I volti spirituali del Friuli

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redazione

8 Aprile 2014
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Giovedì proiezione al Visionario

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Con la proiezione del documentario “I volti spirituali del Friuli. Sentire, meditare, esistere”, realizzato per la regia di Marco D’Agostini (fotografia di Claudio Cescutti e Marco D’Agostini), si apre giovedì, al Cinema Visionario di Udine (ore 20.30), l’edizione 2014 del Progetto Maqôr, organizzato dall’Associazione Gilberto Pressacco in collaborazione con la Regione, la Federazione delle Bcc del Fvg, la Provincia di Udine, l’Università degli Studi di Udine e i Comuni di Udine, Codroipo, Sedegliano e Aquileia. 

Nel documentario si alternano, raccolte dal medico e docente di neuropsichiatria Franco Fabbro, le testimonianze di don Pierluigi Di Piazza, Plinio Benedetti, don Nicolino Borgo, Ennio Nimis, don Rinaldo Fabris e Pierluigi Cappello. E saranno proprio i protagonisti a raccontarsi, giovedì sera al Visionario, intrecciando i temi del film in un incontro pubblico di approfondimento della proiezione, organizzato in collaborazione con il Centro di Accoglienza Ernesto Balducci.

Il documentario “I volti spirituali del Friuli”, nelle parole del regista Marco D’Agostini, è stato concepito come «un viaggio di scoperta e riscoperta della profondità spirituale del Friuli. Attraverso testimonianze di uomini straordinari che con semplicità e dedizione affrontano la vita in una costante ricerca spirituale. Il film ha voluto compiere un viaggio nelle parole e nei luoghi in cui ciascuno di loro realizza la sua “eroica” esistenza». 

Con i protagonisti prenderanno parte alla serata Flavio Pressacco, presidente dell’Associazione Gilberto Pressacco, e il regista D’Agostini.  L’ingresso è libero, info www.pressacco.org  

«Il luogo della mia infanzia, Chiusaforte – racconta il poeta Pierluigi Cappello nel documentario –  è assai particolare perché io vivevo in cima ad un colle serrato dai monti, per cui ho unito due prospettive: la vista dall’alto, che è quella capace di mettere in relazione le cose e vedere quello che gli altri non vedono; e l’altra vista, che è ostruita dalle montagne. Per cui c’è una vista contemplativa e una passionale, che ti induce ad un appetito del mondo: la vista delle montagne che precludono il cielo, e così facendo regalano slancio alla tua immaginazione…».

«Quando ero bambino – gli fa eco nel film don Pierluigi Di Piazza –  ricordo come adesso quello che avveniva la notte dei Santi nel piccolo cimitero di Tualis, un luogo che è per me è ancora oggi un luogo speciale sul senso ultimo del vivere dell’amare, del soffrire e dell’impegnarsi e del relazionarci, la piccola comunità del paese raccolta per la preghiera del rosario con i lumini sulle tombe e il freddo che si avvertiva nei piedi e i rintocchi delle campane come se si richiamassero l’un l’altra. Dentro di me è rimasta questa eco profonda di una dimensione di ulteriorità che metteva insieme la morte e la vita».

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