Fiabe e leggende Goriziane

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Margherita Reguitti

26 Gennaio 2023
Reading Time: 3 minutes
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L’autrice goriziana confessa che la passione per le bibliografie può essere considerata una “malattia professionale” dei bibliotecari

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Un’ossatura bibliografica, una rete di rimandi ad altri testi unitamente ad approfondimenti e all’organizzazione in indici di personaggi e luoghi di Gorizia e dintorni. Tutto questo rende prezioso per magia di racconto e rigore scientifico la recente uscita di “Fiabe e leggende Goriziane” di Antonella Gallarotti per i tipi di Libreria Antiquaria Drogheria 28 di Trieste (pagg. 128 Euro 22), con prefazione di Marco Menato.

Dalla castellana siora Stellina a Caterina figlia del conte di Gorizia, dai fuochi fatui di Borgo Castello al corteo dei soldati sepolti nell’ossario di Oslavia. Ma ancora dalla baronessina Aurora Formentini, che da San Floriano portò in dote al marito ungherese vitigni Tocai, alla spiritata di Gradisca aggiungendo le campane di Farra. Una pubblicazione che è racconto di luoghi e autori: dal filosofo Carlo Michelstaedter a Biagio Marin, da Ranieri Cossar a Carlo H. de’ Medici, solo per citarne alcuni.

L’ambito dei testi raccolti è certamente quello goriziano, inteso come città e suoi immediati dintorni, in alcuni casi borghi e comuni autonomi poi inglobati dal capoluogo, ma anche paesi limitrofi nei quali sono ambientate narrazioni note e diffuse in città. Si viaggia dunque dal fiume Isonzo al San Valentin e al Carso, da San Mauro e Sabotino a Valdirose e al Collio, da Piedimonte e Lucinico a Sant’Andrea, alla Groina e Mainizza. Sono storie, fiabe e leggende appartenenti alla tradizione locale o frutto di fantasia e rielaborazione letteraria. È questo il caso de “Il re fantoccio” di Michestaedter, fiaba filosofica mai pubblicata come testo a se stante ma solo in appendice de “La persuasione e la rettorica”.

L’autrice, studiosa e scrittrice nota a Gorizia e non solo anche per la sua lunga attività nella Biblioteca statale isontina, confessa che la passione per le bibliografie può essere considerata una “malattia professionale” dei bibliotecari.

Ma come spiegarne l’importanza e a che cosa serve? “La bibliografia è la mappa che porta a scoprire altri libri – spiega Antonella Gallarotti – e a confermare l’attendibilità del testo”.

Questa edizione del volume oltre a un corposo corredo bibliografico è arricchita da un indice di luoghi e nomi.

A cosa servono dunque gli indici? “Per i pre-nativi digitali, ricercatori formatisi prima di internet e database, sono il primo livello di ricerca per parole chiave”.

Il lavoro che ha portato alla riedizione aggiornata e ampliata di “Fiabe e leggende Goriziane” è stato fatto su edizioni a stampa ma l’autrice ha scoperto, fuori tempo massimo a libro già in stampa, un nuovo filone di indagine: quello musicale.

Attraverso l’ultimo album dei Corte di Lunas, gruppo musicale di Cervignano che si definisce di Renaissance Celtic Folk Rock, dal titolo “Tales from the brave lands”, è venuta a conoscenza di tracce stimolanti e del tutto nuove per questo settore. Fra gli 11 pezzi del Cd, dedicati ad altrettante leggende del Friuli Venezia Giulia, quello intitolato “I tre fradei” parla di Gorizia e dell’Isonzo che, assieme a Sava e Drava, tenta di raggiungere il mare. Un racconto diverso che apre a nuovi filoni di ricerca nelle versioni musicali delle fiabe e leggende goriziane: si sospettano inedite e sorprendenti scoperte che saranno oggetto di prossimi approfondimenti. Il libro sarà a breve presentato a Gorizia.

 

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