La gioia della musica

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redazione

15 Novembre 2018
Reading Time: 6 minutes

Annalisa Clemente

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Nel silenzio mattutino della sala concerti dell’Associazione Musicale e Culturale di Farra d’Isonzo, Annalisa Clemente mi accoglie con il sorriso. Un aspetto non secondario all’interno di una realtà che ogni giorno opera con bambini e ragazzi, trasmettendo loro l’amore per la musica, in tutte le sue sfaccettature. «Abbiamo la fortuna – precisa il presidente e fondatore Bruno Spessot, mentre mi dà il benvenuto – di poter fare affidamento su docenti dall’elevata professionalità: non si limitano a insegnare a suonare uno strumento, ma operano affinché ogni alunno esca con il sorriso al termine della lezione».

Dal 1994 tra questi insegnanti c’è proprio Annalisa Clemente, impegnata da anni in attività concertistica e discografica nell’ambito di diverse formazioni cameristiche e orchestrali in Italia e all’estero.

Annalisa Clemente, come è nata la sua passione per la musica?

«Ho voluto iniziare a studiare il violino perché sentivo suonare i miei fratelli Vittorio e Alfredo, rispettivamente di 8 e 6 anni più grandi di me, che a loro volta avevano iniziato perché nostro padre, Angelo, morto quando io avevo solo due anni, suonava il violino con orchestre amatoriali del monfalconese. Così a sette anni mia madre mi iscrisse all’Istituto di musica di Gorizia per studiare con il M° Alfredo Marcosig».

Quando ha capito che la passione sarebbe divenuta la sua vita?

«Ho iniziato presto a dedicarmi totalmente alla musica. A 14 anni facevo concerti in giro per l’Italia assieme ai miei fratelli con un gruppo strumentale che si chiamava “Vecchia Vienna”. Assieme allo studio del violino ho affiancato lo studio della composizione. Dopo essermi diplomata al Conservatorio Tartini di Trieste nel 1987 con il Prof. Massimo Belli, nel 1989

l’allora direttore dell’Istituto di Musica “A. Vivaldi” di Monfalcone, Ideo Selvaggio, mi propose di insegnare ai bambini e di collaborare nell’orchestra della scuola diretta dal M° Aldo Belli con la viola. Così iniziò il mio percorso di insegnante che da allora ho portato avanti».

Lei ha suonato con numerosi ensemble in diverse località italiane e internazionali. C’è un concerto a cui è particolarmente legata?

«Ho tanti concerti nel cuore: alcuni per l’emozione di aver suonato nell’orchestra accompagnando grandi nomi come Rostropovich, Maisky, Romero, Ughi. Altri per aver suonato in teatri prestigiosi quali Parigi, il Musikverein a Vienna e i teatri che abbiamo raggiunto nella tournée in Russia e nelle capitali baltiche con l’orchestra da camera di Trieste diretta da Fabrizio Ficiur. Ma emotivamente i più coinvolgenti sono stati quelli con mio marito, Pier Luigi Corona, violino e chitarra».

Cosa rappresenta per lei la musica?

«La musica, al di là di ogni frase retorica, rappresenta una ragione di vita, qualcosa che va al di là di una semplice occupazione professionale».

Musicista, ma anche insegnante: cosa significa per lei insegnare musica?

«Insegnare significa entrare in empatia con i propri studenti e portarli avanti per un percorso di crescita non solo musicale, ma anche morale e culturale».

Non solo insegnante: lei dirige anche l’Orchestra d’Archi della scuola di Farra d’Isonzo. Come si è sviluppato questo progetto?

«L’orchestra d’archi si è formata nel 2003 per volere del direttore Bruno Spessot che mi ha sempre appoggiata nell’ambizioso desiderio di avere una realtà propria all’interno della scuola. Negli anni si sono susseguiti tanti cambiamenti e numerosi allievi, crescendo, hanno preso altre strade. Ma il bello è anche questo: bisogna sempre reinventarsi un nuovo programma a seconda degli studenti a disposizione. Tra violini, viole, violoncelli e contrabbassi l’orchestra è formata da 20-25 elementi, dagli 11 anni in su».

Chi può accedervi e quale impegno viene richiesto?

«L’impegno è rilevante perché le prove si susseguono regolarmente alternando il sabato pomeriggio con la domenica mattina per tutto l’anno scolastico. Nell’orchestra c’è un forte spirito d’appartenenza e questo mi gratifica molto. Vi possono accedere tutti gli studenti che abbiano dimostrato di possedere una discreta padronanza tecnica e una buona lettura».

In questi anni in quali contesti si è esibito il suo gruppo orchestrale?

