Disegnando la vita

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Claudio Pizzin

29 Dicembre 2023
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La sua produzione di disegni, ritratti e quadri è senza soluzione di continuità. «Disegno continuamente da quando ero bambino. Anche se quella critica ricevuta in una mostra dopo il terremoto…»

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SAN DANIELE DEL FRIULI – Spesso le nostre azioni sono concepite per raggiungere un fine. Talvolta però l’azione stessa rappresenta il fine. Il rapporto tra Fulvio Pozzar – disegnatore, ritrattista, pittore – e l’arte segue proprio questa direttrice. Come ci spiega in questa intervista.

Fulvio Pozzar e la pittura: una passione nata quando?

«Da ragazzino, mio fratello disegnava benissimo (un talento naturale) e per imitazione ho cominciato a disegnare anche io. Avevo più o meno 11-12 anni».

Cosa significa per lei disegnare e dipingere?

«È uno sfogo, certe volte sono tranquillo sul divano è ho un impulso a prendere la matita in mano. Di fatto disegno sempre, magari scarabocchi senza senso, ma in ogni momento libero ho una penna o matita in mano. Chi mi conosce si ricorda le riunioni di lavoro in cui alla fine mi chiedevano in regalo il ritratto che avevo fatto. Un mio compagno di scuola, anno 1977, poco tempo fa mi disse: “Mi ricordo che disegnavi sempre in classe”».

Come sceglie i soggetti dei suoi quadri?

«Io non mi considero un artista, ma uno che sta studiando, di conseguenza spazio in tutti i generi: matita, acquarelli, acrilici, olio e con tutti i soggetti: ritratti, paesaggi, animali. Non ancora nature morte, ma sono il prossimo obiettivo».

Nella sua pittura si ispira a qualche artista in particolare?

«Ammiro tantissimi artisti, ma in genere non mi ispiro a nessuno».

Quali messaggi desidera trasmettere attraverso le sue opere?

«Forse un giorno arriverò a un grado di indipendenza pittorica che mi permetterà di comunicare dei messaggi. Tuttavia qualcosa c’è nei miei ritratti: mi esce sempre una espressione straniante come di un conflitto interiore, qualcosa vorrà dire».

Lei non ha mai venduto nessuno dei quadri che ha realizzato. Come mai questa scelta?

«Non considerandomi un artista non mi sembra giusto mercificare i miei lavori. Inoltre penso che il mercato condizioni l’autore, nel senso che se faccio un quadro che piace e vendo, poi sarò portato a ripeterlo all’infinito. I miei quadri li regalo perché mi piace l’idea che sui muri di qualche casa ci sia un mio ricordo».

Fulvio Pozzar dipinge da quasi cinquant’anni: com’è evoluta la sua tecnica nel corso del tempo?

«Nel disegno non è evoluta granché. Possiedo disegni di 50 anni fa che sono più o meno come oggi; l’evoluzione è in corso nelle tecniche pittoriche: olio, acrilico e acquarello. In questi ambiti negli ultimi anni ho fatto dei notevoli progressi, anche se ho ancora tantissima strada da percorrere».

Qual è la critica ricevuta per una sua opera che più l’ha infastidita?

«Nel 1976 partecipai a una mostra collettiva. Avevo venti anni e abitavo a San Daniele del Friuli, dove dipingevo all’aperto fra una scossa di terremoto e l’altra. Un bravissimo pittore durante la mostra vedendo i miei quadri mi disse “Si vede che sei innamorato”. Ci rimasi malissimo e per almeno 40 anni non toccai un colore a olio. Ho ripreso solo di recente».

E il complimento più bello?

«La più grande soddisfazione è stata che quasi 50 anni dopo lo stesso artista mi ha fatto i complimenti a mezzo social per una serie di miei disegni astratti, seguito a sua volta da Ottavio Sgubin che mi seguiva su facebook e metteva sempre “like” alle immagini delle mie opere».

Lei è originario di Fiumicello e vive a San Daniele del Friuli. A suo avviso il mondo dell’arte nella nostra regione gode di buona salute?

«Ho recentemente visitato la mostra Collinarte rimanendo colpito dalla proliferazione di fantastici artisti che abbiamo in regione. A mio avviso il Friuli Venezia Giulia è una terra piena di creatività e di ottime iniziative».

Attualmente a quali quadri sta lavorando?

«Io disegno di continuo. Ho in lavoro un grosso quadro che mi guarda e mi implora di finirlo: è lì da mesi, verrà il momento».

C’è un’opera che vorrebbe realizzare ma che non è ancora riuscito a dipingere?

«Quattro amici al bar. Un amico ha fatto una bellissima foto: ho già disegnato un bozzetto a matita e ho pronta una grande tela. Ce l’ho chiara in testa e prima o poi la realizzerò».

 

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