A Susanna Tamaro il premio “Vivere a spreco zero”

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redazione

15 Ottobre 2015
Reading Time: 3 minutes

In occasione del World Food Day

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Va alla scrittrice Susanna Tamaro il Premio Vivere a spreco zero – Testimonial dell’anno 2015: lo annuncia, alle soglie del World Food Day – la Giornata mondiale dell’Alimentazione che si celebra il 16 ottobre 2015 – l’agroeconomista Andrea Segré, fondatore di Last Minute Market. «Un riconoscimento all’impegno di Susanna Tamaro per una svolta culturale rispettosa dell’ambiente e dell’uomo, fortemente legata alla prevenzione dello spreco di cibo e alla promozione dell’educazione alimentare» ha spiegato Segrè, che presiede attualmente il Comitato tecnico-scientifico del Piano nazionale Prevenzione Rifiuti e Sprechi alimentari (Ministero dell’Ambiente). Il Premio sarà consegnato a Padova venerdì 6 novembre (Sala Rossini, ore 11), alla presenza del Sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani, in occasione della cerimonia di assegnazione dei Premi Buone Pratiche – “Vivere a Spreco Zero” 2015, gli “Oscar” italiani della sostenibilita’ ideati da Last Minute Market con la campagna “Un anno contro lo spreco”.

E con la Giornata mondiale dell’Alimentazione 2015 arriva anche il Rapporto 2015 dello spreco alimentare domestico dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg. Quanto costa agli italiani lo spreco di cibo dalla dispensa di casa al frigorifero, dai fornelli al bidone della spazzatura domestico? «Vale complessivamente 8,4 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato – spiega Segré – e rappresenta circa il 50% dello spreco generato nell’intera filiera agroalimentare. Quest’anno abbiamo deciso di complementare l’indagine qualitativa con i “Diari di famiglia”, una stima quantitativa dello spreco alimentare delle famiglie italiane.  Con Waste Watcher e l’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari abbiamo seguito metodologie di “sorting waste” dei rifiuti organici e indifferenziati condivise con i nostri partner europei. Obiettivo: avere i numeri “reali” dello spreco di cibo a livello domestico. I risultati sono sorprendenti: scopriamo e certifichiamo, anche rovistando nella spazzatura delle famiglie che compilano i Diari, che  la percezione dello spreco è del 50% inferiore ai numeri reali. Ne deriva che gli italiani sprecano effettivamente circa 1 kg di cibo a settimana e 12,6 miliardi € ogni anno. Cibo non recuperabile che dovrà essere smaltito come rifiuto:  un costo economico per le famiglie e un costo ambientale per la società. Per questo rilanciamo l’appello per l’attivazione di programmi e campagne di educazione alimentare ed ambientale nelle scuole italiane. L’educazione agro-ambientale non solo è un antidoto formidabile per contrastare lo spreco ma anche un straordinaria occasione per promuovere l’integrazione civile nelle nostre scuole».  

Il Rapporto 2015 Waste Watcher si sofferma sui comportamenti degli italiani e registra che: un italiano su 2 compila una lista della spesa per prevenire lo spreco e l’eccesso di acquisto (51%). Rilevante il dato dei 4 su 5 italiani che dichiarano di non gettare in automatico il cibo scaduto, ma di voler assicurarsi che sia davvero andato a male (l’81%). E ancora: 3 italiani su 4 fanno la spesa al supermercato, e ben 9 italiani su 10 dichiarano di consultare abitualmente l’etichetta dei cibi acquistati. Infine rileva l’aumentata sensibilità degli italiani per il tema spreco alimentare in rapporto all’impatto ambientale: quasi un plebiscito con 9 italiani su 10 che finalmente mettono in relazione spreco di cibo e danno ambientale, altrettanto (oltre il 90%) per la richiesta di affrontare già da studenti il tema dell’educazione alimentare, come un vero e proprio insegnamento da impartire sui banchi di scuola, analogamente all’educazione civica.

Notevole il quadro dei dati internazionali aggiornati in cui si inscrive il Rapporto 2015 Waste Watcher: com’è noto, circa 1/3 della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare; circa il 24%  se misurata in calorie. Il valore economico del cibo sprecato a livello globale si aggira intorno ai 1.000 MLD di dollari/anno e sale a circa 2.600 MLD di dollari se si considerano alcuni dei costi «nascosti» legati all’acqua e all’impatto ambientale. Nella filiera agricola globale si spreca il 32% produzione agricola (510 mln di t), il 22% post in fase di raccolta e immagazzinaggio (355 mln di t), l’11% a livello di industria alimentare (180 mln di t), il  13% a livello distribuzione (200 mln di t) e più di 1/5, ovvero il 22% a livello di consumo domestico (345 mln di t). E ancora: nel mondo si spreca il 30% dei cereali prodotti, il 45% della frutta e verdura, il 30% del pescato, il20% della carne, il 45% di tuberi e radici, il 20% dei prodotti lattiero caseari. E in Europa? Ogni anno l’UE getta via 90 milioni di tonnellate di cibo. Ogni giorno in Europa si sprecano 720 Kcal di cibo a persona che portano allo spreco di 18 mc di acqua e allo spreco delle risorse naturali di 334 mq di terra arabile.

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