Ronchi, edizione record per il Festival del Giornalismo

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redazione

19 Giugno 2023
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Consegnato il premio in memoria di Daphne Caruana Galizia a Floriana Bulfon. Già annunciate le date del prossimo anno

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RONCHI DEI LEGIONARI – Si è chiusa ieri la nona edizione del Festival del Giornalismo, organizzata dall’associazione culturale Leali delle Notizie e sviluppatasi dal 13 al 18 giugno a Ronchi dei Legionari, con un “Aspettando il Festival” che aveva tenuto banco, dal 26 maggio al 4 giugno, non solo a Ronchi dei Legionari, ma anche a Gradisca d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Staranzano, San Canzian d’Isonzo, Gorizia, Fogliano Redipuglia, Sagrado e Aquileia.

Ottomila persone hanno reso possibile una buona riuscita della manifestazione culturale tra spettatori, ospiti, volontari, istituzioni, tecnici, partner, sponsor, albergatori, ristoratori e trasporti.

«Questa è stata finora la più bella edizione realizzata, voglio sottolinearlo, con grande passione come tutto quello che facciamo – afferma Luca Perrino, presidente di Leali delle Notizie –. La nostra associazione ha da poco ottenuto la personalità giuridica, uno status che ci consentirà di partecipare ai bandi di finanziamento europeo, facendo sì che la X edizione del Festival del Giornalismo diventi il prossimo anno ancora di più un punto di riferimento per il mondo dell’informazione e per il nostro pubblico. Nel 2024 il Festival si terrà in anteprima dal 26 maggio al 1° giugno e ufficialmente dall’11 al 16 giugno. Sono davvero orgoglioso che i nostri ospiti ci abbiano ringraziato per la nostra accoglienza e che si siano trovati bene con noi. Leali delle Notizie, nata nel 2015, è fondata sul volontariato.  Ringrazio il direttivo, tutti i collaboratori, gli studenti delle scuole e i volontari che hanno contribuito al successo della IX edizione del Festival, sottraendo tempo alle proprie famiglie al lavoro e ai propri affetti».

Ieri, poi, è stata inaugurata la panchina arancione dedicata a Mario Paciolla e scoperta dai genitori Giuseppe Pacciolla e Anna Motta, assieme al sindaco di Ronchi dei Legionari Mauro Benvenuto. La panchina si trova in via Roma, all’incrocio con via Duca d’Aosta, e dialoga con la panchina gialla dedicata a Giulio Regeni e quella blu dedicata ad Antonio Megalizzi. Un simbolo di aggregazione per ricordare le storie di questi tre giovani che hanno perso la vita e chiedere verità e giustizia sulla loro morte.

«Grazie a Leali delle Notizie, alla quale l’amministrazione comunale ha offerto e offrirà tutto il suo sostegno, Ronchi dei Legionari è diventata una città simbolo di quella scorta mediatica che dobbiamo a tutti coloro i quali svolgono un lavoro importante, quello di tenerci informati – sottolinea Mauro Benvenuto. Dobbiamo ricordare chi non c’è più, chi ha sacrificato la propria vita, ma dobbiamo continuare a lavorare perché non si torni indietro, perché ci sia un muro contro le minacce e contro le intimidazioni. Giornalisti ed operatori dell’informazione devono sentirsi a casa qui a Ronchi dei Legionari e noi tutti lavoreremo per questo.

Erano presenti all’inaugurazione anche i genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli, il direttore di Articolo21 Stefano Corradino, la consigliera della Regione Laura Fasiolo, e Fabrizio Gargano, autore della targa che ritrae Paciolla e che il 26 maggio, nella sede di Leali delle Notizie, ha inaugurato una mostra dedicata ai giornalisti che, come Mario, hanno perso la vita svolgendo la loro professione. Un’ iniziativa promossa con la collaborazione del MAD Museo d’Arte Diffusa di Latina, rappresentato dal curatore, Fabio D’Achille.

