Basket in carrozzina, Gradisca è in finale

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Livio Nonis

26 Aprile 2023
Reading Time: 2 minutes

La Castelvecchio domina anche gara 2 contro Don Orione: ora la doppia sfida con Taranto che vale il ritorno in Serie A

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GRADISCA D’ISONZO – La Castelvecchio Gradisca batte il Don Orione anche in gara 2 di semifinale playoff giocata a Gradisca.

Grande prova di orgoglio per i portacolori del Friuli Venezia Giulia e vittoria mai messa in discussione, vincono agevolmente battendo i romani per 83 a 35.

Nella finale promozione serie A dovranno ora affrontare il Taranto che ha battuto sul filo di lana il Vicenza nell’altra semifinale. Gara 1 a Taranto il 6 maggio e ritorno il 13 maggio a Gradisca, eventuale terza partita il 14 maggio sempre a Gradisca.

Il sogno della massima serie è dunque un po’ meno lontano: Gradisca è in finale play-off per la promozione in serie A nazionale di basket in carrozzina. Una ribalta che manca allo storico club, pioniere in Friuli Venezia Giulia dello sport disabili, da cinque anni.

La Castelvecchio non ha tradito la minima emozione, travolgendo anche nel ritorno il Don Orione Roma dopo il rassicurante +18 di gara 1. Una sinfonia la gara di ritorno, con un eloquente +38 finale.

Finisce fra gli applausi per i ragazzi del presidente Egone Tomasinsig e di coach Mario Fagone, in un PalaZimolo che non si ricordava così pieno di gente e d’affetto da qualche tempo.

Sugli spalti anche tantissimi giovani. Poi gli occhi si incollano agli smartphone, per conoscere il nome dell’altra finalista: alla fine sarà Taranto, una difficile trasferta di 1.013 chilometri per inseguire un’impresa. Poi l’incontro (e l’eventuale bella) fra le mura amiche del PalaZimolo.

Occhi di tigre fin dall’inizio nella Castelvecchio contro Don Orione, difesa solida e ottimi movimenti senza palla a cercare sempre l’uomo libero: a volte è il precisissimo Benedetti, a volte lo spettacolare Ambrosetti, altrimenti il solido Dal Ben.

Al riposo è già 45-13, per gli applausi convinti del pubblico fra cui il prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi con Leo e Mirella Terraneo – generosi mecenati che sostengono questo sport da 30 anni – e il sindaco Linda Tomasinsig.

Fra un caffè e una fetta di torta, il pubblico si infiamma anche per i canestri della sua cestista “in rosa”, Alessia Lamberti, e per lo stoppone nel finale del rientrante Alberto Tomasinsig, unico atleta normodotato sul parquet.

Perché il basket in carrozzina è sport inclusivo. Te ne accorgi anche da tante altre cose: dagli applausi egualmente convinti anche ai canestri degli avversari, e dal fatto che le due squadre salutano in cerchio, assieme in un unico abbraccio a centrocampo. Vincitori e vinti, ma in realtà non ha perso nessuno. L’unica differenza è che Gradisca può continuare a sognare. Eccome.

 

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