Senza lingua addio autonomia in FVG

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redazione

26 Ottobre 2021
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Appello lanciato dalle istituzioni

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Si svolgerà venerdì 5 novembre a Udine, nell'auditorium della Regione dedicato ad Antonio Comelli, la Conferenza regionale sulla lingua friulana.

Si tratta del momento-clou dei cinque anni di legislatura per fare il punto su quanto è stato fatto e quanto resta ancora da fare, con il contributo dei rappresentanti delle istituzioni, degli esperti e del comitato tecnico scientifico dell'Agenzia per il friulano, diretta da William Cisilino.

Ma è anche un incontro con la gente perché l'invito a partecipare ai lavori, che si apriranno alle 14.30 e si concluderanno attorno alle 19, è rivolto a tutti i cittadini: basta andare sul sito www.arlef.it e compilare la scheda di iscrizione entro il 3 novembre.

Prevista anche la diretta streaming alla quale si potrà accedere tramite il sito del Consiglio regionale, la web tv www.fvg.tv e le pagine Facebook o Youtube dell'Arlef.

La terza Conferenza (l'ultima era stata organizzata nel 2017) è tutt'altro che un momento formale, come hanno sottolineato oggi in conferenza stampa a Udine i rappresentanti di Regione e Arlef.

“Abbiamo la possibilità – ha affermato il presidente di Arlef, Eros Cisilino – di tornare a sentire direttamente, in presenza, chi lavora sullo sviluppo del friulano. E ci sono segnali positivi grazie al nuovo Piano di politica linguistica approvato dalla Giunta regionale, che dà le linee guida fondamentali affinché tutti remino nella stessa direzione”.

“Una politica – ha proseguito il presidente dell'Arlef – che dovrà essere incisiva e strategica per lo sviluppo del nostro patrimonio linguistico, con un occhio di riguardo alla scuola, ma anche a cittadini e famiglie, affinché maturi sempre di più la consapevolezza che il futuro della lingua è anche responsabilità del singolo e delle sue scelte quotidiane. Se non ci impegniamo tutti a trasmettere la lingua ai nostri figli e alle future generazioni, non potremo infatti azzerare la decrescita di parlanti, il cui tasso medio, al momento, si attesta sullo 0,66% annuo”.

Una decrescita su cui ha insistito anche il consigliere regionale Emanuele Zanon, delegato all'organizzazione della Conferenza. “Non c'è soltanto il pericolo dell'omologazione rispetto al sistema di comunicazione – ha dichiarato – ma soprattutto il tema demografico della denatalità e dell'invecchiamento della popolazione. Che richiede interventi forti”.

Posizione condivisa dall'assessore regionale alle Lingue minoritarie, Pierpaolo Roberti: “La lingua è la base di ogni identità e noi finora siamo soddisfatti dei risultati raggiunti, anche se sappiamo che non è mai abbastanza. Di certo il nuovo Piano di politica linguistica, rispetto al precedente, fissa azioni concrete da portare a termine, in tutti i settori: è un'assunzione di responsabilità importante, il segno che questa Giunta crede molto nella valorizzazione del friulano e delle altre lingue minoritarie”.

Anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, nel corso del suo intervento interamente in lingua friulana ha voluto sottolineare i risultati del lavoro svolto: “Abbiamo fatto passi in avanti grazie alla produzione teatrale in marilenghe. E la lingua comincia a essere utilizzata anche per raccontare la cronaca nell’informazione televisiva. In Rai siamo riusciti a ottenere le prime ore di programmazione televisiva in marilenghe”.

Zanin si è soffermato anche sulla storia a fasi alterne della tutela linguistica da parte delle istituzioni. “Sono stati i soggetti culturali – ha osservato il presidente – a recuperare e far vivere la lingua. Ci hanno pensato le associazioni come la Filologica, ci ha pensato la Chiesa, mentre noi politici eravamo interessati ad altro e forse guardavamo al friulano come a una diminutio. Poi finalmente la Regione ha capito che se perde la lingua perde anche la sua autonomia e ha cominciato a investire, grazie al lavoro dell'Arlef, innestando la lingua nella scuola e nelle famiglie. Un lavoro prezioso, così come quello dell'Ente Friuli nel mondo che ha consentito di attirare tanti friulani 'di ritorno' da altre zone del mondo”.

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