Il Film Fund FVG si rinnova a Venezia

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redazione

29 Agosto 2014
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Presentazione alla Mostra del Cinema

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Nel 2003 la Film Commission del Friuli Venezia Giulia fu la prima in Italia a dotarsi di un Film Fund, sul modello dei paesi nordeuropei. Considerato l’indotto economico notevole che una produzione cinematografica o televisiva genera sul territorio che la ospita – sia in termini di spesa che di occupazione – l’idea era di offrire un incentivo in più, che si aggiungesse alla bellezza e varietà delle locations regionali e alle naturali azioni di supporto logistico e operativo. Un’idea che ha funzionato tanto da diventare un modello per molte altre regioni italiane che successivamente si sono dotate di un fondo alla produzione.

Questo processo ha di fatto cambiato la geografia produttiva italiana, favorendo l’esplorazione e il racconto di regioni poco frequentate dal cinema e dalla televisione e attirando allo stesso tempo sempre più produzioni internazionali.

Dopo oltre un decennio, FVG Film Fund fa il tagliando e si dota a partire dal 2015 di un nuovo regolamento presentato oggi alla Mostra del cinema di Venezia, presso lo spazio del Venice Film Market. “Abbiamo apportato una serie di modifiche ormai necessarie per mantenere e aumentare la nostra competitività sul mercato delle locations”, ha spiegato Federico Poillucci, presidente di FVG Film Commission, la struttura che gestisce il Film Fund. Al tavolo, per discutere le novità del regolamento, anche Francesca Cima della Indigo Film, Presidente della sezione Produttori dell’Anica e fresca produttrice in FVG de “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores, e Guido Cerasuolo di Mestiere Cinema, Presidente dell’APE – Associazione Produttori Esecutivi.

Maggiore apertura alle grandi produzioni, più attenzione alla crescita del tessuto produttivo locale, grande voglia di “fare sistema” in un più forte legame con il Fondo Audiovisivo FVG: sono questi alcuni degli elementi di novità del regolamento, che non modificano ma accentuano la vocazione del fondo rivolta alla ricaduta economica sul territorio. “Abbiamo finalmente separato le richieste di contributi per lungometraggi e fiction tv da quelle per documentari, cortometraggi e videoclip che il vecchio regolamento valutava con gli stessi criteri – ha sottolineato Poilucci –. Contemporaneamente, il nuovo regolamento incentiva con più decisione l’impiego di personale locale, voce che assieme alla “ricaduta economica” gode del maggior punteggio in sede di valutazione”.

“Il massimale di contributo è aumentato e contemporaneamente è stato abbassato il numero delle giornate di riprese necessario per ottenerlo, questo – ha aggiunto Poillucci – avrà sicuramente un impatto positivo in termini di attrattività per il territorio”. Rimane l’obbligo per le produzioni cinema e tv di spendere sul territorio almeno il 150% del contributo percepito. Proprio la spesa diretta sul territorio è stata presa ad esempio da Guido Cerasuolo per dimostrare la bontà del meccanismo. Attraverso la sua società, Mestiere Cinema, Cerasuolo ha curato la produzione esecutiva in FVG di 4 film: “A fronte di contributi che si aggiravano attorno ai 120.000 euro, solo dai documenti contabili e tralasciando l’indotto indiretto, spendevamo in regione circa 2 milioni di euro per ogni film”.

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