Edilizia residenziale e impegno sociale, Trieste esempio nazionale

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redazione

25 Settembre 2020
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Giornata di studi nel capoluogo giuliano

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Il presidente dell’Ater di Trieste, Riccardo Novacco, ha aperto oggi nel capoluogo giuliano la Giornata di studi sulla gestione sociale del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, promossa da Federcasa, organizzata alla centrale idrodinamica, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e dell’Ater Trieste, con la co-organizzazione del Comune di Trieste.

“Trieste è una città che rappresenta un esempio positivo sul fronte dell’impegno sociale – ha spiegato Novacco – e mi riferisco alle Microaree, che stanno garantendo risposte immediate e concrete a tante persone, in un momento non facile. Il tema al centro della giornata di studi oggi è particolarmente attuale, in un periodo di radicale cambiamento, dovuto in parte alla pandemia, che ha creato una forte crisi economica, e in parte alla sempre più alta richiesta di alloggi da parte di famiglie che vivono in condizioni di disagio. A tutte queste persone Ater assicura un sostegno importante per un bene primario e fondamentale: la casa. Inoltre continua a seguire con grande attenzione gli inquilini che già possono contare su un alloggio, ma che necessitano di aiuto per altre problematiche, e che vengono monitorati anche dagli Assistenti Sociali. Oggi più che mai diventa indispensabile realizzare un gioco di squadra tra tutte le istituzioni, per intercettare le esigenze dell’utenza e sostenere i bisogni nel modo migliore”.

Novacco ha ricordato quindi i numeri di Ater Trieste. Il 40% della popolazione a Trieste è inquilino Ater in affitto, nella provincia meno estesa in Italia, ma la quarta per densità abitativa. L’azienda gestisce complessivamente 13.288 alloggi, di cui l’86% di proprietà Ater. Il 92% è di edilizia sovvenzionata (10.405 alloggi). Il 50% del patrimonio supera i 40 anni di vetustà, il 30% i 60 anni. Il tasso di rinnovamento del patrimonio edilizio negli ultimi vent’anni è stato del 20%. 

“Questi dati parlano chiaro – sottolinea Novacco – dobbiamo dedicarci al recupero e non alla costruzione del nuovo, anche perché va trovata una soluzione per gli oltre 10 mila alloggi privati sfitti che abbiamo a Trieste e che, sommati ai nostri 2 mila alloggi in fase di recupero, potrebbero dare risposte concrete alle oltre 3.700 domande arrivate alla chiusura del nostro ultimo bando”.

Il numero uno dell’Ater di Trieste ha quindi spiegato anche la tipologia di utente. “Il nostro inquilino in media è una donna over 65, che vive da sola. Dati che – spiega – derivano dal fatto che la metà dei titolari di contratti di edilizia sovvenzionata ha compiuto 65 anni. Nel 58% dei casi il titolare del contratto è di sesso femminile.  Il 48% degli inquilini vive da solo, il 32% con un’altra persona. Il 60% dei nuclei familiari Ater possiede un ISEE medio pari a 4.507 euro. Il 92% dei titolari di contratto è cittadino italiano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell’occasione è stato anche ricordato il Programma Habitat Microaree, un punto di riferimento per migliaia di persone, che ogni giorno nelle Microaree di riferimento trovano assistenza. “Nato da un protocollo di intesa fra il Comune di Trieste, l’Azienda Sanitaria locale e l’ATER per un programma di integrazione dei rispettivi interventi e servizi, il programma – ricorda Novacco – ha previsto e continua a prevedere attività di promozione di benessere e per la coesione sociale, ideate in sinergia da tre soggetti pubblici che si propongono di intervenire, come indicato dall’OMS, con azioni coerenti ed organiche in 5 settori: sanità, educazione, habitat, lavoro e democrazia locale. Ed è proprio il tema del sociale una delle priorità dell’Ater al momento, a Trieste come in altre città, con l’obiettivo – conclude – di diventare non solo un ente che costruisce e assegna alloggi, ma sempre più una realtà che si occupa delle persone e delle loro esigenze primarie”.

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