Torna a volare l’aquila reale curata in Friuli

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Era stata recuperata in gravi condizioni nel 2023. Dotata di Gps satellitare per monitorarla è stata liberata nella Riserva di Cornino

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Personale sanitario del Centro di ricerca e coordinamento per il recupero della fauna selvatica

UDINE – L’aquila reale soprannominata Leonardo, recuperata nel 2023 in condizioni critiche, è stata liberata ed è tornata a volare sopra le Alpi del Friuli Venezia dopo essere stata curata e guarita nel Centro di recupero della fauna selvatica dell’Università di Udine.

Leonardo è stato dotato di un sensore Gps satellitare, mai utilizzato prima su questa specie nelle Alpi orientali.

Il dispositivo, leggero e non invasivo, consentirà ai ricercatori dell’Ateneo friulano di monitorare i movimenti e il comportamento territoriale dell’animale, fornendo dati preziosi per la conservazione della specie.

l rilascio dalla Riserva del Cornino

L’aquila è stata rilasciata in natura è avvenuto presso il sito di alimentazione per rapaci nella Riserva regionale naturale del Lago di Cornino di Forgaria nel Friuli (gestito dalla Cooperativa Pavees).

Il luogo è stato scelto per garantire una fonte sicura di cibo nel periodo critico post-liberazione.

Nelle Alpi del Friuli Venezia Giulia si contano poche decine di coppie di aquile reali, monitorate principalmente attraverso censimenti degli individui e dei loro siti di nidificazione.

Prima del rilascio sono stati raccolti dati biometrici e applicato un anello metallico identificativo sulla zampa destra da Pierluigi Taiariol, inanellatore autorizzato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

La cura e la guarigione

Leonardo era stato trovato dagli operatori del Centro recupero fauna selvatica di Fontanafredda gravemente denutrito, sottopeso e con lesioni significative al petto.

L’esemplare è stato quindi trasferito nel Centro di ricerca e coordinamento per il recupero della fauna selvatica del Dipartimento di Scienze agroalimentari e animali dell’Ateneo friulano.

Il personale veterinario, composto dal responsabile Stefano Pesaro e Alice Baggio, ha immediatamente sottoposto l’animale agli esami clinici necessari e a un complesso percorso di recupero seguito anche grazie a Isabella Perlin.

Le terapie farmacologiche iniziali, seguite da una riabilitazione intensiva, hanno permesso all’esemplare di riprendersi completamente nell’arco di alcuni mesi.

Un network in aiuto della fauna selvatica

L’intero intervento è stato possibile grazie a un’efficace rete di collaborazione tra enti che operano nel recupero e nella cura della fauna selvatica e al sistema di InfoFauna Fvg. Si tratta di una web app unica in Italia che permette di tracciare tutti gli interventi sugli animali in difficoltà nel Friuli Venezia Giulia.

Questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di cooperazione scientifica e gestionale per la tutela di una specie emblematica delle nostre Alpi.

Aquila reale a rischio diminuzione

Simbolo del Friuli Venezia Giulia e dell’Università di Udine, l’aquila reale (Aquila chrysaetos) è una delle specie più iconiche della fauna europea e mondiale. Tuttavia, la sua sopravvivenza è minacciata da numerose criticità ambientali e antropiche.

Nell’arco alpino, benché la popolazione sia rimasta relativamente stabile negli ultimi decenni, la specie continua a essere considerata a rischio di diminuzione numerica.

«Tra le principali cause di questa condizione – spiega il responsabile veterinario del Centro di recupero della fauna selvatica, Stefano Pesaro – c’è l’abbandono delle pratiche agricole tradizionali, che ha favorito la riforestazione a scapito dei pascoli alpini aperti, habitat essenziali per la caccia dell’aquila. Inoltre, infrastrutture come impianti sciistici, parchi eolici e un turismo non regolamentato disturbano i siti di nidificazione. A ciò si aggiungono problematiche come l’avvelenamento da piombo e i cambiamenti climatici, che alterano i cicli stagionali e intensificano la competizione con altre specie di rapaci».

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