Speleologi goriziani protagonisti in Montenegro

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Conclusa la spedizione del “Seppenhofer” nei Balcani: scoperte, esplorate e rilevate topograficamente 24 grotte di grandi dimensioni

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Gli speleologi goriziani in Montenegro

GORIZIA – Sono tutti rientrati a casa i tredici speleologi del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” impegnati nella spedizione “Montenegro Speleo Expedition 2024“.

Adesso comincerà il vero grande lavoro di raccolta ed elaborazione dei dati, definizione dei rilievi topografici e interpretazione dei dati geologici e morfologici del territorio esplorato.

L’iniziativa è stata patrocinata oltre che dal Comune di Gorizia, dal Lions Club Gorizia Host, dal Club per l’UNESCO di Gorizia e dalla Società Geografica Italiana.

L’attività sul campo

Gli speleologi goriziani erano coadiuvati dai colleghi del Gruppo Grotte Milano SEM-CAI e dello Speleo Club Orobico CAI Bergamo che, in 10 giorni di permanenza nel Paese balcanico, hanno scoperto, esplorato e rilevato topograficamente 24 grotte di grandi dimensioni.

Erano dunque in 13 le persone impegnate nelle ricerche che si sono svolte nella zona a ovest del monte Pasjak e lungo le falde della cresta del Surdup.

Proprio in questa zona sono state scoperte delle cavità a pozzo di dimensioni ragguardevoli, alcune sono state esplorate e altre saranno oggetto di future spedizioni che il Centro Ricerche Carsiche “Seppenhofer” ha già in programma di organizzare per il prossimo anno.

Nel corso della spedizione gli speleologi sono stati impegnati anche a rilevare le temperature e le caratteristiche fisiche dell’aria all’interno delle grotte e per la prima volta, nel corso di una spedizione speleologica, sono stati rilevati i dati relativi alla presenza della CO2, del Radon e radioattività di ogni grotta.

L’interno di una grotta esplorata

Contemporaneamente, all’esterno sono state rilevate le caratteristiche geologiche della zona oltre a un’accurata mappatura e descrizione delle caratteristiche morfologiche delle microforme carsiche superficiali.

In alcune grotte sono stati trovati anche reperti biologici che potrebbero dare una nuova luce all’evoluzione fisica dell’area.

In una grotta infatti è stato trovato un grande palco di corna di cervo, animale che ovviamente non vive attualmente in quella zona e a quelle quote.

Inoltre è stato individuato un coleottero troglobio molto particolare che è stato fotografato e filmato e sarà quindi messo a disposizione degli esperti per una futura determinazione.

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