Un festival da argento vivo

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redazione

16 Aprile 2015
Reading Time: 7 minutes

Presentato Udin&Jazz 2015

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Udin&Jazz tocca un traguardo fondamentale e onora il suo 25esimo anniversario con un palinsesto delle grandi occasioni, confermandosi uno dei più importanti festival su scala nazionale, pur rimanendo sempre fedele alle proprie origini e al proprio territorio.

Oltre 20 i concerti su vari palcoscenici in città e in provincia, affiancati dalle innumerevoli occasioni conviviali sempre accompagnate dalla qualità musicale dal vivo.

I concerti già annunciati stanno ottenendo un ampio riscontro di pubblico sin dalle prime giornate d’apertura delle prevendite, a cominciare dai due “profeti del Tropicalismo”: Caetano Veloso e Gilberto Gil, ospiti a Villa Manin. Il 19 luglio, unica tappa del Nordest, nuovamente insieme per il concerto: “Two Friends, one Century of Music”, l’esploratore sonoro di Bahia e il passionale tropicalista ripercorrono mezzo secolo di carriera (e di amicizia), un viaggio che ha rivoluzionato la cultura musicale sudamericana e occidentale.

Ed è sui tasti bianchi e neri che si giocano altre eccellenze di questa edizione del festival: il primo luglio, al Castello di Udine, sale sul palcoscenico Hiromi. L’acclamata pianista e performer giapponese spopola sulle scene di tutto il mondo per la sua verve improvvisativa e per generosità, rigore e disinvoltura nella ricerca sonora. Con lei l’eclettico chitarrista e bassista Anthony Jackson e il batterista Simon Philips, trio veramente stellare.

Ancora pianoforte (anzi due pianoforti!) venerdì 3 luglio, sempre al Castello, con una “strana coppia” di indiscutibili e celebrati interpreti. Enrico Pieranunzi (firma prestigiosa della migliore scena jazz nazionale) e Bruno Canino (vero mito del pianismo classico, con una carriera di successi, da oltre cinquant’anni, sulle più importanti platee del mondo), insieme in un affascinante viaggio musicale nella musica dal primo Novecento, da Milhaud a Piazzolla, a Gershwin.

Lunedì 20 luglio, ancora al Castello, è attesissimo l’arrivo di Stefano Bollani (il concerto è in collaborazione con Azalea Promotion): performer, artista e grande arrangiatore, oltre che supremo interprete al pianoforte, Bollani saluta con “Sheik Yer Zappa” uno dei più grandi geni del Novecento, Frank Zappa, che quest’anno avrebbe compiuto 75 anni. A restituire il sarcasmo e la potenza di Zappa, insieme a Bollani, sono tre portenti del jazz: Jason Adasiewicz al vibrafono, Paul Santner al contrabbasso e Jim Black alla batteria.

Ancora tra i tasti bianchi e neri, una delle più grandi emozioni che il festival si appresta a riservare al pubblico: è Chick Corea a salire sul palcoscenico del Castello, a chiudere il festival il 31 luglio. Icona assoluta della musica universale, Corea è il quarto artista al mondo più nominato ai Grammy Awards (quest’anno ne ha vinti due per il miglior assolo e per il miglior disco strumentale) e universalmente riconosciuto tra i migliori pianisti a livello planetario. Questo straordinario musicista non pone limiti al suo orizzonte musicale: dal jazz-rock fusion della storica band Return to Forever, fino al jazz “puro” ritrovato con il grande chitarrista John McLaughlin; dal “classico” all’avanguardia, dal bebop ai lavori per bambini, alla musica cameristica e sinfonica.

Ma ancora altre vere leggende vanno citate nel corpo della kermesse: Ron Carter (atteso il 29 giugno a Corte Palazzo Morpurgo) è tra i contrabbassisti più geniali e dallo stile più personale della storia del jazz. Ha suonato a lungo con Miles Davis (nel quintetto con Hancock, Shorter e Williams), e proprio a Miles dedica il progetto udinese in quartetto.

Una digressione verso il rock-blues è quella che ospita, martedì 30 giugno al Castello, Carl Verheyen in trio: “top ten guitarist” per svariati anni (Classic Rock Magazine), Verheyen ha infiammato platee sterminate di fan, militando a lungo nei Supertramp (di nuovo in tour quest’anno!) e ha collaborato, tra gli altri, con stelle come BB King, Belinda Carslile, Cher.

Come di consueto il festival si sposta anche in provincia con i concerti “itineranti”, anch’essi quest’anno tutti particolarmente importanti: ad inaugurare questa fase (Cervignano, Teatro Pasolini, 24 giugno) è il chitarrista Kurt Rosenwinkel (collaboratore di Brad Mehldau, Paul Motian, Joshua Redman), con il suo dirompente quartetto: un concerto di impatto sicuro e di grande creatività. A seguire (nella piazza Grande di Palmanova, il 26 giugno) la prima assoluta del progetto della Zerorchestra di Pordenone (con la Filarmonica Città di Pordenone) “Note in movimento”, che accompagna le immagini di “Berlino – Sinfonia di una grande città” di Walter Ruttman (1927).

E le eccellenze continuano anche nel contesto dei musicisti regionali, rispetto ai quali il Festival ha sempre voluto essere un riferimento e una “vetrina” accogliente e promozionale. Renato Strukelj (che ospita nel suo trio il sassofonista Maurizio Gianmarco) suona il 29 giugno alla Corte Morpurgo (nella fascia preserale); il flautista pordenonese Massimo De Mattia è il 30 giugno, sempre in Corte Morpurgo, con il progetto sperimentale “The erotic variations” con Luca Grizzo alla voce e Alessandro Turchet alla batteria.

