Pordenone, la produzione di birra torna in centro

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redazione

14 Gennaio 2019
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Al via lo stabilimento “Galassia”

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Dopo un secolo, la produzione di birra torna in centro a Pordenone: lo hanno annunciato i tre soci del beerfirm Birra Galassia – Davide Bernardini, Tommaso Fracassi e Christian Gusso. Già dal 2015 producono birra appoggiandosi agli impianti di altri birrifici friulani e veneti; ora si accingono ad aprire il proprio stabilimento in via Mameli. «Era dai tempi di Birra Momi e Birra Pordenone, ai primi del Novecento, – raccontano – che non si produceva birra in città; e quindi vediamo questo nostro progetto come profondamente radicato in quello che può essere un nuovo slancio delle piccole realtà produttive di Pordenone».

La produzione partirà la prossima primavera; ma in virtù di questo legame con Pordenone e i pordenonesi hanno scelto di rendere tutti partecipi sin d’ora dei loro progetti, durante una serata ad hoc l’11 gennaio all’Urban Farmhouse di via Brusafiera. «Rendere partecipi tutti di ciò che stiamo facendo – affermano i tre – è una conseguenza diretta del percorso fatto fin qui: stiamo costruendo qualcosa che è strettamente legato alla città e a chi la abita, e quindi volevamo condividerlo perché riguarda tutti. Più che un lancio commerciale, si tratta di tenere aggiornato chi ci segue, nell’ottica di quella crescita graduale e di rapporto diretto e informale che abbiamo sempre perseguito».

Una sorta di condivisione tra amici, dunque, dei propri obiettivi; che, pur rimanendo piccoli nella dimensione – un impianto da 3 hl all’interno di un laboratorio di 200 metri quadrati – non per questo sono di scarse ambizioni. «Lavorare su impianti più grandi nei birrifici che ci ospitavano – spiegano – non ci permetteva sempre di provare ricette sperimentali, o di produrre birre “di nicchia” che per loro stessa natura sono votate a quantitativi limitati. Ora sarà più facile sperimentare, e creare birre stagionali o uniche da affiancare a quelle stabili, che contiamo comunque di affinare e incrementare nel numero. Diciamo che puntiamo ad avere la libertà di sperimentazione di un homebrewer che fa la birra in casa, ma con una tecnologia e una competenza professionali; all’interno di quella che per dimensioni è di fatto una bottega di quartiere, e quindi votata al contatto diretto con le persone».

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