Trieste: raro elmo gladiatorio recuperato grazie al Rotary

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redazione

4 Giugno 2024 , ,
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Restaurato tramite il Club Trieste Nord, il reperto storico è ora esposto nella sala romana del Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”

Da sinistra l’assessore Rossi, la direttrice Vidulli Torlo e il presidente Pasino
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Da sinistra l’assessore Rossi, la direttrice Vidulli Torlo e il presidente Pasino

TRIESTE – Restaurato un elmo gladiatorio dell’età repubblicana del 1° secolo a.C. grazie al Rotary Club Trieste Nord.

Si tratta di un reperto storico, unico nel suo genere, che data la sua rarità è stato richiesto dal Museo del Colosseo di Roma per un’esposizione dedicata ai Gladiatori.

Di proprietà del Museo della Guerra per la Pace “Diego de Henriquez”, attualmente è esposto nella sala romana del Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, sempre a Trieste.

Il recente restauro ha consentito di ripulire in modo approfondito la superficie e gli interstizi del manufatto e la totale disidratazione e successiva stesura di un inibitore della corrosione e di un protettivo dopo l’incollaggio di un frammento staccato.

L'elmo esposto al museo
L’elmo esposto al museo

Il progetto di restauro è stato presentato la scorsa settimana nel corso di un incontro al Museo Winckelmann a cui hanno partecipato Giorgio Rossi, assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo del Comune di Trieste, Marzia Vidulli Torlo, direttrice del Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, Emanuela Querini, restauratrice che si è occupata del progetto, e Massimo Pasino, presidente del Rotary Club Trieste Nord, insieme a una rappresentanza del Club.

Le caratteristiche dell’Elmo

L’Elmo in lega di rame con cresta squadrata risalente all’età repubblicana misura 30x32x36 cm e pesa 2 kg. Di forma avvolgente con ampia tesa per difendere le spalle, sulla calotta presenta un pettine sul quale venivano fissate grandi penne di vario colore, indispensabili per distinguere i gladiatori durante il combattimento nell’arena.

L’elmo faceva parte dell’equipaggiamento del gladiatore detto “oplomaco”, armato anche di piccolo scudo rotondo, lunga lancia e pugnale e appartiene alla collezione del Civico Museo di Guerra per la Pace.

Si tratta di un manufatto autentico, fatto piuttosto raro, i musei infatti raramente possiedono armature autentiche dei gladiatori poiché erano oggetti preziosi conservati nelle scuole di gladiatura, restaurati ogni qualvolta venivano lesionati, o – se irrecuperabili – venivano fusi per usarne il metallo e rifondarlo successivamente.

Solo a Pompei l’eruzione del Vulcano ha permesso il recupero di molte armature rimaste sigillate dai lapilli.

A oggi non è noto come Diego de Henriquez se lo sia procurato ma è plausibile pensare provenga dal fiorente mercato antiquario clandestino da Pompei o comunque dall’area campana.

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