A Trieste l’eccellenza che progetta la medicina del futuro

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redazione

19 Gennaio 2017
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Visita dell’assessore regionale Telesca all’Icgeb

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Oltre duecento ricercatori di trenta nazionalità diverse che, attraverso la genetica, stanno portando avanti progetti scientifici di estrema importanza, come lo sviluppo di farmaci biotecnologici per riparare i danni dell'infarto o per la cura dell'Alzheimer, quest'ultima una delle malattie neurodegenerative destinate ad avere sempre più incidenza nella nostra società. Per questo l'International centre for genetic engineering and biotecnology (Icgeb) di Trieste rappresenta un prezioso capitale di conoscenza dove si sta costruendo le fondamenta della medicina del futuro che fornirà terapie personalizzate basate sul patrimonio genetico.

Questo il concetto espresso dall'assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca, la quale ha visitato oggi i laboratori dell'Icgeb all'interno dell'Area Science Park di Padriciano accompagnata dal direttore del Centro, Mauro Giacca.

Trieste, con Nuova Delhi e Città del Capo, è una delle tre sedi dell'Icgeb, organizzazione internazionale che vanta trent'anni di attività nel sistema delle Nazioni Unite.

Il fatto di avere un'alta capacità attrattiva per i ricercatori stranieri, come ha sottolineato Telesca, fa dell'Icgeb un modello per le altre realtà scientifiche italiane dal momento che uno dei problemi del nostro Paese sta proprio nella difficoltà di importare studiosi dall'estero. Non è un caso che il Centro di Trieste rappresenti a livello nazionale il secondo polo scientifico per grado di attrattività verso l'esterno.

Favorevolmente impressionata dal progetto sullo sviluppo di nuovi farmaci biotecnologici per l'infarto del miocardio, l'assessore ha espresso soddisfazione per la linea di indirizzo seguita dall'Icgeb nell'aggregare attorno a questo obiettivo le Università di Udine e di Trieste “in sintonia con la parte sanitaria” rappresentata dalla Regione.

Da parte sua, il direttore Giacca ha illustrato le molteplici attività del Centro, che comprendono anche gli studi nel campo non solo della medicina ma anche dell'innovazione biotecnologica applicata alla sostenibilità ambientale, con il progetto relativo all'utilizzo di microrganismi geneticamente modificati per generare energia.

L'obiettivo, come ha spiegato Giacca, è anche quello di sviluppare non solo la parte relativa alla ricerca, ma anche quella che vede poi i risultati del lavoro scientifico fatti propri dalle imprese. In questo senso è allo studio la possibile istituzione di una fondazione, a cui lo stesso Icgeb trasferirebbe i brevetti per poi favorire la nascita di nuove startup.

Infine, Telesca ha rimarcato l'importante impatto strategico del trasferimento dell'Icgeb in Porto vecchio, all'interno dello stanziamento di 50 milioni erogati dal ministero dei Beni e della Attività culturali per il riuso dell'area. “Una struttura di così grande qualità collocata all'interno di Trieste – ha concluso l'assessore – darebbe una prestigiosa immagine alla città e rappresenterebbe la capacità di coniugare la ricerca con l'impresa e le aspettative in termini di salute della gente: perché la ricerca è la speranza per il futuro”. 

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