Droga di Stato

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Andrea Fiore

28 Dicembre 2023
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Il tabacco continua a mietere migliaia di vittime nel nostro Paese. Eppure la sua commercializzazione resta legale. Le sigarette elettroniche sembravano una soluzione, invece…

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Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, si stima che in Italia siano attribuibili al fumo di tabacco almeno 93.000 morti ogni anno, oltre a confermarlo fattore di rischio con il maggiore impatto nella formazione dei tumori.

Possibile che ai giorni nostri, quando da decenni si conoscono le problematiche correlate al tabagismo, dobbiamo ancora fare i conti con questi bollettini?

Tutti sanno che fumare fa male, la stragrande maggioranza dei fumatori dice di voler smettere di fumare, le istituzioni preposte dicono di voler combattere senza se e senza ma il fenomeno, eppure il tabacco resta la principale droga nel mondo, la cui commercializzazione e assunzione restano perfettamente legali.

In queste righe non affronteremo gli aspetti economici legati al fenomeno (i miliardi di euro incassati dallo Stato con le accise sulle sigarette, ma anche i miliardi di costi sanitari per le cure): ci focalizzeremo sulla sua evoluzione che si interseca con il consumo di altre droghe.

In Italia, dati alla mano, il tabagismo risulta in calo tra gli uomini mentre è in aumento tra le donne, come peraltro confermato dall’incremento dei casi di cancro al seno e ai polmoni proprio nei soggetti di sesso femminile.

Ma i dati più preoccupanti riguardano i giovanissimi. Obbligandoci a un ragionamento più ampio. Il tabacco, infatti, non è la sola droga legale in commercio. Ci sono anche l’alcol e, meno considerata perché più leggera, la caffeina. Tutte droghe il cui utilizzo, con contesti diversi, registra i primi casi anche già nei bambini di quinta elementare.

Se da un lato questo approccio in tenera età apre interrogativi sul perché bambini di 10-11 anni avvertano la necessità di provare queste sostanze, dall’altro impone una riflessione anche sugli adulti che consentono o, quanto meno, non si accorgono di tutto questo, intervenendo per tempo. Perché il ricorso a queste droghe in giovanissima età, purtroppo, è spesso il primo passo verso l’utilizzo di sostanze più pericolose, anche per il contributo involontario di innovazioni discutibili.

Negli anni scorsi, ad esempio, la diffusione della sigaretta elettronica venne salutata come una terapia del tabagismo: il fumatore inala uno sbuffo di gas caldo al posto del fumo di tabacco. Se per i tabagisti adulti può risultare un buon metodo per smettere di fumare, per i ragazzini rappresenta l’ingresso in un mondo pericoloso. Molti di loro, infatti, iniziano a utilizzare la sigaretta elettronica motivati dal fatto che faccia meno male di quella tradizionale, salvo poi scoprire che il vaporizzatore presente può essere utilizzato in modi svariati.

La sigaretta elettronica manipolata può infatti far entrare nel corpo qualsiasi sostanza: cannabis, cocaina, eroina. Uno scenario agghiacciante che rischia di sdoganare abitudini pericolose e tossiche.

In questo fosco scenario concludiamo con una bella notizia: a breve sarà in commercio un farmaco in grado di eliminare la dipendenza da tabacco. Primo e, per ora, unico caso di trattamento in grado di fornire risultati certi contro una droga.

Ma mai come in questi tempi l’antico adagio “Prevenire è meglio che curare”, resta di stretta attualità.

 

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