Kurdistan Iracheno, da Udine nuova diplomazia culturale

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redazione

24 Giugno 2019
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Accordo tra Università e ArcheoCrowd

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È stato firmato l’accordo attuativo per lo svolgimento di attività di ricerca archeologica nel Kurdistan Iracheno (Iraq) promosse congiuntamente dal Progetto Archeologico Regionale Terra di Ninive (Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’università di Udine), diretto da Daniele Morandi Bonacossi, e ArcheoCrowd srl, rappresentata da Francesco Zorgno e da Stefania Menguzzato. L’accordo, che discende dalla convenzione quadro fra l’Università di Udine e ArcheoCrowd per il sostegno a attività di ricerca scientifica nel campo del patrimonio culturale firmata nel 2018, è volto a sostenere le imminenti campagne di scavo del Progetto Terra di Ninive nei due siti archeologici di Gir-e Gomel/Gaugamela e Faideh nella regione di Duhok, Kurdistan Iracheno settentrionale.

Nell’antica Mesopotamia settentrionale, luogo per decenni inesplorato a causa della complessa situazione politica, la missione archeologica dell’Università di Udine, guidata dal professor Daniele Morandi Bonacossi, è presente dal 2012 con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli.

A queste istituzioni ed enti pubblici si aggiunge ora l’impegno strategico di ArcheoCrowd srl, una società nata per sostenere, attraverso iniziative mirate, la ricerca archeologica delle università italiane sia in ambito nazionale sia internazionale.

«Finanziare la difesa del patrimonio culturale è la nostra missione – ricorda Francesco Zorgno, amministratore delegato di ArcheoCrowd –. La missione in Kurdistan rappresenta un’ottima opportunità di investimento e di visibilità internazionale per i nostri soci. Questo deve essere uno stimolo importante per tutti gli imprenditori che hanno capito il ritorno che può derivare da iniziative del genere. Per questo stiamo già lavorando a una serie di nuovi progetti per i prossimi mesi».

L’impegno di ArcheoCrowd andrà a sostenere gli scavi archeologici nel sito di Gir-e Gomel, l’antica Gaugamela, dove nel 331 a.C. Alessandro Magno sconfisse l’esercito di Dario III, facendo crollare l’impero persiano e fondando un nuovo impero che si estenderà dalla Macedonia alla Valle dell’Indo in Pakistan. Ma le ricerche coinvolgeranno anche il sito di Faideh, dove proprio l’équipe del prof. Morandi Bonacossi nel 2012 ha realizzato una scoperta straordinaria.

«A Faideh – ricorda Morandi Bonacossi –, lungo le sponde rocciose di un canale, fatto scavare alla fine dell’VIII secolo a.C. da un sovrano assiro per irrigare l’entroterra della capitale, Ninive, abbiamo rinvenuto nove straordinari rilievi rupestri che da allora attendono di essere scavati, documentati, conservati e valorizzati in un’ottica integrata, che miri non solo a raccogliere nuovi importanti informazioni scientifiche, ma anche a salvare l’eccezionale patrimonio culturale del Kurdistan iracheno e ad attivare nuovi circuiti culturali e turistici che attraggano il turismo locale e internazionale nella regione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Ricerca, tutela, valorizzazione e cooperazione internazionale sono al centro di un progetto dove l’archeologia diventa anche strumento di diplomazia culturale – ha sottolineato Daniele Morandi Bonacossi – e la ricerca sul campo, la valorizzazione e protezione del patrimonio culturale si pongono come obiettivi inscindibili anche per ricostruire il tessuto sociale e civile di Paesi martoriati dalle guerre. Grazie all’accordo con ArcheoCrowd, la nostra missione riuscirà a intervenire in maniera ancora più efficace in un contesto difficile come quello dell’Iraq del nord».

«Attraverso questa collaborazione unica in Italia fra mondo della ricerca pubblica e impresa privata a sostegno della ricerca archeologica – commenta Andrea Zannini, direttore del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale – l'Università di Udine si conferma ateneo dinamico e innovativo, capace di esplorare nuove vie al co-finanziamento della ricerca scientifica in sinergia con partner privati».

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