Osservare gli effetti di Vaia per comprendere i mutamenti climatici

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redazione

2 Agosto 2019
Reading Time: 2 minutes

Iniziativa della Cooperativa Cramars

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Come ripristinare i boschi e i sentieri del Parco delle Prealpi Giulie, danneggiati dal ciclone Vaia, che si è abbattuto sulle zone montane del Nordest a fine dello scorso ottobre?

Ci ha pensato Cramars, cooperativa per l'innovazione e la formazione professionale con sede a Tolmezzo, rendendo possibile un campo estivo che coniuga didattica in aula, esplorazione del territorio, lavori di manutenzione e relazioni con associazioni e le popolazioni locali.

Frutto della collaborazione coordinata da Cramars, il Centro interdipartimentale “Giacomo Ciamician” dell’Università di Trieste, il Parco naturale delle Prealpi Giulie e delle associazioni Aree Fragili di Rovigo e Vivistolvizza di Resia, il campo estivo conclusosi la scorsa settimana ha visto la partecipazione di una decina di studenti dai 19 ai 28 anni di diversi corsi di laurea e di dottorato di UniTs, guidati dai docenti Michele Pipan, geofisico, e Giorgio Osti, sociologo dell’ambiente e del territorio.

I partecipanti hanno potuto “conoscere attraverso il lavoro”, osservare con i propri occhi gli effetti dei cambiamenti climatici, valutarne personalmente l’impatto socio-ambientale e, non ultimo, vivere in prima persona lo spirito di solidarietà attraverso il quale i friulani già si distinsero dopo il terremoto del ’76.

Un percorso formativo di cinque giorni: le mattinate sono state dedicate alle escursioni e al lavoro sul territorio insieme alle associazioni e i ragazzi hanno appreso le tecniche di manutenzione di un sentiero, come si falcia e si raccoglie il fieno.

I pomeriggi, invece, sono stati dedicati alla didattica in aula con il rettore uscente di UniTs Maurizio Fermeglia, Michele Pipan, Giovanni Carrosio (UniTs), Viviana Ferrario (Iuav di Venezia), Giancarlo Sturloni (Sissa), Alessandra Marin (UniTs) e Stefano Santi (direttore del Parco Prealpi Giulie): approfondimenti sul tema dei cambiamenti climatici, sulla connessione di questi con le fonti energetiche e sulle conseguenze a livello politico ed economico che questi fenomeni comportano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si è inoltre parlato di percezione, comunicazione e cultura del rischio ambientale si è riflettuto sul “governo del territorio”.

“Questa positiva esperienza – commenta Vanni Treu, vice presidente di Cramars – conferma che assieme alle popolazioni locali si possono decidere strategie finalizzate a preparare la popolazione ai cambiamenti climatici in atto e, conseguentemente, a formare comunità resilienti e pronte ai rischi che tali cambiamenti comportano. È stata una piccola prima occasione di confronto fra accademici, tecnici, studenti e persone che vivono la montagna e l’ambiente circostante: in futuro si potrebbe pensare di strutturare tale tipologia di animazione locale.”

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