Malattie epatiche dismetaboliche, Trieste protagonista nella prevezione

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redazione

20 Marzo 2023
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L’accordo tra i due enti prevede l’arruolamento di giovani ricercatori da formare nel campo dell’epatologia

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TRIESTE – Il fegato, organo centrale nella omeostasi del nostro organismo, è oggi al centro dell’attenzione scientifica per il suo coinvolgimento multifunzionale in molteplici patologie come ad esempio quelle cardiovascolari, renali e neurodegenerative passando attraverso il diabete mellito. Contrastare dunque le malattie epatiche anche attraverso misure di prevenzione primaria e secondaria è la finalità della collaborazione scientifica recentemente siglata tra la Fondazione Italiana Fegato Onlus di Trieste e l’IRCCS Saverio de Bellis di Castellana (Bari).

“Lo studio molecolare della progressione del danno epatocellulare in corso di steatosi epatica non alcolica – riferisce Claudio Tiribelli, direttore scientifico della Fondazione Italiana Fegato –rappresenta la via maestra per l’identificazione di nuovi bersagli farmacologici e di conseguenza la messa a punto di nuovi farmaci. La sinergia tra le due Istituzioni è un importante valore aggiunto ai programmi di ricerca già in corso, che prevedono l’arruolamento di giovani ricercatori da formare nel campo dell’epatologia, potendo offrire un programma ancora più ampio grazie all’avvio di questa collaborazione”.

Le attività non saranno confinate esclusivamente a quelle sperimentali precliniche, potendo contare anche sulla consolidata esperienza dell’Istituto castellanese nel condurre studi clinici.

“Uno dei punti di forza dell’Istituto de Bellis – riferisce Gianluigi Giannelli, direttore scientifico – è proprio quella di validare il frutto delle attività sperimentali in studi clinici. In questo ambito, ad esempio, è fervente l’attività che diversi ricercatori conducono, in ossequio a una lunga tradizione ed esperienza, a proposito degli effetti benefici dell’olio extravergine di oliva, valorizzandone sia gli effetti nutraceutici che il ruolo all’interno della dieta mediterranea, riconosciuta dell’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.

Un programma molto fitto e che apre nuovi orizzonti e possibilità di crescita alle due Istituzioni, eccellenze nei loro rispettivi territori animati da finalità diverse ma all’occasione convergenti.

“È un momento molto importante nella costante crescita del de Bellis – riferisce Tommaso Stallone, direttore generale dell’Istituto castellanese – che perfettamente si inserisce nel contesto di quanto fin qui è stato fatto, non ultimo l’avvio delle attività del centro di ricerca per l’obesità e della chirurgia bariatrica”.

 

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