Gemona, comune pioniere nella tutela dell’acqua

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redazione

14 Aprile 2014
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Accordo con il Ministero dell’Ambiente

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Il Comune di Gemona del Friuli si candida a diventare un punto di riferimento a livello nazionale, e non solo, in materia di water footprint, l’impronta idrica che indica il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo.

L’amministrazione comunale ha stipulato un accordo volontario della durata di 24 mesi con il Ministero dell’Ambiente, analogo a quello già siglato nel febbraio 2013 per il calcolo dell’impronta di carbonio del Comune e delle attività presenti sul tuo territorio. A sottoscriverlo sono stati il sindaco Paolo Urbani e il direttore generale del Ministero dell’Ambiente Corrado Clini.

“Siamo attualmente impegnati nel calcolo della carbon footprint – ha spiegato Urbani – per la quale siamo in fase di raccolta dati, con l’obiettivo di ridurre le nostre emissioni in atmosfera attraverso misure concrete ad hoc che andremo ad adottare. Ora abbiamo pensato di darci l’obiettivo di diventare un modello virtuoso per tutte le municipalità italiane anche in termini di risparmio dell’acqua, che è di gran lunga la risorsa più preziosa e scarsa sul nostro pianeta”.

“Gemona, da capitale del terremoto e della ricostruzione – ha esordito Urbani – ha voluto voltare pagina con un progetto sportivo e ambientale, basato sul ‘benstare’ e sulla green economy. Un progetto che è anche economico, per dare valore aggiunto a questo territorio, visto che anche qui la crisi si fa sentire”.

A fronte di uno scenario immaginato per il 2025, con una scarsità d’acqua drammaticamente peggiore rispetto all’attuale, “anche Gemona – ha affermato Urbani – può e vuole impegnarsi per dare il suo contributo per gestire questa risorsa in modo sostenibile”. Una sfida importante su scala globale, davanti alla quale la cittadina pedemontana vuole trovarsi preparata.

“Associare alla carbon footprint l’impronta idrica – ha dichiarato Corrado Clini – significa legare insieme due pezzi fondamentali delle attività di un’amministrazione comunale. Voi qui avete già un alto livello di efficienza nella gestione della risorsa acqua, superiore alla media italiana e nettamente più elevata rispetto a molte altre aree del Paese – ha aggiunto –, ma bisogna avere una visione su come riutilizzare l’acqua, per esempio riciclandola per le attività che non necessitano di acqua fresca. E ciò significa – ha proseguito – identificare anche nei diversi usi, tutte le situazioni che si possono migliorare dal punto di vista dell’efficienza, a favore della comunità. Stiamo avviando un’esperienza nuova che sicuramente ci farà imparare e creerà vantaggi a tutti”.

Gli innovativi percorsi green, tra impronta di carbonio, impronta idrica e mobilità sostenibile, “che, tra i primi comuni in Italia, Gemona ha scelto di sviluppare in collaborazione con il Ministero – ha ricordato il sindaco – sono la chiave di volta di questo slancio per proiettare la città verso il futuro”.

Per il computo globale dell’impronta idrica, Gemona dovrà tenere in considerazione tre componenti: l’acqua blu, che si riferisce al prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali; l’acqua verde, cioè il volume di acqua piovana (per uso agricolo) che non contribuisce al ruscellamento superficiale; infine l’acqua grigia, che rappresenta il volume di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità”.

Tre le fasi della valutazione della water footprint: quantificazione e localizzazione dell’impronta idrica di un prodotto o di un processo; di riferimento; valutazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’impronta idrica; individuazione delle strategie di riduzione della stessa.

Dall’accordo siglato sono interessati anche altri partner. Il territorio del Comune di Gemona fa parte del comprensorio del Consorzio di bonifica Ledra Tagliamento, ente pubblico di area vasta con compiti istituzionali in materia di gestione delle acque, ed è interessato da numerose infrastrutture per l’utilizzo irriguo delle acque e per la difesa del suolo gestite dall’ente consortile. Inoltre, il servizio servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e deputazione) del Comune pedemontano è gestito da CAFC S.p.A. e l’approvvigionamento idrico avviene principalmente attraverso 2 campi pozzi (località Vegliato e Godo) e altre sorgenti minori.

“Siamo molto soddisfatti della nostra importante partnership con il Ministero dell’Ambiente – ha concluso Urbani -, che rappresenta una nuova e importante occasione per ribadire come la sensibilità ambientale sia profondamente radicata nei programmi che questa amministrazione intende portare avanti anche in futuro”.

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