Morti improvvise giovanili, in FVG arriva il registro regionale

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redazione

7 Aprile 2021
Reading Time: 2 minutes

Progetto coordinato da ASUGI

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“Trasformare in progetto di vita un evento tragico, attraverso lo studio approfondito dell’evento in team multidisciplinare e lo screening dei familiari”, così Gianfranco Sinagra, direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare di Trieste, sintetizza il Progetto per il Registro Regionale delle Morti Improvvise giovanili che avrà valenza regionale con il coordinamento dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) e il coinvolgimento di professionisti dell’Università degli Studi di Trieste.

Il progetto è coordinato dal professor Stefano D’Errico, Istituto di Medicina Legale Università di Trieste, che ricorda “la  forte natura inclusiva, e il fatto che recluterà e valorizzerà tutte le  competenze regionali in materia cardiologica, anatomo-patologica e medico-legale e prevedrà inoltre la partecipazione attiva dei professionisti dell’emergenza territoriale e 118, assistenza primaria (medicina generale e pediatria di libera scelta), medicina necroscopica, medicina dello sport, diagnostica avanzata per immagini, genetica medica e cardiologia, operanti su tutto il territorio regionale”.

Le linee generali del Progetto e le prime tappe operative sono state discusse nel corso di un Webinar con oltre 30 professionisti di varie aree che si è tenuto lo scorso 26 marzo. L’incontro è stata occasione di confronto scientifico, condivisione di esperienze e promozione di una comune metodologia operativa fra le professionalità ospedaliere, territoriali e universitarie della regione. “Uno sforzo ed una comunione multidisciplinare di intenti forse senza precedenti”, afferma ancora D’Errico, con lo scopo di definire strategie diagnostiche di laboratorio (dall’autopsia alle più avanzate tecniche di microscopia), di imaging mediante risonanza magnetica dell’organo e cardiologiche per lo studio delle cause di morte in tutti quei soggetti deceduti improvvisamente in età inferiore a 50 anni, per i quali l’accertamento autoptico diventa non soltanto necessario ma indispensabile per l’avvio di un protocollo di studio che comprenda l’analisi genetica delle mutazioni associate a cardiomiopatie, disordini aritmici e patologie dell’aorta a trasmissione ereditaria e l’arruolamento dei componenti del nucleo familiare in un programma di screening cardiologico e counselling genetico. Definizione diagnostica, validazione clinica, screening della famiglia ma anche importante valore epidemiologico, nel setting dei soggetti di età inferiore a 50 anni.

Il Progetto del Registro Regionale delle Morti Cardiache Improvvise sarà unico nel suo genere per il contributo multidisciplinare che a livello regionale tutte le strutture ospedaliere e territoriali della regione potranno fornire, esprimendo un know how di alto profilo e mettendo a disposizione conoscenze e competenze ampiamente riconosciute. Un messaggio di speranza sulla possibilità di fare buona medicina e produrre conoscenza anche in questo particolare periodo di prova.

“Il Progetto ha incontrato da subito il supporto del Dipartimento di Scienze Mediche e del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Trieste e costituirà un’opportunità per giovani ricercatori e sviluppo di conoscenza”, aggiunge Antonio Poggiana, direttore generale ASUGI.

È stato finanziato con un importo di 550.000 euro per l’arruolamento di personale nonché per l’acquisto di materiale di consumo, pubblicazioni e attività formative e di 350.000 euro per l’acquisto di tecnologie e strumentazioni di laboratorio.

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