Mauro Buoro, il poker è realtà

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redazione

14 Agosto 2018
Reading Time: 5 minutes

Concluse le maratone in MTB

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Venerdì 10 agosto. Sono le 6 di mattina, finalmente è arrivato il giorno della partenza. Ho caricato in macchina la mia mtb, compagna di tante avventure che non mi ha mai tradito.

La destinazione è Cantalupo, piccolo paesino in comune di Cerro Maggiore, nella provincia milanese, dove vive mio figlio Samuele. Da lì inizierò la quarta e ultima maratona di 24h in mtb, quella della regione Piemonte.

Prima ho appuntamento verso le 11 al palazzo della sede di Tombardia per un’intervista in cui spiegare la mia iniziativa contro l’obesita e per una sicurezza reciproca nelle nostre strade.

Esco dall’autostrada A4 e cerco la via dell’emittente. Come sempre c’è un gran caos a Milano: tanti sensi unici che mi creano un po di problemi per arrivare a destinazione. Decido di lasciare la macchina a 300 metri dalla sede e proseguire a piedi. Mi devo cambiare perché vogliono che mi presenti vestito da ciclista e così inizia lo spogliarello…

Appena arrivo mi presento e subito arrivano un cameraman e la giornalista Nicoletta Cammarota. Mi fa i complimenti per quello che faccio: “Può essere un esempio per molte persone”. Registriamo 20 minuti di intervista e ci salutiamo.

Mi rituffo del caos del traffico milanese. Alle 13 raggiungo finalmente la casa di Samuele e mi riposo un po’.  Rivedo mentalmente il percorso, studiato con meticolosità . Ho un foglio con tutti i paesi che devo attraversare. La partenza è fissata alle 16; sono in ansia, oggi più delle altre volte. Sono sempre più lontano da casa e solo. Decido così di partire alle 14: il giorno seguente è il compleanno di Samuele, se concludo prima potrò festeggiare assieme a lui la mia impresa.

La giornata non è calda ma il sole picchia forte sulla mia testa. Mi bagno con l’acqua e parto in direzione Magenta, paese sul confine tra Lombardia e Piemonte. Dopo 27 km in territorio lombardo, entro in provincia di Novara attraversando il fiume Ticino. Raggiungo in capoluogo Novara: una città molto bella, così come la sua chiesa; le vie del centro sono tutte in pavé, rendendo complicata la pedalata, anche a causa di una continua vibrazione. Mi fermo per bere dell’acqua e mangiare una barretta energetica.

Riparto in direzione Vercelli; passo il fiume Sesia e mi scatto un po’ di foto. Non mi fermo molto perché il caldo è intenso. Arrivo a Vercelli ma decido di non entrare in centro. La giro in esterna: le strade sono rettilinee e un po’ stancanti, non finiscono mai e da solo provo a cantare. Arrivato a Desana cerco la strada per Trino, cittadina vicino al Po: sento crescere l’emozione dinanzi a un fiume a cui si deve del rispetto.

Finalmente appaiono le colline dopo tanta pianura: seguendo il principale corso d’acqua italiano marcio spedito verso Torino. Bevo molto, le gambe rispondono bene e la lucidità non mi abbandona. Inizia a scendere la sera, e un panorama denso di fascino mi accoglie all’arrivo a Chivasso. Un po’ stanco e accaldato decido di fermarmi a mangiare. Attraverso la piazza, osservo la chiesa, quindi chiedo a un passante un consiglio per la cena. Mi indica la pizzeria Medina: entro e ordino due bistecche, patatine fritte e una birra. Con tutto quello che ho bevuto mi sta per venire un’indigestione d’acqua e non va bene… Inizio a mangiare, ma il boccone non va giù, forse a causa dello sforzo pomeridiano. Piano piano finisco tutto. Sono le 22, ritorno verso la piazza e mi fermo  davanti al monumento ai caduti. Mi siedo su una panchina: la serata è bella, gente che cammina, la temperatura è di 24° C e il cielo sereno e la brezza fanno stare bene.

Dopo una lunga pausa, alle 1.30 riparto verso Settimo Torinese. Quando pedalo di notte il tempo vola. Tutto procede per il meglio: non ci sono cani in giro, il traffico è tranquillo e decido di entrare sempre nel centro dei paesi per evitare di essere troppo isolato… Non si ma mai.

Mi lascio alle spalle Settimo Torinese e punto in direzione Torino. All’alba la temperatura è perfetta per correre con un leggero giubbetto. In prossimità della città scorgo la collina di Superga con la sua basilica in cima; sulla destra vedo le montagne verso la Francia e noto una piramide che si alza sopra loro: i 4810 metri del Monte Bianco. Emozioni uniche.

Il mio sguardo torna verso Superga, custode silenziosa della storia triste del Grande Torino, il cui aereo di ritorno dal Portogallo il 4 maggio 1949. Vorrei salire per commemorare le 31 vittime di quella tragedia. Mi avvicino a quattro ciclisti in età e chiedo informazioni sulla salita. Mi osservano e poi, in dialetto torinese, mi fanno capire che le pendenze del 10/15% con la mia bici e con il carico di borse sono proibitive. Con amarezza riprendo a pedalare verso il centro di Torino.

La città è bella, con tante vie tutte squadrate. Intravvedo la Mole Antonelliana, davvero imponente: scatto alcune foto e poi via verso piazza Vittorio Veneto. Per terra trovo tanto pavé che mette a dura prova la mia mtb e le mie braccia, così decido di fermarmi e fare una bella colazione.

Mancano ancora 160 km. Riparto in direzione di Bra, a sud di Torino, città che conosco come capoluogo gastronomico del Roero e capitale dei formaggi nel mondo. La giornata è calda. Pedalo seguendo il fiume Tanaro, verso la città di Alba. La supero esternamente e mi ritrovo di nuovo a correre nella Pianura Padana: campi e solo campi. Ritorno a bere e mangiare molto. Sto andando verso nord: raggiungo Asti e poi torno verso Trino, il paese visitato all’andata. Il caldo si fa di nuovo sentire e anche la stanchezza. Ma non mollo. Trovo la statale che mi porta verso Novara: da lì mancano 40 km per arrivare a casa. Mi do coraggio e avanti.

Mi chiama mio figlio per avvisarmi che a Cantalupo diluvia, ma andando avanti vedo che il tempo gira sulla mia sinistra e mi grazia. Il contachilometri segna 330 km percorsi. Ne mancano 4: con le ultime forze e con il pensiero che mi dice quando arrivi ti fai un gelato (e così sarà…) arrivo nella piazzetta del paese. È addobbata a festa e nel mio intimo immagino lo sia per me.

Finisce in questo modo una giornata speciale, festeggiando il compleanno di mio figlio Samuele assieme a lui.

In quattro maratone ho percorso 1.300 km, circa 80 ore in sella alla bici di cui 24 ore di notte e con oltre 315 km circa per ogni regione (FVG, Veneto, Lombardia, Piemonte).

Voglio ringraziare la mia famiglia e tutte le persone che mi sono state vicino. Spero di poterlo fare personalmente a fine agosto, durante una festa per celebrare un altro traguardo per me molto significativo: i 40.075 km percorsi in bici durante la mia lotta all’obesità, equivalenti alla circumnavigazione della Terra.

Ne mancano ancora 150… A presto!

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