Ripartire da innovazione, territorio e nuovo Umanesimo

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redazione

30 Novembre 2017
Reading Time: 3 minutes

La 64^ Premiazione del Lavoro e del Progresso economico

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Ripartire verso l’Italia e il Friuli che verrà, con un nuovo abito, in continua trasformazione. Con un nuovo “modello Friuli”. Ripartire, tra “innovazione e territorio”, binomio citato come titolo del futuro dal presidente della Camera di Commercio di Udine Giovanni Da Pozzo, e all’insegna, gli ha fatto eco lo stilista re del cashmere mondiale Brunello Cucinelli, del recupero della stima nell’uomo e di un nuovo umanesimo di impresa, che punti sull’etica del lavoro e sui giovani, a cui assicurare buone condizioni di lavoro e compenso, sostituendo la parola paura «a cui li abbiamo obbligati» con la parola “speranza”.

Su queste riflessioni si è snodata la 64esima Premiazione del Lavoro e del Progresso economico al Teatro Giovanni da Udine, cerimonia clou con cui la Camera di Commercio premia ogni anno lavoratori, imprenditori e personalità che hanno reso grande il Friuli, dentro e fuori i suoi confini. Sono state 45 quest’anno le benemerenze, più quattro Targhe dell’eccellenza, queste ultime consegnate al Comune di Venzone (per la cultura), a Manlio Collavini (per l’internazionalizzazione), a Gianpietro Benedetti (per l’economia) e a Mauro Ferrari (per la scienza). Tutti fotografia, come spiegato dal presidente Giovanni Da Pozzo introducendo la serata in qualità di “padrone di casa”, dopo i saluti del sindaco Furio Honsell e del presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, «del “nuovo modello friulano” dopo anni di una crisi che ha rivoluzionato tutto: abbiamo Benedetti per la Danieli, la grande impresa globalizzata sempre un passo avanti nell'innovazione e nella ricerca, abbiamo una realtà più piccola e profondamente legata alla specificità del territorio come Collavini che però è tra le realtà più aperte, più innovative e internazionali, esportando in tutto il mondo e con alla guida un uomo di visione, da sempre; abbiamo Mauro Ferrari, un friulano che è andato all'estero e che all’estero è diventato un esempio, ottenendo riconoscimenti in un campo fondamentale per il nostro futuro, quello della ricerca e della scienza; abbiamo infine la dimensione locale della comunità, il Comune di Venzone, esempio non solo di resilienza e capacità di rigenerarsi e rinascere dopo la tragedia del Terremoto, ma anche di diventare punto di riferimento culturale riconosciuto e di grande richiamo, che dalla sua storia, anche difficile, si proietta con speranza e determinazione al futuro».

Ad anticipare la loro premiazione sono stati gli interventi della presidente della Regione Debora Serracchiani e l’ospite d’onore della serata, Brunello Cucinelli, che ha ispirato la platea di imprenditori, lavoratori, rappresentanti del mondo economico e autorità. Cucinelli ha rivelato di essere venuto in Friuli e in Trentino a vendere i suoi primi prodotti.  L’imprenditore ha invitato il pubblico a «immaginare insieme il futuro, in un mese, novembre, che nei miei ricordi d’infanzia era quello in cui, in famiglia, chi tornava dal lavoro faceva i conti, capiva com’era andato l’anno e si preparava a ripartire per l’anno successivo». Per Cucinelli, stiamo vivendo un momento di «grande rigenerazione: i sentimenti sono sempre gli stessi, anche se internet ci ha cambiato la vita. Dobbiamo ripartire dai nostri stimati giovani, che invece abbiamo obbligato ad aver paura. Proviamo a sostituire la parola paura con la parola speranza!» ha esclamato Cucinelli, evidenziando la necessità di garantire condizioni di lavoro a misura «dell’essere umano. Come si fa a essere sempre connessi, a lavorare per 900 euro al mese, magari in luoghi senza finestre perché, come ho sentito dire, i dipendenti non perdano tempo guardando fuori? Ma Sant’Agostino ci invita ad alzare gli occhi al cielo e tornare a dare dignità al lavoro, soprattutto in Italia, dove non possiamo produrre manufatti di basso livello, dobbiamo produrre qualità”.

Cucinelli ha ribadito la necessità di tornare a dare stima agli esseri umani e a prenderci cura delle nostre città, a partire dalle nostre case, tornare a progettare pensando ai futuri 300 anni, ritrovare la stima per lo Stato, il rispetto per gli amici. Viviamo forse nella miglior cultura mondiale, perché abbiamo tutta questa paura, questa tristezza? Perché non possiamo rimetterci a ridare stima agli esseri umani e ai giovani, che devono tornare a credere nei grandi ideali?». E se per l’imprenditore del cashmere essere sempre connessi è comunque sbagliato, appesantisce l’anima, «Internet comunque è fondamentale e può moralizzare l’umanità: il nostro telefonino può essere lo strumento per diffonderla in tutto il mondo in pochi istanti. È per questo che la tecnologia deve andare incontro all’umanesimo, dobbiamo usarla e governarla con l’umanità. Umanità non solo come mezzo, ma come nobile fine».

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