Aquileia, riaprono le aree archeologiche

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redazione

18 Maggio 2020
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Nel rispetto delle linee guida

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Da martedì 19 maggio la Fondazione Aquileia, che gestisce tutte le aree archeologiche del sito UNESCO di Aquileia, aprirà nuovamente le porte al pubblico nel rispetto delle linee guida per la riapertura di musei e luoghi della cultura: il porto fluviale, il foro romano, l’area del fondo Pasqualis che ospitava gli antichi mercati, l’area del fondo Cal con i resti delle domus romane e il sepolcreto saranno visitabili con il consueto orario dalle 9 alle 19 e con ingresso gratuito.

«Crediamo che la riapertura delle aree archeologiche – in linea con il ritorno alla normalità auspicato dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga – afferma Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia – sia un primo passo, in attesa della riapertura dei musei e della Basilica, per invitare tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia a riscoprire Aquileia e il suo patrimonio immerso in un contesto naturale unico. Gli ampi spazi verdi, la presenza della pista ciclabile che attraversa il territorio e la collega a Grado, la vicinanza alla laguna e al mare rendono Aquileia meta ideale infatti anche per una visita che coniuga cultura e turismo attivo. Ci teniamo inoltre – continua Zanardi Landi – a dare un segnale di vicinanza anche agli imprenditori del territorio che hanno appena riaperto le loro attività e che auspichiamo possano beneficiare di chi sceglierà Aquileia come meta per una gita all’aria aperta in un contesto ricchissimo di storia e memorie».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«In ogni area – spiega Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia –sono stati posizionati cartelli che ricordano i comportamenti da tenere; sarà necessario indossare la mascherina e rispettare la distanza interpersonale di un metro oltre a evitare assembramenti. Il personale di custodia della Fondazione Aquileia vigilerà sulle aree per conteggiare le presenze e monitorerà l’andamento dei flussi di visitatori. Siamo tra i primi in Italia a rendere nuovamente fruibile un complesso di aree archeologiche molto articolato ed esteso su oltre sette ettari. Ringrazio tutto il personale che ha lavorato per garantire una riapertura in sicurezza».

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