Aquileia protagonista del Carnevale di Venezia

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Figuranti aquileiesi assieme al sindaco Zorino hanno fatto rivivere in piazza San Marco la vicenda del Patriarca Ulrico. Allo studio anche il coinvolgimento di Grado

Aquileia protagonista al Carnevale di Venezia
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VENEZIA – Ogni Giovedì Grasso, a Venezia, si rievoca la vittoria che il doge Vitale Michiel riportò sul patriarca aquileiese Ulrico nel febbraio 1162.

Il patriarca, volendo rimarcare la sua supremazia sulla diocesi gradese, attaccò l’isola, allora già sotto l’influenza veneziana. Il doge reagì inviando delle “galee” e imprigionando Ulrico con il suo seguito, composto da chierici e nobili.

La vittoria per la città lagunare fu così importante che “allora fu fatto a Venezia uno statuto che nei giovedì grasso in avvenire ad un toro e altri simili porci nella pubblica piazza si dovesse tagliare la testa…“. Infatti Ulrico “ fu preso dai Veneziani… e finalmente avendo promesso di inviare ogni anno in perpetuo 12 grossi porci e 12 pani ed un toro di un sestario nel mercoledì de carnisprivio… fu liberato“.

Da qui un po’ di Aquileia nel celebre motto “Tagliamo la testa al toro“.

E quest’anno, in segno di collaborazione, l’Associazione Compagnia l’Arte dei Mascareri di Venezia, in partnership con la Compagnia teatrale Pantakin, ha richiesto per la prima volta la partecipazione degli aquileiesi per interpretare il Patriarca Ulrico e i dodici feudatari ribelli. La rappresentazione ha avuto come scenografia un palchetto in piazza San Marco, dove la maschera Pantalone ha narrato la vicenda.

“Il coinvolgimento diretto di Aquileia nella rievocazione storica – ha affermato il sindaco di Aquileia, Emanuele Zorino, che ha interpretato il Patriarca Ulrico – riattesta l’importanza culturale della nostra cittadina. Forse non tutti sanno che il detto comune ‘tagliare la testa al toro’ deriva proprio dalla cerimonia che si allestiva ogni anno per ricordare l’episodio di Ulrico. E sarebbe interessante indagare se la distribuzione del pane e della carne ai veneziani che ne seguiva non abbia in qualche modo inciso nella stessa denominazione di ‘giovedì grasso’”.

 

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