Anima Gospel

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Claudio Pizzin

9 Novembre 2018
Reading Time: 6 minutes

Massimo Devitor

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Maestro Devitor, cosa rappresenta per lei il Soul Circus Gospel Choir?

«Essendo un coro amatoriale volto a un indirizzo semiprofessionale, il Soul Circus rappresenta una sorta di laboratorio. Vuoi perché le persone vengono messe in una condizione di impegno maggiore rispetto alle situazioni corali amatoriali, vuoi perché questo serve anche a loro per capire che cantare è una cosa seria e l’impegno devoluto per migliorarsi è superiore a quello che l’immaginario collettivo considera, soprattutto in questo periodo. Tutti pensano di poter cantare, ma non è vero che tutti lo possono fare».

Com’è nato questo progetto?

«È nato dalla volontà mia e di un piccolissimo nucleo di cantanti appena usciti da un coro della provincia di Gorizia di dare vita a una nuova progettualità volta a un linguaggio musicale orientato principalmente verso il Gospel e lo Spiritual».

Un percorso iniziato nel 2002: da allora a oggi come si è evoluto?

«Ci sono stati molti cambiamenti nel collettivo, così come dal punto di vista delle esecuzioni: dal Gospel e dallo Spiritual, negli anni abbiamo aperto anche verso altri linguaggi musicali, ad esempio quello del musical, nonché alcune rivisitazioni in chiave corale di brani rock e pop. Con una strizzatina d’occhio qui e là anche al canto sacro».

Come vengono selezionati i cantanti del Soul Circus?

«Soul Circus vanta un collettivo di circa 20 elementi: per far parte del coro si comincia con un periodo di apprendistato di un minimo di tre mesi fino a un massimo di un anno, a seconda delle capacità dell’individuo. Alla fine di questo periodo si deve essere in grado di sostenere un piccolo esame, una prova d’ammissione».

Quale impegno viene richiesto ai componenti del gruppo in termini di prove, di studio e di concerti?

«L’impegno è minimo perché in realtà la prova è una volta a settimana salvo quando, in vista dei concerti, viene deciso un incremento con un’ulteriore prova settimanale. Viene però richiesto alle persone di esercitarsi un minimo a casa, sia per quanto riguarda la tecnica vocale ma anche la pronuncia dei testi in lingua originale, giacché Spiritual e Gospel sono prevalentemente in inglese o in slang americano. Una prova alla settimana sicuramente non è sufficiente, tuttavia cerchiamo di farcela bastare lavorando in maniera intensa e ottimizzata».

Qual è a suo avviso il segreto della longevità del Soul Circus?

«Sicuramente la capacità di adattamento. Siamo riusciti a superare diverse fasi facendo fronte anche a defezioni importanti a cui abbiamo sopperito con nuovi elementi. Credo che la versatilità sia la qualità principale. Essere versatili in realtà è fondamentale in tutta la musica».

Massimo Devitor come riesce a mantenere i suoi cantanti al passo con in tempi?

«Arte e musica non sono in evoluzione continua. La musica in particolare sta subendo un’involuzione condizionata dai mass media e dai talent. Il lavoro sui cantanti, per mantenere alta la loro attenzione e rimanere al passo con i tempi, è un lavoro enorme, soprattutto quando si ha a che fare con persone un po’ “in età” o persone fortemente radicate in idee inculcate dai mass media che poco corrispondono alla realtà musicale. Quindi il lavoro richiede una buona dose di psicologia. Al giorno d’oggi un maestro di musica o un’insegnante di canto devono avere delle capacità di gestione della psiche delle persone, altrimenti non è possibile fare nulla».

In questi anni vi siete esibiti in numerose location: a quale siete rimasti più affezionati?

«Sicuramente nel cuore rimane l’esibizione a Santa Maria degli Angeli di Assisi nel 2006, in occasione del primo concorso internazionale di composizione gospel Gospel Connection di cui Soul Circus si è anche aggiudicato la vittoria con il brano Glory to the Lord, composto da me assieme al maestro Giuliano Fabbro di Udine».

Il Soul Circus vede una predominante componente femminile. A suo avviso come mai?

«Probabilmente perché da parte delle donne l’interesse per la musica corale è maggiore rispetto agli uomini. Le donne si approcciano al coro con più facilità. Spesso inoltre all’interno dei cori vi sono elementi di una certa età ed è indubbio che nelle donne la capacità di reazione e adattamento sia generalmente maggiore rispetto ai maschi di pari età. Ovviamente non si può generalizzare, ci sono anche le eccezioni e all’interno di Soul Circus ne abbiamo un paio veramente valide».