Zaninotto, Chicco, Watson Organ Trio propone il lavoro discografico “Walking on the cool Side” (recente prodotto discografico della formazione guidata dal sax man udinese), il primo luglio, mentre il 2 luglio è la volta dei Barabba’s (Durizzotto, Pacorig, Todesco e Mansutti) che, tra il free e il prog, ospitano nella loro performance anche la voce recitante di Aida Talliente; il 3 luglio il trombettista Mirko Cisilino, con il suo gruppo (Orefice, Vignato, Magatelli, Mansutti) presenta il primo lavoro discografico da lui firmato: “Malkuth”. Prosegue poi la collaborazione con Caligola di Mestre della cui scuderia Udin&Jazz propone, sabato 4 luglio, il batterista Marcello Benetti che presenta il suo interessante Shuffled Quartet, con Jeff Albert al trombone, Dan Kinzelamn al sax e clarinetto, Helen Gillet al violoncello, al secondo lavoro discografico (“From East to West”).

La concomitanza con la Notte Bianca porta infine alla esplosiva proposta, con la grande verve tra swing e ska, dei ragazzi della North East*Ska Jazz Orchestra che presentano il loro primo album “Stompin’ & Rollin’”; a chiudere la festosa serata in Castello, tocca al country-blues dei giovani e dinamici Blue Cash. Venerdì 31 luglio, ultima giornata del festival, è il pianista Juri Dal Dan, con il suo trio (Romano Todesco al contrabbasso, Alessandro Mansutti alla batteria) a presentare il nuovo progetto, con la speciale partecipazione di Francesco Bearzatti al sax, a salutare il pubblico, in orario preserale, nella Corte di Palazzo Morpurgo.

Ma il festival non è “solo” futuro: è anche storia, radici, “casa”. Dopo 25 anni di cartelloni di ogni tipo, si prospetta emozionante l’incontro, come fu nella prima edizione di 25 anni fa, con la storica Big Band Città di Udine (in piazza Matteotti,in apertura delle date udinesi il 28 giugno).

 

Il festival, inoltre, è motore di due produzioni: stupirà il “poetico” progetto di Aiar di Tuessin, rinnovato incontro tra jazz e la migliore poesia in friulano, firmato e prodotto da Euritmica, con la voce di Alessandra Kersevan e la storica band Cojaniz, Zaninotto, Todesco, U.T. Gandhi, in programma in Corte Morpurgo, in fascia serale, il 2 luglio.

Allo stesso modo risulterà indimenticabile la forza propositiva e creativa messa in gioco per “Armenian Dreams”, una nuova produzione della NION Orchestra con Alexander Balanescu e Arto Tunçboyacıyan (vocalist e percussionista di Joe Zawinul e leader dell’Armenian Navy Band), che si presenterà in prima assoluta al Mittelfest 2015 di Cividale, a fine luglio.

E come ogni anno, il clima festivaliero è supportato da tantissime iniziative non solo performative, a corredo dei concerti. A cominciare dalla prestigiosa mostra di immagini dei 25 anni di storia del festival, curata da Luca d’Agostino e dai suoi collaboratori, che s’inaugura il 12 giugno alla Galleria Tina Modotti di Udine e che rimane visitabile fino al 5 luglio. Per passare alla proposta, ormai un appuntamento stabile, di Eupragma che anche quest’anno propone un Workshop di Teatro d’Impresa (26 giugno al Palamostre), dedicato a “Vizi e virtù della leadership”, approfondimenti sugli intrecci possibili tra diverse creatività e discipline, tra arte e impresa.

E oltre ai consueti Aperitivi Jazz all’Hosteria Alla Ghiacciaia, dal 29 giugno al 4 luglio, con i giovani musicisti che frequentano i corsi di jazz al Conservatorio “J. Tomadini” di Udine, la conferma del programma “Jazzin’ Dinner”, che abbina ai concerti di Udin&Jazz deliziose cene a lume di candela, con tavolo sul prato adiacente alla platea,  realizzate con la collaborazione della Casa della Contadinanza al Castello di Udine. Nei caldi pomeriggi del festival sono previste anche le “Storie di Jazz”, incontri pomeridiani con illustri storici e critici (tra essi Gerlando Gatto e Neri Pollastri) che si confrontano con il pubblico e con alcuni degli artisti ospiti del palinsesto.

Si consolidano anche le importanti media partnership di Rai Radio 3, la storica vicinanza di Radio Onde Furlane ma anche due “new entry”: “Where’s Up”, un’applicazione dedicata che informa e aggiorna sugli appuntamenti del festival (e molto altro) e InstArt, web magazine di grande respiro che segnala e recensisce in tempo reale tutto quanto di artistico e culturale succede in regione.

Particolarmente attive quest’anno le partnership con una vasta rete di organismi culturali regionali, che vede collaborazioni con le più attive realtà che si occupano di musica e cultura sul territorio, e che il festival vuole coinvolgere particolarmente in questa importante ricorrenza.

Tra le più significative quelle con l’Associazione ControTempo e con San Vito Jazz, che vedrà, in apertura del festival, la presentazione del CD “Jazz in Friuli Venezia Giulia”, volume II, realizzato in co-produzione, che raccoglie le migliori band regionali che le due associazioni promuovono sul territorio, sotto l’egida del marchio JazzFVG.

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