Cervignano, riapre l’emporio solidale di “Uomini Come Noi”

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Livio Nonis

26 Maggio 2021
Reading Time: 2 minutes

Dopo lo stop imposto dalla pandemia

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Uomini Come Noi”, organizzazione della Parrocchia S. Michele Arcangelo di Cervignano del Friuli, impegnata a favore delle opere missionarie, si adegua alle nuove norme di riapertura dettate dalle regole anti – COVID.

A breve il Friuli Venezia Giulia cambierà colore, passando dal giallo al bianco, e seguendo sia i protocolli nazionali sia quelli diocesani, si potrà perciò tornare a visitare il mercatino solidale allestito in via da Riseris 16, con il seguente orario: il mercoledì e sabato dalle 9.30 alle 12.30, previo appuntamento telefonando al numero 366 3956672.

L’emporio solidale di “Uomini Come Noi” è gestito da volontari e al suo interno si può trovare un po' di tutto: dai mobili moderni a quelli d'epoca, antichità, quadri, lampadari, specchiere, vestiario (persino abiti da sposa), scarpe, libri, giocattoli, elettrodomestici, ceramiche, un ampio assortimento di beni ordinatamente esposti nel reparto di appartenenza.

Un lavoro certosino che valorizza il prezioso impegno dei volontari. Si è detto emporio solidale poiché il fine è di arrivare a sostenere economicamente, almeno in parte, i progetti delle Missioni della Diocesi di Gorizia in Africa (Costa d’Avorio, Burkina Faso) e in Europa (Romania).
La genesi di questa iniziativa parte da molto lontano, dal 1968 quando Raoul Follereau – ispiratore dell'Associazione italiana Amici di Raoul Follereau, che dal 1961 aiuta e difende i diritti dei malati di lebbra in tutto il mondo – venne in visita nell'Arcidiocesi di Gorizia, guidata dall'allora arcivescovo Pietro Cocolin. L’evento fu lo sprone per aiutare le popolazioni africane afflitte dalla lebbra.

Ogni parrocchia cominciò a darsi da fare, specialmente con la raccolta di materiale ferroso, cartoni, carta e vestiario. Nei primi periodi fu un vero successo, tanto che si costituì il Centro missionario diocesano che, con la sua opera, riuscì a creare un ospedale per lebbrosi e un villaggio per ospitare i parenti dei malati del vicino nosocomio.

Con il tempo, tuttavia, l'entusiasmo si affievolì e solo le grandi parrocchie rimasero attive su questo fronte. Fino a quando anche la burocrazia ha complicato ulteriormente l’organizzazione delle raccolte di materiali scartati.

Ma “Uomini Come Noi” non si è persa d’animo e, anzi, ha saputo rinnovarsi e rilanciarsi, continuando a raccogliere denaro per aiutare le missioni. Grazie alle donazioni spontanee fatte dai parrocchiani e non solo, il magazzino di via da Riseris è divenuto punto di riferimento per l’intera comunità: invece di buttare via le cose ancora in buono stato, vengono portate qui affinché possano essere acquistate da altre persone, in un circolo virtuoso a scopo benefico.

Le offerte per acquistare la merce esposta, infatti, sono libere in proporzione al valore dell'oggetto, anche se spesso la generosità supera di molto il costo dell'acquisto. Tutto è possibile grazie ai volontari, sempre attivi e che non fanno mancare il proprio apporto. La pandemia li ha obbligati a rallentare, ma ora sono pronti a ripartire con nuovo slancio.

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