di più il lavoro a termine (- 53%) e fortissimo è l'impatto del virus anche sulle assunzioni dei parasubordinati (- 70%). Guardando alle contrazioni tendenziali delle posizioni di lavoro dipendente, è soprattutto il comparto dei servizi turistici e della ristorazione, in generale, a essere particolarmente penalizzato.

“Considerando gli interventi messi in atto dal Governo – ha aggiunto l'assessore – quali sono le leve a nostra disposizione? Il primo passo è fluidificare i processi di drenaggio dalle risorse nazionali ai lavoratori dipendenti (ammortizzatori sociali ordinari e in deroga) e indipendenti (bonus tra 600 e 1.300 euro mensili) della nostra regione. Una volta chiarite le misure e le risorse della cosiddetta fase 2 nazionale, dovremo riconvertire e rifinanziare alcune misure. Si tratta di capire se e in che termini i lavoratori stagionali – il cui contratto è scaduto oppure che avranno la prospettiva di una mancata assunzione nelle prossime settimane – saranno coperti da una qualche forma di ammortizzatore sociale ordinario o in deroga”.

“In secondo luogo – aggiunge Rosolen – si potrebbe pensare di adattare le politiche di incentivazione alle assunzioni, strumento rivolto alle imprese che hanno necessità di assumere in questo momento o nelle prossime settimane. Andrebbe allargato l'intervento anche ai comparti più soggetti alla stagionalità/ciclicità della produzione di beni e servizi, incentivando non solo le assunzioni a tempo indeterminato, ma anche forme contrattuali temporanee, come ad esempio nel comparto turistico in generale e nelle attività della filiera agroalimentare”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“In terzo luogo – conclude Rosolen – le politiche attive del lavoro possono, attraverso i servizi per il lavoro e la formazione professionale, sostenere la domanda di lavoro intervenendo nei processi di un'eventuale riconversione delle produzioni e della manodopera necessaria. Infine, e di concerto con gli interventi delle attività produttive, i comparti manifatturieri o i poli di mercato particolarmente rilevanti, quale ad esempio la cantieristica regionale con il suo forte indotto e quelli vocati all'export, dovrebbero essere coinvolti in un piano di sostegno e rilancio graduale, in cui una parte interessante potrebbe essere svolta dai servizi pubblici di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro e la formazione professionale, con forte spinta verso l'innovazione e la specializzazione specifica, assecondando le reali esigenze delle imprese”.

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