Le cronache delle Orsoline rivissute dagli studenti goriziani

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Rievocati alcuni degli eventi più significativi della storia della città tra il Seicento e il Novecento grazie all’interpretazione degli alunni

Orsoline e ICM a Gorizia
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GORIZIA – «Nascono come semplici annotazioni relative all’ingresso in monastero delle nuove suore e alle loro attività: note biografiche senza le quali probabilmente non avremmo saputo nulla della vita di molte persone. Da semplici diari, integrando di volta in volta notizie di rilevanza locale o epocale, sono gradualmente divenuti vere e proprie cronache».

Con queste parole Vanni Feresin – storico e archivista dell’Istituto per gli incontri culturali mitteleuropei (Icm) – ha introdotto il cuore del progetto storico nel cui ambito si è svolto l’incontro di questa mattina, aperto alle scuole partner, nella sala Incontro di Borgo San Rocco.

Attraverso le Cronache delle Madri Orsoline è stato possibile rileggere tutti gli eventi epocali che hanno segnato il Goriziano dal loro arrivo in città, nel 1672, fino al 1922. Episodi come le epidemie di peste, l’occupazione napoleonica, le visite di re, imperatori e imperatrici, la Grande guerra e, infine, il passaggio del territorio dalla sovranità austriaca a quella italiana.

Gli studenti

Oggi questi eventi non solo sono stati riletti, ma anche riascoltati grazie all’interpretazione delle studentesse della classe III Att dell’Istituto tecnico economico per il turismo (Isis “D’Annunzio-Fabiani”). Per l’occasione, infatti, è stato presentato il video, da loro prodotto e montato, contenente la lettura di una selezione dei passaggi più rilevanti estratti dai documenti – oggi custoditi presso l’Archivio della Curia arcivescovile di Gorizia – che lo stesso Feresin ha raccolto e distribuito nell’ambito del progetto.

L’evento di oggi rappresenta l’ultimo di un ciclo di incontri e lezioni che ha visto i ragazzi e le ragazze di più classi del “D’Annunzio” anche visitare la mostra dedicata all’ordine monastico in Borgo Castello, nel mese di maggio dell’anno scorso.

E, sempre nell’ambito del progetto, l’istituto ha realizzato un’audioguida – a breve disponibile sul sito di Kadmos – dedicata alla città di Gorizia in lingua italiana, slovena e tedesca, con l’obiettivo di ripercorrere alcuni dei suoi luoghi più caratteristici proprio dal punto di vista delle monache e dei loro contemporanei emerso grazie ai loro scritti.

Per la dirigente Marzia Battistutti si è trattato di «una preziosa occasione per conoscere e approfondire la ricchezza del nostro territorio, oggi schiacciato sul confine tra Italia e Slovenia». Non solo. «Il progetto ha anche valorizzato il ruolo che hanno avuto le donne nello sviluppo di questo patrimonio e nella sua conservazione fino ai giorni nostri».

Ringraziamento a Pillon

Feresin ha quindi colto l’occasione per ricordare l’importanza di un’altra donna goriziana: Lucia Pillon. «Se queste Cronache sono oggi disponibili, molto lo si deve anche al lavoro di quella che ritengo essere senz’altro una delle migliori archiviste a livello nazionale. Pillon è infatti stata in grado di ricostruire, applicando la “reviviscenza archivistica”, il sistema di archiviazione vigente nell’Ottocento».

Il segretario generale di Icm, Daniele Tibaldi, che ha introdotto e moderato l’incontro, ha infine ringraziato la Regione Friuli Venezia Giulia per il contributo grazie al quale è stato possibile svolgere le attività del progetto, oltre ai partner per il loro supporto.

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