Riuscire a mantenere unito e coeso un gruppo così numeroso non è compito semplice: lei come ci riesce?

«Con il bastone e la carota (ride, ndr). In una formazione corale dove si vuole far crescere le persone ed educarle al canto il rigore è fondamentale, perché concedendo troppo spazio alle singole voci (e non solo in senso canoro) si rischia di fare molta confusione. Autodisciplina e disciplina di gruppo sono la ricetta per lavorare in maniera costruttiva».

Oltre alla direzione del Soul Circus, quali altre attività svolge Massimo Devitor?

«Sono direttore del Gruppo Vocale Farra (che nel 2013 ha partecipato al film Zoran il mio Nipote scemo, vincitore del premio del Pubblico alla settimana della critica alla Mostra del cinema di Venezia) e del gruppo Spiritual Ensemble di Udine. Da alcuni anni inoltre sono parte di un progetto musicale denominato MD’s Quartet, improntato principalmente alla musica greca, con il quale intraprendo regolari tournée in Grecia, in particolare a Creta; ultimamente ho ridato nuova vita a un progetto dal titolo Pat Heaven, in memoria del fondatore del gruppo spentosi alcuni mesi fa. Abbiamo deciso di riproporre quanto fatto anni fa e trasmettere un messaggio di sensibilizzazione nei confronti dei malati terminali e della gestione del loro ricovero, ciò attraverso un’esperienza molto forte in cui siamo riusciti a far registrare due brani a una persona dal letto di ospedale, grazie alla collaborazione del dottor Gualtiero Scaramella che si è dimostrato non soltanto un professionista attento e umano, ma anche una persona dalla sensibilità artistica ineguagliabile. Svolgo inoltre la mia attività di insegnante di canto e tutor».

Che cos’è per lei la musica Gospel?

«La musica Gospel per me rimane, dal punto di vista musicale, lo sviluppo dello Spiritual verso una musicalità più ritmica, mentre per quanto riguarda contenuti, è il passaggio dalla dimensione veterotestamentaria a quella del Nuovo Testamento. La realtà dei fatti è che oggigiorno il termine Gospel è inflazionato e poco definito: nel calderone del “Gospel” purtroppo ora troviamo musica pop, rock, R’n’B, qualsiasi formazione di afroamericani che si esibisce su basi preregistrate».

Negli anni il vostro repertorio si è ampliato ed evoluto: esiste il rischio di contaminare l’essenza pura del Gospel e dello Spiritual con altri generi?

«Le contaminazioni non sono mai una cosa negativa, certo è che il tutto va fatto con consapevolezza. Negli anni il nostro repertorio si è arricchito di varie sfumature e questo ha apportato sicuramente un valore aggiunto alla nostra formazione. È importante però sapere sempre ciò che si fa, chiamare Gospel qualcosa che Gospel non è, non rende onore a questo genere. Soul Circus si presenta come una realtà flessibile e poliedrica, aperta al nuovo ma anche fedele alla tradizione».

Con 16 anni di storia alle spalle, quali sono gli obiettivi per il futuro?

«Nell’immediato ci sono i concerti di Natale, di cui la nostra agenda è già ricca. Porteremo sicuramente avanti un progetto di collaborazione con Spiritual Ensemble, giacché le due formazioni possono arricchirsi vicendevolmente e creare un corpus di sicuro successo. Da anni parliamo di realizzare un nuovo CD: sia mai che il prossimo sia l’anno buono…»

 

SOUL CIRCUS GOSPEL CHOIR

Soprano: Antonella Toniutti, Imma Pastore, Roberta Zimolo, Raffaella Bolaffio, Sonia Gerolimich, Lucia Scalora. Contralto: Morena Persi, Grazia D’Urso, Manuela D’Andrea, Myrta Devitor, Elena Garibaldi, Manuela Pauli. Tenore: Fabio Pozzi, Fabio Comelli, Roberto Ciarleglio, Ermanno Iaglitsch, Pietro Rolfo, Roberto Grundner. Basso e baritono: Dario Rocco, Gianni Taurian, Franco Lavaroni, Luciano Visintin. Musicisti: pianoforte, Giulio Scaramella, Giovanni Molaro, Dimitri Arzenton; percussioni, Diego Primosi; batteria, Gabriele Degrassi; basso, Gianfranco Guidolin; chitarra, Marco Santoro.

Tel. 380 4724906 – www.soulcircusgospel.it www.facebook.com/soulcircusgospel Prove: ogni giovedì ore 21-23 a Ronchi dei Legionari

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