La Comunità Religiosa Serbo-Ortodossa di Trieste sta raccogliendo i beni di prima necessità da mandare in Serbia dove le alluvioni hanno provocato una vera catastrofe, portando via vite umane e provocando grossi danni materiali e migliaia di persone sfollate.
“Per il momento – fanno sapere – le cose più necessarie sono: prodotti per l’igiene personale, prodotti disinfettanti, pannolini per bambini, pannolini per adulti, latte in polvere e gli omogeneizzati, cibo in scatola”.
Anche la Bosnia è in ginocchio, alluvioni di proporzioni bibliche hanno devastato il Paese, più di novecentomila persone sono colpite, le città sono sommerse sotto l’acqua, i villaggi portati via dalle frane. Decine di morti, sfollati, strade e ferrovie interrotte: in superficie galleggiano cadaveri e bestiame morto, la pioggia e i fiumi spostano i campi minati.
“Vi chiediamo – l’appello dei soccorritori – di aiutare non i musulmani, i serbi o i croati, ma semplicemente la gente”.
“La notizia – sottolinea la vicesindaco di Trieste, Fabiana Martini – non è più nelle prime pagine e nei titoli di testa dei giornali già da alcuni giorni, ma la situazione è ancora drammatica e necessita della nostra collaborazione: la sensibilità finora dimostrata dai triestini è stata grande, l’invito che rivolgiamo alla cittadinanza è quello di non interrompere questa generosità e continuare a portare aiuti concreti nei due punti allestiti in città a questo scopo:
in via Genova 12 (presso la Comunità serbo-ortodossa), dove la raccolta continua fino a domenica, ma non si raccoglie più vestiario;
in via Pascoli 45 (presso il Centro culturale islamico), dove la raccolta continua ogni giorno (sabato e domenica inclusi) dalle 17 alle 20”.