Diagnosi prenatale, si rinnova il supporto psicologico

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redazione

15 Settembre 2023
Reading Time: 3 minutes

Progetto nato per dare sostegno fin dalla prima ecografia ai genitori dei bambini con malformazioni per cui si prevede una terapia chirurgica

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TRIESTE – Il progetto diSupporto Psicologico dalla Diagnosi Prenatale, ideato da A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo in partnership con l’IRCCS Burlo Garofolo, nasce per dare sostegno psicologico fin dalla prima ecografia ai genitori dei bambini con malformazioni per cui si prevede una terapia chirurgica.

Arrivato al suo quinto anno di attività (è oggi in corso la seconda annualità del secondo triennio), il progetto continua a crescere anche grazie alla restituzione delle opinioni delle famiglie: tra settembre 2022 e maggio 2023, i genitori hanno risposto ad alcuni questionari qualitativi e quantitativi, frutto di una recente ricerca sistematica, condotta per una tesi universitaria.

Il progetto di Supporto Psicologico dalla Diagnosi Prenatale” è, insieme al progetto Accoglienza, uno dei cardini di A.B.C. e si è rivelato imprescindibile sin dalla fondazione dell’Associazione: nasce, infatti, dalla consapevolezza che la comunicazione di una diagnosi di malformazione a carico del nascituro in fase prenatale è un evento traumatico e prelude a un lungo percorso di cura, in cui la famiglia affronta importanti sofferenze, condividendo il cammino con diverse professionalità e reparti ospedalieri.

La presenza di una psicologa specializzata al fianco delle famiglie sin dai primi istanti della gravidanza è, dunque, un’attività che l’Associazione propone da sempre e che negli anni è cresciuta, confermandosi un’importante risposta a un bisogno urgente e fondamentale per i futuri genitori. È del 2018 la felice evoluzione che – grazie a un progetto che ha accomunato l’IRCCS Burlo Garofolo e A.B.C. – ha portato ad affiancare allo staff ospedaliero, in modo strutturato, questa figura professionale, individuata nella terapeuta sostenuta da A.B.C.

Il sostegno psicologico, grazie a questo accordo, è dunque parte integrante di tutto il percorso di cura; finalità del progetto è che la presenza della psicologa, da subito accanto ai genitori, possa supportarli nel processo iniziale di accettazione della realtà e nel prevenire futuri disagi causati da un trauma non elaborato, che può essere causato anche da un possibile lutto in epoca prenatale; ciò consente di creare un clima di fiducia reciproca che permette di affrontare le ansie e i vissuti più dolorosi Allo stesso tempo, compito della professionista è affiancare i professionisti dell’ospedale, per favorire l’alleanza terapeutica fra medico e paziente e contribuire così a facilitare il percorso chirurgico e di cura, migliorando la comunicazione della diagnosi tra operatori dell’ospedale e famiglia.

Il progetto, inoltre, favorisce l’accompagnamento trasversale attraverso i reparti e le diverse fasi, rendendo più agevole la fruibilità da parte della famiglia del servizio ospedaliero. La modalità di risposta alle famiglie viene condivisa all’interno dell’ospedale attraverso un coordinamento fra le diverse professionalità e i vari servizi che svolgono supporto psicologico ai pazienti. La figura della psicoterapeuta lavora dunque in modo integrato con lo staff medico, coinvolgendo – oltre alla struttura complessa di Chirurgia e tutti i suoi ambulatori e la Medicina fetale e Diagnostica Prenatale, la Sala parto, la Clinica Ostetrica e Ginecologica, la Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, la struttura complessa Anestesia e Rianimazione e la Clinica Pediatrica.

Il percorso di supporto per le famiglie ha anche la grande proprietà di essere duttile e di adattarsi alle esigenze dei diversi momenti (prima, durante e dopo il parto) e delle diverse situazioni, famiglie e bambini. Durante la gestazione la psicoterapeuta assiste all’esame ecografico e a quelli futuri, rimane a fianco dei genitori durante il counselling chirurgico e incontra la futura mamma. Se richiesto dalla famiglia, assiste al cesareo e dopo il parto prosegue con gli incontri in reparto oltre a quelli dedicati ai soli genitori. Dopo le dimissioni, le famiglie hanno a disposizione ulteriori colloqui, la psicoterapeuta è presente ai successivi controlli in ospedale e incontra i genitori durante gli eventuali ulteriori ricoveri dei bambini.

«Questo progetto – sottolinea Giusy Battain, direttrice di A.B.C. Onlus – nasce dall’osservazione e dall’ascolto dei bisogni delle famiglie a cui stiamo accanto da oltre 18 anni. Grazie al lavoro di rete il progetto ora ha una sua solida e concreta struttura ed è un aiuto imprescindibile per molte famiglie. Il “Supporto psicologico dalla diagnosi prenatale” è stato da sempre fortemente voluto da A.B.C. insieme al Burlo e ai tanti partner che si sono avvicendati al fianco dell’Associazione in questi anni».

 

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