Strassoldo onora le reliquie di San Felice

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Rinnovata l’antica tradizione all’interno della Chiesa di San San Nicolò vescovo. La prima celebrazione risale al 1802

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La reliquia di San Felice

CERVIGNANO DEL FRIULI – Entrando nella chiesa di San Nicolò vescovo a Strassoldo, nel braccio sinistro della croce greca, c’è l’altare di San Rocco, con pala del Santo, pregevole lavoro del sec. XVIII.

Sopra l’altare si trova un’urna contenente le reliquie di San Felice martire, donate alla chiesa dall’arcivescovo di Udine.

Le reliquie di San Felice, giunte a Udine nel 1801 da Roma, hanno attraversato secoli di storia e restauri.

Donate dal vescovo Menochio al conte di Strassoldo, il 10 novembre 1802 venne deciso che il santo venisse venerato una volta all’anno la terza domenica del mese di novembre e lo fu fino al 1976.

Questa tradizione, interrotta solo da una breve pausa, è stata ripristinata nel 2017 e si rinnova ogni anno.

La comunità di Strassoldo, profondamente legata a questo rito che affonda le radici in oltre due secoli di storia, partecipa con grande fervore alla preghiera, quest’anno, guidata da don Pierpaolo Soranzo. Un momento di fede che unisce generazioni e rafforza il senso di appartenenza.

L’urna, si legge nell’opuscolo confezionato dallo storico Luigino Gazzola, che conteneva le reliquie ha subito diversi interventi nel corso del tempo, il primo nel 1844, quando si perse parte dei sigilli originali.

Negli anni successivi, altri restauri hanno modificato l’aspetto delle reliquie, che da un insieme di ossa sparse sono state composte a formare un corpo umano.

Un’ampolla contenente il sangue di San Felice, citata in antichi documenti, sembra essere scomparsa nel corso dei secoli. Nonostante le voci che ne attestavano la presenza all’interno dell’urna, le radiografie effettuate durante l’ultimo restauro nel 2017 non ne hanno trovato traccia.

Allo stesso modo, i biglietti con le date dei restauri, che si diceva fossero nascosti nei guanti che avvolgevano le mani della figura, sono risultati inesistenti.

L’ultimo restauro, durato nove mesi, ha permesso di riportare l’urna al suo antico splendore.

Grazie al lavoro di esperti artigiani, la parte lignea e quella tessile sono state completamente restaurate. Le reliquie di San Felice rappresentano un patrimonio storico e religioso per la comunità. Nonostante i misteri che ancora le avvolgono, continuano ad essere oggetto di venerazione e studio.

San Felice martire vescovo nacque intorno al 247. Probabilmente non era nativo dell’Africa, ma vi fu inviato dal Sommo Pontefice dalla natia Sicilia. Nel 303, un editto degli imperatori vietava ai cristiani di riunirsi e ordinava la distruzione dei libri sacri.

Il Vescovo Felice fu arrestato e portato alla presenza del giudice, ma si rifiutò di consegnare i libri sacri. Trasferito a Venosa, fu decapitato il 30 agosto 303. Il suo corpo fu sepolto dai cristiani nel luogo della sua morte.

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