Pier Paolo Pasolini secondo Abel Ferrara

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redazione

25 Settembre 2014
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Sabato doppia presentazione a Udine e Pordenone

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Ci sono parole tristemente ingrigite dall’abuso quotidiano. E ci sono uomini per cui quelle stesse parole riacquistano automaticamente la potenza originaria. Uomini come Abel Ferrara o Pier Paolo Pasolini, insomma, capaci di restituire il giusto valore e il giusto colore a parole come eccesso o scandalo

Se l’incontro cinematografico tra i due giganti era, forse, prevedibile, è invece felicemente inattesa la notizia appena confermata dal management del grande regista newyorkese: sabato 27 settembre Abel Ferrara presenterà il suo applaudito e controverso Pasolini al pubblico del Visionario di Udine (alle 20.15) e di Cinemazero di Pordenone (alle 21.30).

Un appuntamento importante che chiude il cerchio della lavorazione del film, durante la quale la produzione ha consultato il patrimonio pasoliniano conservato dall’Archivio Fotografico Cinemazero Images, da moltissimi anni custode e promotore di iniziative legate all’attività e alla memoria del poeta friulano.

Abel Ferrara, memorabile autore del Cattivo tenente, ricostruisce l’ultimo giorno di vita di Pasolini e lo fa insieme al suo attore feticcio Willem Dafoe, straordinario interprete di un film eccessivo e scandaloso, ardente e tragico, fortemente sospeso tra realtà e immaginazione. È la notte fra il 1° e il 2 novembre 1975 quando Pasolini viene assassinato. Simbolo di un’arte che si è scagliata contro il potere, i suoi scritti provocano terremoti e i suoi film vengono perseguitati dalla censura. Molti sono quelli che lo amano, non pochi quelli che lo odiano. Il giorno della sua morte, Pasolini trascorre le ultime ore in compagnia dell’amatissima madre e degli amici più cari, poi esce a bordo della sua Alfa Romeo in cerca di avventure… All’alba del 2 novembre il cadavere di Pasolini viene ritrovato all’idroscalo di Ostia. E il resto, purtroppo, è storia.

Alla maniera di Petrolio, il romanzo incompiuto di Pasolini, il film di Ferrara è un’opera che non si può raccontare, perché «al suo interno accade in continuazione qualcosa». Lo stesso Ferrara, del resto, non ha consegnato alla stampa le tradizionali note di regia, bensì una breve riflessione-confessione in versi: «In cerca della morte di un poeta / solo per scovare l’assassino dentro di me / mentre affila le sue lame di ignoranza / sulle memorie delle mai dimenticate gesta».

Attorno a Willem Dafoe gravita un cast all stars: il pasoliniano Ninetto Davoli, Riccardo ScamarcioValerio MastandreaAdriana Asti e Maria de Medeiros nel ruolo di Laura Betti. La voce italiana di Dafoe è quella di Fabrizio Gifuni.

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