Da Vienna a Gorizia, quale sarà il segreto di Nicoletta?

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Margherita Reguitti

1 Settembre 2022
Reading Time: 4 minutes

Un viaggio affascinante nella Mitteleuropa

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Il segreto di Nicoletta” di Pier Luca Settomini per Espressioni Marca Aperta (pagg. 328, 15 euro) è il romanzo dell’autore goriziano di recente uscita nelle librerie. Nel curriculum dell’autore una produzione di storytelling di gioco di ruolo, prosa e poesia. Precedentemente aveva dato alle stampe la trilogia “Vinland” del 2014.

Oggi dialoghiamo con lui per entrare nel suo nuovo romanzo ambientato in epoche storiche lontane con protagonisti verosimili.

Quale la molla per affrontare una narrazione tanto impegnativa e complessa?

“Due direi: la prima è il senso di sfida. Scrivere un romanzo richiede molta più attenzione che scrivere un racconto; il corpo è più grande, gli equilibri più delicati. La seconda, quella più radicata, la ricerca di una voce più forte per parlare della ricchezza delle nostre terre, un tesoro di pluralità racchiuse nel piccolo scrigno del nostro territorio”.

Quanto le esperienze precedenti hanno inciso nella scelta di cimentarsi con un romanzo di ambientazione storica?

“È stata una prima volta in termini creativi. In precedenza ho scritto poesie e racconti di natura fantastica. C’è da dire però che ho sempre avuto un debole per la storia”.

Location e filoni narrativi in epoche diverse, lontane ma intrecciate da quali sentimenti di passione e fascino?

“Sono due epoche distanti, legate apparentemente solo dallo scenario mitteleuropeo che le affratella. Quello che però le tiene insieme è una leggenda che si riflette in entrambe. La passione sarà quella dei due protagonisti, quando rispettivamente si assumeranno le loro responsabilità al riguardo”.

La storia parte nel 1913 e a ritroso arriva al 1683, anno del grande assedio di Vienna da parte dei turchi. Guerre, invasioni, scontri di civiltà: quanto la storia raccontata si lega al presente di guerra nel cuore dell’Europa?

“In tutta onestà, quando nel 2014 iniziai la stesura, non avrei mai pensato di pubblicare questo romanzo in un simile contesto geopolitico. Né ho mai cercato dei riferimenti alla realtà contemporanea, se non nello sguardo sempre languido e nostalgico a quella pacifica pluralità di popoli che immaginiamo per l’Austria felix. Devo ammettere che ci sono più riferimenti all’attualità di quanti ne avrei voluti, mio malgrado”.

L’impronta della narrazione è forgiata e costruita su diari e lettere; una tecnica narrativa che ha dato forza in più alla creazione di personaggi e fatti verosimili?

“Avete colto nel segno. Pur sapendo e toccando con mano la difficoltà ulteriore nello sviluppare un romanzo epistolare e diaristico, non ho mollato la presa. Leggendo un diario o una lettera entriamo per forza nella prospettiva di chi scrive, ci veniamo costretti. Inoltre, ho sempre sperato che una tale tecnica avrebbe più facilmente sradicato il lettore dalla propria epoca e l’avrebbe fatto volteggiare nel tempo”.

Il mondo della Mitteleuropa, percorso da Gorizia a Vienna, da Lubiana a Capodistria: quale il mood della vita nei luoghi e nelle due epoche centrali nella narrazione?

“Trattandosi di due momenti storici completamente diversi, anche il mood è diverso. Da un lato abbiamo un’Europa minacciata, che ricorda il terrore delle invasioni ottomane, che vive nell’angoscia che la cattolicissima Austria possa cadere e così tutto il mondo occidentale allora conosciuto. Dall’altro abbiamo una realtà asburgica lenta, indolente, decadente, eppure ricca nell’arte e nella vita, quasi ignara degli inneschi in preparazione nei Balcani. Anche su questa diversità lavora il parallelismo che ho voluto per questo romanzo”.

Nicoletta Coronini: che cosa l’ha colpita della nobildonna goriziana (1896-1984)? L’ha conosciuta di persona o attraverso la narrazione degli storici e studiosi?

“Ero troppo piccolo per averla conosciuta di persona, quando scomparve. L’ho scoperta attraverso testi, soprattutto provenienti dalla Fondazione Coronini, stralci di saggi e sulla rete. Cercavo un personaggio importante, che desse peso alla narrazione e aggiungesse veracità. Mi è subito piaciuta perché è stata una donna molto legata alle tradizioni delle proprie terre, al punto da scriverne anche favole e racconti per bambini: è la persona giusta per raccogliere una nuova leggenda”.

Quanto ha lavorato alla documentazione, struttura portante del racconto?

“Il lavoro di ricerca è durato almeno due anni ed è proseguito anche durante la stesura. Per quanto riguarda i fatti ambientati nel 1683 le fonti sono state varie. Dallo studioso Carlo Tavano a “Il Turco a Vienna” di Franco Cardini, dalla messa di Marco d’Aviano sul Kahlenber alla carica degli Ussari alati di Ian Sobieski III. Per quanto riguarda il 1913 mi sono basato su saggi e romanzi ambientati nel periodo, trovandovi personaggi che facevano al caso mio”.

Prossimo cimento letterario?

“Sto lavorando a un testo narrativo ambientato nel mondo del gioco di ruolo con un certo grado di thriller e molta introspezione. Sono all’inizio e, visto quanto ci ho messo per questo romanzo, chiedo già appuntamento con voi tra una decade”.

 

Pier Luca Settomini, “Il segreto di Nicoletta”, Espressioni di Marca Aperta, pagg. 328, € 15,00

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