«Mario era partito in Colombia con le Brigate di Pace nel 2016 – racconta Anna Motta. Nel 2018 era stato contattato dall’Onu e aveva iniziato a operare con loro. Nel dicembre del 2019 Mario ci aveva detto che non avrebbe rinnovato il suo contratto dopo l’agosto del 2020 perché non si trovava bene con la sua squadra di lavoro. Aveva in programma di tornare in Europa. Cinque giorni prima della sua morte ci aveva comunicato di aver avuto delle discussioni con l’organizzazione e che gliela avrebbero fatta pagare. Mario era molto preoccupato. Il 14 luglio mi aveva chiesto di prestargli la carta di credito per acquistare un biglietto aereo e tornare in Europa. Il 15 luglio di mattina gli avevo mandato un messaggio ma non lo aveva ricevuto. La sera ci hanno chiamato, comunicandoci che nostro figlio si era suicidato. Non ci abbiamo creduto nemmeno per un secondo. Tutti quelli che conoscevano nostro figlio sapevano quanto amasse la vita. La stanza dove è stato trovato morto era stata ripulita con la candeggina ed erano spariti i suoi quaderni dove era solito riportare i suoi appunti. Dopo tre anni non sappiamo ancora cosa sia accaduto. Non solo dobbiamo sopportare la morte di Mario ma anche tutti i depistaggi che sono stati creati negli anni ed è proprio per questo motivo che continueremo a batterci per chiedere verità e giustizia sulla morte di nostro figlio».

La lotta contro la mafia, la libertà di stampa e di espressione e i giornalisti uccisi e minacciati sono stati i temi centrali della IX edizione del Festival del Giornalismo. Si è infatti ricordato come in Italia ben 22 giornalisti vivano sotto scorta. Secondo la classifica del World Press Freedom Index, l’Italia si trova al 41° posto, molto più in giù dei grandi Paesi Europei come Germania e Spagna. Rispetto al 2022 il nostro Paese è salito di 17 posizioni, in quanto è migliorata la sicurezza dei giornalisti. L’Italia non riesce però ancora a raggiungere un buon livello di libertà di stampa e di espressione nel mondo, a causa della crisi economica che sta attraversando il settore ormai da oltre 20 anni e del modo in cui la politica influenza il mondo dell’informazione.

Il tema della libertà di stampa e di espressione si lega al Premio Leali delle Notizie in memoria di Daphne Caruana Galizia e a tutte le attività che l’associazione svolge da anni nella difesa della libera informazione. La cerimonia di consegna del premio è stata presentata ieri dalla corrispondente di guerra e scrittrice Barbara Schiavulli, che ha partecipato a diversi incontri del Festival del Giornalismo e ogni pomeriggio ha mandato in onda sulla sua Radio Bullets tutti gli aggiornamenti della manifestazione culturale ronchese con il programma Live @ Festival. Il riconoscimento è stato consegnato a Floriana Bulfon, vincitrice della IV edizione. Corinne Vella, sorella di Daphne, si è collegata da Malta per congratularsi con la giornalista.

«Sono davvero dispiaciuta di non poter essere quest’anno a Ronchi dei Legionari – spiega Corinne Vella –. Sono molto lieta che questo premio lo abbia vinto Floriana Bulfon, giornalista che ho conosciuto in passato a Roma grazie a un incontro organizzato da Articolo 21. Spero di rivederla presto in futuro. Il Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie è per me e per la mia famiglia molto importante, non solo perché viene commemorato il nome di Daphne, ma anche perché tutte le persone che ho conosciuto a Ronchi ci sono sempre state molto vicine. Mi sarebbe piaciuto molto essere con voi ma capiterà in un’altra occasione».

Floriana Bulfon è una giornalista d’inchiesta free­lance. Scrive per il settimanale “L’Espresso” e per il quotidiano “Repubblica”. È inviata per RaiUno e collabora con RaiTre. Si occupa di criminalità organizzata, con particolare attenzione alla città di Roma, ma anche di terrorismo internazionale, pedofilia, cybersecurity. Le sue inchieste più recenti indagano anche sulle spie russe nel nostro paese. È stata insignita di numerosi premi per il coraggio e la determinazione dimostrati nel suo lavoro e ha subito molte gravi minacce, non solo da parte del clan Casamonica, tanto che la sua protezione personale è stata rafforzata. «Floriana, sempre in prima linea nel raccontare mafie e affari poco puliti, non si lascia mettere sotto scacco dalle intimidazioni subite e persegue la ricerca della verità con un incessante lavoro di approfondimento», ha detto il comitato scientifico che ha deciso di premiarla.

Il Premio ha ottenuto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, di Assostampa e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. È stato realizzato questa volta dalla giovanissima artista locale Terezija Travain, diplomatasi l’anno scorso all’Istituto d’Arte Max Fabiani di Gorizia. L’intento di continuare a lottare per la libertà di espressione anche attraverso le forme dell’arte del nostro territorio.

