Cervignano celebra i 340 anni di Giovanni Biavi

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Apprezzato in tutta Europa, ancora poco conosciuto nella sua città. Oggi celebrazioni laiche e religiose in suo onore

Cervignano ricorda Giovanni Biavi
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CERVIGNANO DEL FRIULI – Cervignano ha dedicato una giornata speciale per un cittadino illustre, l’abate Giovanni Biavi, nel ricordo del 340o anno dalla sua nascita (26 febbraio 1684).

Al mattino è stata officiata una messa dal parroco don Sinuhe Marotta e da don Manuel Millo nella chiesa di San Girolamo dove vennero collocati, nel 1932 in sua memoria, il sarcofago romano e una targa marmorea.

Nel pomeriggio, presso la Casa della musica, si è tenuta una conferenza, organizzata da AUSER e CiMAS, tenuta da Antonio Rossetti. Il suo intervento si è sviluppato in tre parti nelle quali ha illustrato, rispettivamente, la vita, le opere e la memoria postuma di Giovanni Biavi.

Sia alla celebrazione mattutina che alla conferenza pomeridiana è intervenuto il sindaco di Cervignano, Andrea Balducci.

Si è parlato molto sull’attività diplomatica di Biavi, sacerdote e laureato, nel contesto storico dei primi vent’anni del Settecento e dove è emerso il suo valore culturale all’interno dell’ambiente letterario e musicale del suo tempo, che lo vide amico di Ludovico Antonio Muratori (autorevole esponente dell’illuminismo moderato e cattolico), Antonio Caldara (uno dei più noti compositori della sua epoca, apprezzato sia come operista sia come autore di musica oratoriale e sacra) e Francesco Mancini (compositore e organista) nonché accademico dell’Arcadia e della prestigiosa Crusca. L’abate Biavi in vita godette di ampia stima e riconoscenza da parte delle autorità civili e religiose che lo onorarono con vitalizi, il titolo onorifico di abate e quello nobiliare di patrizio romano.

Al termine della conferenza sono stati menzionati gli autori che hanno tracciato la biografia di Biavi: il “capostipite” è stato Carlo Morelli di Schonfeld, quasi contemporaneo di Biavi e la cui biografia è sempre presa a riferimento dai successori. Sono stati citati particolarmente Francesco Spessot (1954) e Giuseppe Fornasir (1984). Tutti e tre hanno scritto cose interessanti ma hanno anche dato e divulgato notizie errate o perlomeno dubbie, che sono state evidenziate.

Ed è stata evidenziata l’insufficienza dei tributi finora ricevuti in patria e, per contraltare, l’ammirazione che ancora oggi ottiene il suo lavoro drammaturgico in importanti teatri europei ma del tutto ignoto a Cervignano e in Friuli. Tra le sue opere più note Fulvia, sconosciuto dramma pastorale ambientato a Pradiziolo e nel bosco Nadeone, Dafne e le Rime.

Nel corso dell’incontro, durante lo scorrere delle opere, don Manuel Millo ha letto dieci brevi brani, tratti dai tre lavori, scelti quali esempi della lingua colta, elaborata e barocca nella quale l’autore eccelleva; mentre gli accompagnamenti musicali sono stati eseguiti dal maestro Mauro Pestel e da Ilaria Di Lena.

Per l’occasione l’associazione culturale Corima ha riprodotto una sagoma che rappresenta Giovanni Biavi, che è stata esposta in Casa della musica.

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