Il Protocollo “facciamo Rete”, nato lo scorso luglio a Gorizia su iniziativa della ex consigliera di parità goriziana Anna Limpido, ora consigliera di Parità Regionale, diventerà realtà anche nelle altre province della Regione.

Firmato sotto l’egida del prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi, fra tutti gli operatori a sostegno dei lavoratori (le sigle sindacali confederali Cigl, Cisl, Uil, Federfarma, il punto di ascolto antimobbing, l’Ispettorato del lavoro, l’Ordine dei medici, l’Ordine dei Farmacisti, i venticinque Comuni isontini, l’Asugi e la consigliera di parità), per creare una rete stabile di supporto ai lavoratori e lavoratrici discriminati, ha di fatto colmato quel vuoto concertativo riunito prima nelle soppresse Province.

Così a Trieste, presso l’ufficio della consigliera Limpido, è stato raccolto l’impegno di tutte le altre consigliere di parità di Area Vasta (la triestina Laura Di Pinto, la goriziana Francesca Premier, l’udinese Teresa Dennetta e la pordenonese Sara Marchi) finalizzato a dare esecuzione e a esportare la stessa iniziativa in tutte le Province del Friuli Venezia Giulia.

Consigliera Limpido, questo accordo cosa aggiunge al risultato ottenuto in luglio a Gorizia?

«È un riconoscimento dell’importanza di quanto fatto, risultato che condivido con la sensibilità di tutte le parti sottoscriventi e aderenti, nonché la prima dimostrazione della coesione della Rete delle Consigliere di Parità della nostra Regione: in tutte le province si creerà una rete stabile di collaborazione per la tutela giuridica e psicologica dei lavoratori e delle lavoratrici, io lo trovo un obiettivo enorme nella lotta per la parità di genere».

Un vanto che tutto sia partito dal capoluogo isontino?

«Non esiste vanto perché non esiste gara e anche se porto con me l’orgoglio della città di Gorizia dove vivo, preferisco parlare di positivo interscambio di iniziative. Il Protocollo “Facciamo Rete” è solo il primo di una lunga serie di condivisioni: la sintonia con le altre consigliere territoriali è tale da auspicare a un fitto programma condiviso».

Il Protocollo è nato, tra gli altri, tra i Comuni della provincia di Gorizia: come avevano accolto questa iniziativa che oggi diventa estesa all’intero Friuli Venezia Giulia?

«Con i sindaci isontini ho sempre avuto un ottimo rapporto: fin dall’inizio del mio incarico nel 2019, allora come consigliera di area vasta, mi hanno lasciato totale carta bianca nel mio mandato che ho avuto la gioia di riempire con progetti che hanno segnato l’inizio di stabili iniziative (penso al progetto editoriale “Donne a nordest” volto a ispirare le lettrici tramite il racconto di storie di vita di successi femminili, quello scolastico “giornate di genere” per parlare i nostri giovanissimi alla parità di genere o il Protocollo “Facciamo rete” stesso). Per me è stato un piacere averli avuti tutti al mio fianco in Prefettura a Gorizia: una dimostrazione simbolica importante di unione territoriale».

Oltre ai progetti che ha ricordato finora, in quali altri la vedremo impegnata?

«Intanto va ricordata l’attività principale di ogni consigliera di parità che è la difesa delle donne discriminate nei posti di lavoro: è bene precisarlo perché essendo il servizio svolto più in ombra, se non detto, pare subordinato o accessorio quando invece è quello principale e che occupa la maggior parte del tempo di ogni consigliera, me inclusa. Poi con le colleghe, anche oltre regione, rafforzeremo la Rete mediante progetti trasversali volti ad accrescere la cultura della parità di genere. Sarò quindi vicina e presente alle neo insediate consigliere di area vasta: sono particolarmente onorata di lavorare con loro, sono tutte dotate non solo di puntuale competenza ma anche di una spiccata sensibilità e personalità che da un lato arricchirà molto l’intera Rete e dall’altro le consentirà di essere delle presenze forti vicine alle lavoratrici».