Il Friuli Venezia Giulia festeggia il maestro Giuseppe Zigaina

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Margherita Reguitti

2 Aprile 2014
Reading Time: 3 minutes

Novantesimo compleanno dell’artista

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Oggi il maestro friulano Giuseppe Zigaina compie 90 anni; in tanti lo hanno festeggiato nella sede del Consiglio regionale di Trieste dove è stata inaugurata la mostra  “Giuseppe Zigaina. Paesaggio come anatomia. Opera grafica: 1965-2014”. 

È solo la prima tappa di un progetto espositivo dedicato alla sua opera incisoria che da una parte riassume la lunga stagione creativa dell’artista e dall’altra mostra il presente del suo lavoro. Nei prossimi mesi, infatti, altre due mostre saranno allestite a Cervignano del Friuli, dal 10 maggio al 2 giugno, cittadina dove l’artista è nato e ha sempre vissuto, e successivamente nella stamperia dell’amico Corrado Albicocco a Udine.

Il progetto, curato da Francesca Agostinelli, comprende anche un prezioso catalogo che, oltre alle riproduzione delle acqueforti esposte, contiene un testo in forma epistolare di Claudio Magris e fotografie di Danilo De Marco.

Caro Zigaina, – scrive Magris – se mi indirizzo a te col cognome è perché quest’ultimo è così affascinante, intenso e fuggitivo come un animale da preda fra le erbe, avventuroso, che mi dispiace rinunciarvi. Questa lettera è semplicemente una lettera di auguri, di affettuosi auguri che nascono veramente dall’amicizia e dal cuore, e non può essere nessun discorso sulla tua arte, in particolare sulla tua pittura, perché sono troppo ignorante e digiuno di ogni preparazione critica in questo senso per poterne parlare realmente e d’altronde parlarne genericamente e retoricamente non sarebbe degno di te e della tua arte e nemmeno di me.  Posso solo dire, con tutta sincerità, che da molti anni amo quello che crei, questa tua straordinaria pittura, sia che l’abbia vista in originale sia che la conosca attraverso riproduzioni spesso eccellenti in opere dedicate alla tua vita e al tuo creare che ogni tanto prendo in mano.

“Dipingo e incido le mie ossessioni – spiega Giuseppe Zigaina – la bellezza selvaggia e misteriosa della terra che mi circonda. Anche nella mia ultima incisione, che rappresenta una crocifissione, c’è il volto di mio padre,  affiora da un intreccio fitto di segni scuri. Dipingo la mia diversità che è anche la mia forza”.

Artista di fama internazionale, amico di Pier Paolo Pasolini, al quale ha dedicato una ventina di libri, di Maria Callas e di molti altri intellettuali del secolo scorso, così guarda alla vita: “Lavoro  pensando sempre al futuro che è la mia fine. La considero una cosa bella e brutta allo stesso tempo. Imminente e lontana, come chiedersi se piace vivere; la risposta è ambigua e la domanda è la stessa, fatta con parole diverse. Il mondo e le relazioni con gli altri sono semplici o complicate e spesso c’è fraintendimento”.

Nei prossimi mesi saranno allestite anche due importanti mostre in Germania, Paese dove l’artista è molto apprezzato così come nel resto dell’Europa e oltre oceano.

“Andrò alle vernici, amo la Germania e mi sento a casa. Gli intellettuali tedeschi per primi hanno riconosciuto la mia teoria del suicido rituale di Pasolini e della mia interpretazione del linguaggio criptico delle sue opere. Per questo mi hanno assegnato l’alta onorificenza di accademico, mentre qui gli intellettuali contestano senza motivare la mia interpretazione”.

Il mondo della cultura, ma non solo, ha voluto esserci a Trieste  per festeggiarlo in un giorno speciale: “Si, una cifra tonda. Il tondo è bello”, afferma laconico, un sorriso negli occhi.

Per lui intellettuale nel senso più completo del termine, il linguaggio nelle forme di segno e parola è ambiguità e vita. Protagonista del neorealismo, apprezzato in tutto il mondo, indaga attraverso la pittura e la scrittura, la realtà e l’uomo, svelandone le profondità psichiche e oniriche, anche le più nascoste.

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