Terremoti, nuovo sistema di monitoraggio

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redazione

19 Aprile 2016
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Inaugurata a Udine nuova sede CRS

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Nuove strategie di monitoraggio sismico in Friuli Venezia Giulia. Sono state presentate a Udine in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Centro di Ricerche Sismologiche (CRS) dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS).

“Stiamo lavorando a un sistema più articolato che consenta di documentare l’attività sismica del territorio e dare tempestivamente l’allarme” ha spiegato Marco Mucciarelli, direttore del CRS. “La rete sismometrica sarà affiancata infatti da strumenti e metodologie che permetteranno non solo di localizzare l’epicentro, ma di ricevere informazioni in tempo reale sull’impatto di un eventuale sisma su edifici di interesse strategico per la Protezione Civile, grazie a tecnologie digitali a costi ridotti, e di allertare, se necessario, le autorità competenti, grazie a un sistema di early warning che sfrutta la maggiore velocità delle onde radio rispetto alle onde sismiche e consente quindi di dare un preallarme di qualche decina di secondi rispetto all’arrivo delle onde sismiche, le più distruttive. Inoltre, grazie al coinvolgimento dei volontari della Protezione Civile regionale, potremo realizzare delle mappe del risentimento sismico locale, utili per una preliminare e immediata individuazione delle aree nelle quali indirizzare tempestivamente verifiche e soccorsi”.

I volontari della Protezione Civile, distribuiti in modo omogeneo in regione e adeguatamente addestrati, aderiscono infatti a un progetto di citizen seismology dell’OGS, finalizzato a raccogliere dati sui terremoti utilizzando le persone come una sorta di “sensori umani”: in caso di terremoto compilano infatti una scheda, utile per valutarne gli effetti sul territorio, che via web arriva alla sala operativa.

“L’installazione di strumenti sugli edifici strategici – ha precisato inoltre Mucciarelli – consentirà un monitoraggio diffuso per avere informazioni tempestive sulla situazione in seguito a uno sciame sismico. Grazie al progettoCLARA Smart cities abbiamo già installato strumenti simili a Ferrara e Matera e presto anche a Enna. Qui, grazie al finanziamento regionale, nel 2016 installeremo 100 stazioni”.

“L’acquisizione delle conoscenze – ha sottolineato Maria Cristina Pedicchio, presidente dell’OGS – è inutile se non si provvede anche alla loro diffusione. Questo è particolarmente vero per il rischio sismico. A volte, infatti, la somma dei comportamenti individuali sbagliati può trasformare un evento naturale e imprevedibile in una catastrofe. Ecco perché i sismologi del CRS sono costantemente impegnati anche in attività di educazione e sensibilizzazione con e nelle scuole del territorio: per condividere le buone pratiche di sicurezza, che possono ridurre i rischi e minimizzare le eventuali conseguenze di un terremoto”. “Promuoviamo cioè la diffusione di una cultura della prevenzione” ha ribadito, ricordando che “in occasione dell’anniversario del terremoto del 1976, OGS ha proposto alle scuole laboratori didattici e un ciclo di visite al Centro di Ricerche Sismologiche. E così complessivamente 600 studenti, da febbraio a maggio, hanno modo di confrontarsi con i nostri sismologi”.

L’importanza degli incontri con le scuole è stata sottolineata dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, intervenuta all’inaugurazione della nuova sede del Centro di Ricerche Sismologiche. “Per quanto un terremoto non sia prevedibile, è tuttavia possibile fare prevenzione costruendo edifici antisismici, dando informazioni alla popolazione nel momento della calamità e sui comportamenti da adottare” ha affermato. “Questa è una delle attività – ha ribadito – svolte dall’Istituto che qualificano questo nostro territorio che è stato un modello di ricostruzione ma vogliamo che sia anche un modello per comprendere il più possibile il fenomeno sismico”.

Pedicchio ha sottolineato, inoltre, che “il terremoto non ha confini e non ha nazionalità, per questo la collaborazione a livello internazionale per noi ha un enorme valore. Stiamo infatti collaborando con Austria, Slovenia e Croazia in tal senso, per consolidare le reti di monitoraggio già esistenti”.

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