«L’orchestra si è esibita nelle più svariate occasioni: eventi, rassegne concertistiche, inaugurazioni, Festival. Da sottolineare il concerto tenuto a Praga nell’ottobre 2016 per il senato della Repubblica Ceca in collaborazione con l’Accademia musicale di Praga e il Ballet Club di Ronchi dei Legionari, nonché i concerti in Basilica ad Aquileia, al Teatro di Gradisca con Lucio Belviso o quello alla Fiera della musica di Cremona».

È più complesso insegnare la musica a giovani musicisti o dirigere nelle prove e nei concerti giovani orchestrali?

«Sono due difficoltà differenti. Il comun denominatore è rappresentato dall’alto grado di concentrazione richiesta per l’una e l’altra attività. Nell’insegnamento è importantissima la disciplina e far sviluppare l’amore per la cultura musicale. Nelle prove d’orchestra bisogna avere più qualità “manageriali”: saper creare i giusti equilibri e dare il giusto risalto a ogni sezione dell’orchestra».

Dai musicisti al pubblico: come valuta il livello di conoscenza musicale della gente nel nostro territorio?

«Un livello medio, purtroppo scontiamo sempre la mancanza di una approfondita cultura musicale sin dalle scuole primarie».

Lei insegna musica da ormai 30 anni: in questo periodo come si è evoluto il rapporto tra questa arte e le giovani generazioni?

«C’è ancora molta passione tra i giovani, per cui lo zoccolo duro resiste. Tuttavia c’è anche un maggiore senso di disincanto. Oggi i giovani sono coscienti che diventare professionisti della musica è impresa difficile».

Quali sono a suo avviso gli aspetti imprescindibili per poter diventare un musicista?

«Direi innanzitutto una passione vera, profonda e sincera; lavorare senza risparmio e mettere al bando la pigrizia; essere sempre protesi verso una ricerca continua di un “assoluto” artistico prendendo a modello i grandi Maestri».

Torniamo alla musica suonata. Lei è componente stabile del Quartetto Stradivarius: com’è nato questo progetto?

«Il Quartetto Stradivarius è stato fondato nel 2000 per iniziativa del collega e amico violinista udinese Stefano Picotti, con l’intento di divulgare la grande musica da camera sul territorio. Composto inoltre da Caterina Picotti, secondo violino, dalla sottoscritta alla viola e Lisa Pizzamiglio al violoncello, il quartetto risulta essere a tutt’oggi l’unico ensemble cameristico a carattere stabile nel panorama musicale del Friuli Venezia Giulia, con un’attività quasi ventennale che lo ha portato ad affrontare un repertorio che abbraccia oltre tre secoli di storia della musica, dagli autori del periodo classico ai contemporanei».

Volgiamo lo sguardo in avanti. Dalla scuola di Farra all’Orchestra, fino al suo quartetto: quali sono gli obiettivi di Annalisa Clemente per il prossimo futuro?

«Migliorarmi per poter migliorare i miei studenti, sapendo che solo lo studio paga, solo l’impegno senza se e senza ma e la trasmissione incondizionata per la bellezza della nostra arte musicale rimane il principio fondante del mio operare».

 

L’Associazione Musicale e Culturale di Farra d’Isonzo è nata il 1° marzo 1975 con lo scopo di divulgare la cultura in generale e quella musicale in particolare. Attualmente è frequentata da più di 200 alunni provenienti dai paesi limitrofi ma anche da fuori provincia. Sono presenti classi di pianoforte, canto, violino, viola, violoncello, chitarra, flauto, clarinetto, fisarmonica, arpa e quelle dei corsi complementari. Notevole risulta l’attività dei due gruppi d’insieme presenti nella scuola, ovvero l’orchestra d’archi diretta da Annalisa Clemente e il gruppo di chitarre che porta il nome di “Farra ChitarrEnsemble” seguito dal M° Mauro Pestel. Oltre all’attività didattica e ai numerosi saggi musicali degli studenti, l’associazione, guidata dal presidente Bruno Spessot, organizza nell’arco dell’anno una serie di concerti pubblici presso la Sala Civica del paese (sede anche della scuola di musica) e nel periodo estivo vengono tenuti i Seminari Internazionali di Musica da Camera “Alpe Adria” (giunti alla 28^ edizione) che accolgono giovani musicisti da tutta Europa. Nel corso degli anni, all’interno della scuola farrese, si sono susseguiti docenti di ottimo calibro musicale e didattico che hanno permesso il raggiungimento di importanti obiettivi didattici: dal 1979 al 2011 sono stati effettuati 313 esami complementari (teoria e solfeggio, storia della musica e armonia), 112 compimenti inferiori e compimenti medi di vari strumenti, 37 diplomi di strumento. A partire dall’anno scolastico 2011/2012, la scuola farrese segue un piano didattico in linea con la riforma attuata presso i Conservatori italiani. Per tutti le informazioni sull’attività dell’associazione è possibile consultare il sito: www.farmusica.eu

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