Il riconoscimento consiste nella rappresentazione grafica ingiallita di un giornalista in primo piano e di una donna che con un giornale arrotolato urla, come se fosse un megafono, la sua volontà di esercitare il diritto di libertà di stampa e di espressione. «L’opera che costituisce il premio Leali delle Notizie intitolato a Daphne Caruana Galizia è una riflessione globale sul mondo del giornalismo, sulle difficoltà della professione e sul confronto fra vecchio e nuovo modo di intenderla. Sullo sfondo di un globo terrestre il vecchio modo di fare giornalismo, legato alla carta stampata, è simboleggiato da un uomo, emblema di un maschilismo contro cui insorge la donna, emblema di modernità e richiamo ai movimenti femministi degli ultimi anni. La libertà di stampa ricorre nelle parole che escono dal megafono impugnato dalla protagonista, allusione a un giornalismo che talvolta, per non essere negato, viene urlato».

Dopo la consegna del Premio, Floriana Bulfon ha messo in luce la difficoltà di essere una giornalista freelance minacciata e querelata. Non avendo infatti una redazione che la supporta, non è facile sostenere da sola una causa civile dove chi denuncia il giornalista richiede milioni di euro di risarcimento. Floriana Bulfon crede molto nella sinergia fra giornalisti di tutto il mondo per cercare di portare alla luce le verità più scomode, facendo insieme un ottimo lavoro di giornalismo di inchiesta. «In Italia bisognerebbe dare più spazio a un giornalismo in cui si parli più di fatti che di opinioni – ha detto Bulfon -. È necessario fare un lavoro di squadra e svolgere delle inchieste investigative a livello internazionale. Ci sono dei lavori a cui non avrei mai potuto ambire se non mi fossi unita ad altri colleghi. In Italia c’è ancora un giornalismo individuale. Se alcune testate invece si uniscono per lavorare insieme si può crescere. È importante fare rete anche per abbattere il trionfo delle mafie e combatterle».

Durante la IX edizione del Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie non si è parlato solo di libertà di stampa e di espressione. Sono state trattate infatti anche altre tematiche legate all’attualità e agli anniversari di alcuni fenomeni rilevanti per il mondo del giornalismo e per l’evoluzione della società, dell’economia e della politica. I temi sono stati numerosi: dalla situazione delle donne in Iran e Afghanistan a quella delle morti nelle carceri, dal giornalismo d’inchiesta e dal podcast al diritto d’aborto a 45 anni dall’emanazione della legge, da borsa e finanza alla potenza delle immagini nei graphic novel di stampo giornalistico, dalla satira all’inclusione sociale con un focus sui diritti della comunità LGBTQIA+, dall’intelligenza artificiale nel giornalismo alle migrazioni, dalle abitudini alimentari sostenibili al fumetto, dalla strage di Bologna al progetto italiano di restauro dei beni distrutti dall’ISIS a Mosul, dalla crisi climatica ai 75 anni dalla nascita dello Stato di Israele, dal precariato nel giornalismo a GO!25, dai 100 anni di Lelio Lutazzi agli scandali di pedofilia nella Chiesa.

«Ci sono stati molti panel in questi giorni, molte persone si sono susseguite come se fossimo una redazione di un giornale immaginario e la presenza del pubblico costante e affollata deve lasciarci intendere che stiamo procedendo nella direzione giusta – il commento di Barbara Schiavulli. Sono scorsi volti nuovi e conosciuti. Persone sotto scorta che han cambiato pezzi di Italia e randagi del giornalismo come me, che sgomitano per essere le voci di chi voce non ce l’ha. Che si tratti di giornalismo locale o internazionale».

Le mostre inaugurate durante gli appuntamenti di “Aspettando il Festival…” possono ancora essere visitate. Tra il 26 maggio e il 9 giugno ci sono stati ben quattro vernissage: La libertà ha stelle & strisce del fumettista Fabrizio Gargano nella Sala espositiva dell’Associazione Leali delle Notizie in Piazzetta Francesco Giuseppe I, curata da Fabio d’Achille in collaborazione con MAD Museo d’Arte Diffusa di Latina; Amuri di Petra. Lampedusa, l’isola che c’è di Mara Fella nella sede del CCM, curata da Angelo Bertani in collaborazione con l’Associazione Culturale Thesis/Dedica Festival di Pordenone; Daphne Caruana Galizia: la storia di una giornalista coraggiosa dell’art director Gattaldo nell’Auditorium comunale in Piazzetta dell’Emigrante; I nostri diritti, i diritti di tutti, una selezione di vignette del disegnatore satirico Mauro Biani esposte lungo il centro cittadino. Le prime tre mostre saranno visibili
strong>fino al 30 giugno, quella di Mauro Biani fino al 30 agosto.

 

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