Debiti e solitudine: l’azzardo online tra i giovani

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Sempre più giovanissimi vengono coinvolti nel mondo di giochi e scommesse sul web, illusi da facili guadagni di denaro. Ma la realtà si svela presto tragica

(ph. Aidan Howe da Pixabay)
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(ph. Aidan Howe da Pixabay)

Azzardo, denaro, solitudine. Sono questi i tre protagonisti di un fenomeno che sta prendendo sempre più piede nelle giovani generazioni, con pesanti ripercussioni psicologiche per i soggetti coinvolti.

In realtà, c’è anche un quarto elemento a cui tutto ruota attorno: lo smartphone. Un oggetto intimo per i ragazzi, che a differenza di un computer, il più delle volte non viene controllato dai genitori, per rispetto della privacy e della fiducia da garantire ai propri figli.

La vergogna di confidarsi

Così facendo, però, nessun adulto si accorge delle gravi situazioni in cui ragazzi giovanissimi – parliamo di studenti delle scuole medie – si cacciano a loro insaputa, senza avere gli strumenti per poterne uscire.

Questi giovani, infatti, rappresentano il “target facile” di siti e applicazioni online che promuovono il poker, le scommesse su eventi sportivi e addirittura il trading (acquisto e vendita di titoli come in Borsa). Agli utenti, viene regalato un plafond iniziale di denaro per testare queste “opportunità”.

Ma il regalo iniziale svanisce rapidamente, lasciando spazio a debiti da saldare. E qui entra in gioco il terzo protagonista citato in apertura: la solitudine.

Perché a differenza di quanto accade per altri usi “malsani” dello smartphone tra i giovani, come ad esempio la condivisione di immagini e video a sfondo sessuale, la perdita al gioco online viene vissuta dai ragazzi in modo estremamente riservato, senza alcuna condivisione con gli amici, men che meno con gli adulti di riferimento.

Un baratro senza fine

Ecco allora che questi giovanissimi si ritrovano soli in situazioni più grandi di loro, dalle quali non sanno come uscirne, se non aumentando giocate e scommesse, incrementando così ulteriormente e drammaticamente le proprie perdite.

In questo modo, le giovani vittime diventano facilmente ricattabili, venendo spinte a pagare “in natura” i loro debiti, o avviati al “dark web”: siti privati collegati tra loro nella galassia di vizi, droghe e altre attività illecite.

In breve tempo, la giovane vittima entra in uno stato di depressione, evidenzia comportamenti aggressivi, denota poco impegno scolastico e si isola dagli amici, perché il tempo libero lo deve dedicare a giocare con assiduità nella speranza di ripianare i debiti.

Accanto ai propri figli

Ecco perché è importante che i genitori facciano attenzione a tutti questi sintomi: solo accorgendosi del disagio si potrà intervenire e aiutare i propri figli. Nel caso specifico, rivolgendosi subito alla Polizia postale.

E ricordandosi che lo smartphone non è una cosa privata del figlio, ma uno strumento che va monitorato.

 

Andrea Fiore ha lavorato presso l’Azienda Sanitaria di Gorizia e per quella di Pordenone, dove ha seguito il Servizio per le Dipendenze (SerT) come medico tossicologo, specialista in Psichiatria. Da sempre interessato alla prevenzione delle dipendenze, in particolar modo nei giovani e giovanissimi. “Durante la mia attività – confida – ne ho conosciuti centinaia, al SerT ma anche nelle scuole e nei loro luoghi di divertimento. Credo infatti che bisogna esser presenti in tutti gli ambiti della vita per comprendere le persone e poterle aiutare”. Collaboratore di iMagazine dal 2010, attraverso i suoi articoli cerca di raccontare e condividere le proprie esperienze, offrendo alle famiglie strumenti utili per uno stile di vita più sano.

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