Tra ragione e sentimento

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Cristian Vecchiet

27 Gennaio 2016
Reading Time: 4 minutes

Esistenza e affettività

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L’educazione affettiva costituisce indubbiamente un versante decisivo per consentire e incentivare lo sviluppo e la realizzazione della persona. Il tema dell’affettività è stato oggetto negli ultimi decenni di notevole attenzione da parte di psicologi, insegnanti, educatori, formatori…

Numerosi sono stati i progetti promossi dalle diverse agenzie educative sul tema dell’affettività. Basti pensare a quanto fatto nei diversi istituti scolastici, nelle scuole genitori e simili. Numerosi sono i libri e gli articoli specialistici pubblicati su questo tema. Non solo in ambito psicologico ed educativo. E questo interesse in fondo ha attraversato i secoli oltre che gli ambiti disciplinari. Per fare alcuni esempi, si ricordino le riflessioni di Aristotele sul desiderio, oppure quelle di Adam Smith sui sentimenti morali, ovvero quelle recenti di Martha Nussbaum sulle emozioni politiche.

Ma perché l’affettività costituisce un tema cruciale in ambito educativo? Innanzitutto per una ragione di ordine antropologico. La dimensione affettiva (affetti ma anche emozioni e sentimenti) è costitutiva della persona. La persona è fatta di testa, cuore e mani, ossia di razionalità, affettività e azioni. L’uomo è innanzitutto sentimento, sentimento di sé e degli altri. L’uomo entra in contatto con se stesso, con gli altri e col mondo mediante il sentire.

L’uomo percepisce se stesso come un soggetto individuale unico dotato di un mondo interiore, di una sfera corporea-affettiva e relazionale. L’uomo sente se stesso e gli altri (il filosofo e teologo Rosmini parlava di “sentimento fondamentale”, “sentimento fondamentale intellettivo”, “sentimento  fondamentale corporeo”). E questo senza dimenticare il nesso che lega il sentire all’interpretare la realtà e all’agire. Connessa a quella antropologica vi è la ragione etica. L’uomo non solo è costituito dal sentire, ma realizza se stesso attraverso lo sviluppo affettivo. L’uomo entra in rapporto con gli altri e col mondo e matura la propria capacità di stare “con e per gli altri” attraverso l’emotività e l’affettività. Il mondo emotivo e affettivo costituisce il sentire interno e ci lega indissolubilmente agli altri e alla realtà tutta.

L’etica in fondo si origina perché l’uomo entra in rapporto con l’altro da sé e perché scopre, conosce se stesso e costruisce se stesso mediante il rapporto con gli altri. Non solo: l’uomo contribuisce alla formazione degli altri entrando in relazione con loro. L’uomo ha una natura dialogica e relazionale. E la relazione passa attraverso il sentire l’altro, se stessi e il mondo. Il sentire, gli affetti, le emozioni sono imprescindibili nella vita etica e sono necessari per il suo sorgere e maturare.

Pensiamo al tema dell’empatia. L’empatia ci permette di sentire l’altro e in qualche modo percepire il suo mondo interno. Se l’empatia non cresce, difficilmente si possono maturare delle istanze etiche sane. Se l’uomo è fatto di affetti e sentimenti (come anche di ragione e di azione), decisiva per la sua realizzazione è l’educazione affettiva ed emotiva. Ma cos’è l’educazione affettiva? È in fondo l’educazione all’ascolto e al riconoscimento dei sentimenti e delle emozioni e al loro significato per poter entrare in un rapporto umanizzante con gli altri e con se stessi.

Contrariamente a quanto spesso si pensa, i moti interiori e gli affetti non sono irrazionali. Meglio, essi sono distinti e sono altra cosa rispetto alla ragione, ma questo non vuol dire che siano semplicemente caotici e irrazionali. Anzi, possiamo affermare che le emozioni e i sentimenti celano e rimandano a significati nascosti e da scoprire. I sentimenti sono indicatori di senso e di significato. Il sentire ci attesta che nella storia di ognuno si riscontrano eventi positivi e negativi, si danno scelte, stili comportamentali e forme di vita che possono umanizzare e scelte, stili comportamentali e forme di vita che possono disumanizzare sé e gli altri.

Le emozioni che proviamo di fronte a eventi drammatici ci indicano la gravità anche morale dell’accaduto. Il sentimento che proviamo di fronte a un atto gratuito ci indica il valore di quell’atto. La paura ci sollecita a evitare un pericolo. Il sentimento della noia ci attesta a riconoscere che qualcosa ci manca per poterci considerare realizzati. Le diverse forme e pratiche di vita sono pervase dalla vita affettiva. Si pensi alla vita sessuale. Questa nasce all’interno dell’alveo simbolico della vita affettiva. Dentro la vita affettiva il sesso trova senso e prospettiva.

E come si possono proporre pratiche di educazione affettiva? Educare agli affetti vuol dire innanzitutto sollecitare con la testimonianza e con la riflessione ad ascoltare e interpretare gli affetti. Gli affetti sono sempre connessi a una visione della vita, a una gerarchia di valori fatta propria consapevolmente o meno. Ascoltare e interpretare i sentimenti è imparare a chiedersi quali valori ci indicano.

Ascoltare gli affetti è la premessa per poter discernere cosa vale e cosa conta nella vita per renderla sempre più degna di essere vissuta. Come sempre accade in educazione, la pratica principale che favorisce l’educazione emotiva e affettiva è data dalla testimonianza. È nel rapporto concreto e vivo con un adulto che sa vivere con equilibrio il proprio mondo interno e relazionale che si impara a riconoscere e discernere il senso e i significati delle emozioni. Ed è attraverso la progressiva maturazione della capacità di ascolto e interpretazione del senso interno che un uomo può di fatto acquisire il senso morale necessario per una vita buona.

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