Custode del passato con sguardo sul futuro

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Margherita Reguitti

18 Gennaio 2017
Reading Time: 4 minutes

Marta Novello

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Il Museo Archeologico di Aquileia cambia look: sono infatti iniziati i lavori di ristrutturazione dello storico e prestigioso edificio costruito nel 1882, finanziati per un importo di un milione e mezzo di euro che comprenderanno la ristrutturazione dell’edificio centrale, l’adeguamento dei sistemi e degli impianti tecnologici e la messa a norma di sicurezza, oltre al riallestimento delle esposizioni.

La conclusione dell’intervento, finanziato dal Ministero per i Beni culturali e il Turismo, è prevista per il 2018. Dei progetti per il 2017 abbiamo parlato con l’archeologa Marta Novello che da un anno dirige il Museo.

Il Museo Archeologico Nazionale (MAN) cambia volto dopo oltre 60 anni, cosa resterà e cosa sarà rinnovato?

«È la prima volta, dopo la grande ristrutturazione degli anni ’50, che si ricreano i presupposti per una riorganizzazione dell’intero complesso museale. Gli interventi allora realizzati, e via via aggiornati nel corso del tempo, con soluzioni in alcuni casi ancora attuali, richiedono un adeguamento agli standard museali odierni, secondo un progetto unitario che investa l’intero sistema espositivo, gli allestimenti e gli apparati didattici, così come gli spazi di accoglienza che non possono oggi mancare in uno fra i più importanti musei archeologici italiani».

Quali sono state le linee guida del progetto?

«La nuova centralità riservata, rispetto a un tempo, al pubblico dei visitatori ha costituito una delle linee guida del progetto, fin dalla riconfigurazione del sistema d’ingresso, che verrà dotato di più adeguati spazi per i servizi di biglietteria, guardaroba e bookshop, di cui il Museo è attualmente sprovvisto e che acquistano particolare importanza nell’accoglienza e nella presentazione al pubblico dell’istituzione museale. A una maggiore attenzione ai servizi per il pubblico abbiamo voluto aggiungere anche una nuova attenzione per la città. Con il prosieguo dei lavori, ci piacerebbe infatti aprire il giardino anteriore del Museo, attualmente non sufficientemente valorizzato, trasformandolo in una sorta di parco aperto alla fruizione, per accentuare il senso di appartenenza nei confronti dello straordinario patrimonio archeologico di Aquileia».

Come cambieranno gli interni?

«Grande impegno verrà posto nella riorganizzazione del sistema espositivo e di comunicazione, che prevede anche un nuovo apparato didattico bilingue. Verranno installati nuovi supporti multimediali che consentiranno di dare una forma narrativa all’illustrazione del ruolo strategico di Aquileia durante l’età romana, puntando l’attenzione sulla sua funzione quale centro di scambi economici, culturali e religiosi».

Per la prima volta con Art bonus i privati possono essere parte del progetto culturale, in che modo?

«L’Art bonus costituisce un importante strumento di partecipazione dei privati alla valorizzazione del patrimonio culturale pubblico, tramite l’introduzione dell’agevolazione fiscale al 65% per le erogazioni liberali effettuate a sostegno della cultura. Tramite questo strumento, sarà possibile partecipare al restauro dei reperti più significativi delle collezioni, scelti fra statue e mosaici, e alla realizzazione della nuova sezione espositiva dedicata alle gemme, contribuendo in tal modo direttamente alla realizzazione del progetto di rinnovamento del Museo. Abbiamo tenuto moltissimo, insieme al direttore del Polo museale del FVG Luca Caburlotto, all’utilizzo di tale strumento, che riteniamo vada al di là del solo aspetto economico, contribuendo ad attivare nei cittadini un maggior sentimento di appartenenza nei confronti del contesto storico-artistico, archeologico e culturale».

I lavori interferiranno con la fruibilità del Museo?

«Il Museo rimarrà sempre aperto al pubblico, con chiusura progressiva solo delle singole sezioni interessate dai lavori, cercando di evitare il più possibile i disagi nei confronti dei visitatori. Si cercherà anzi di offrire servizi alternativi, potenziando le aperture del Museo paleocristiano e organizzando eventi e iniziative all’interno dei magazzini e delle Gallerie lapidarie, che rimarranno sempre aperte al pubblico durante l’intero periodo dei lavori».

Quali sono i progetti espositivi per il 2017?

«L’attività sarà concentrata sulla riorganizzazione dell’allestimento permanente e sulla progettazione di ulteriori spazi espositivi all’interno dei magazzini, sulla cui valorizzazione punteremo senz’altro nei mesi estivi. Ma prima di poter anticipare qualcosa abbiamo bisogno di fare ancora qualche verifica».

Progetti in rete con istituzioni nazionali e internazionali?

«Durante il periodo dei lavori punteremo senz’altro alla valorizzazione della collezione del Museo attraverso la partecipazione a iniziative ed eventi espositivi organizzati in collaborazione con altre istituzioni. Con la Fondazione Aquileia è già in programmazione un nuovo progetto espositivo nel quale i materiali del Museo avranno un ruolo di grande importanza e numerose sono le iniziative sia in Italia sia all’estero a cui parteciperemo mediante il prestito di reperti significativi».

Un primo bilancio della sua direzione?

«È stato un anno di grande lavoro, ma anche di grande soddisfazione. La possibilità di poter contribuire, grazie all’erogazione del finanziamento straordinario da parte del Ministero, al rinnovamento del Museo è certamente un’opportunità molto stimolante, anche se comporta una grande responsabilità. E tutto il lavoro che è stato fatto, con il completamento della fase di progettazione in tempi record per rispettare le tempistiche di attuazione degli interventi, non sarebbe stato possibile senza il gruppo di lavoro costituito dal dottor Caburlotto, che prevede la partecipazione delle due colleghe Anna Chiarelli della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Venezia e laguna, con il ruolo di responsabile unico del procedimento, e Stefania Casucci della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del FVG, con il ruolo di progettista. è stata un’importante occasione per condividere esperienze, capacità e punti di vista che sono certa daranno i loro frutti».

Essere direttore oggi di un importate Museo cosa richiede?

«Richiede una nuova attenzione e la capacità di rivolgersi a un pubblico sempre più ampio e articolato di visitatori con un’offerta culturale di qualità, che valorizzi quella che è la vocazione naturale di ogni istituzione museale e cioè di essere non solo un luogo di conservazione ma anche di trasmissione dei valori della cultura. In questo momento storico il Museo costituisce un luogo privilegiato per l’attuazione di quella politica di condivisione culturale che è il presupposto di ogni convivenza».

Cosa si augura professionalmente e personalmente per questo anno che inizia?

«Naturalmente mi auguro che i progetti avviati possano essere realizzati al meglio».

Uno slogan per promuovere il MAN?

«Un nuovo Museo per raccontare la città».

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